Nuova vita per un farmaco contro il diabete e l’insufficienza cardiaca: ora contrasta anche la malattia renale cronica

La terapia a base di empagliflozin sarebbe in grado di ridurre del 28% l’avanzamento della malattia renale cronica, responsabile di 3 milioni di casi in Italia, e di contrastare il rischio di morte renale o cardiovascolare nelle persone gravemente malate.
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Kevin Ben Alì Zinati 12 Novembre 2022
* ultima modifica il 12/11/2022

Utile ed efficace non solo contro il diabete e l'insufficienza cardiaca: da oggi la terapia a base di empagliflozin rientra anche tra le opzioni terapeutiche per contrastare la progressione della malattia renale cronica, una patologia che in Italia conta 3 milioni di casi.

Lo dimostra lo studio clinico Empa-Kidney condotto dall’Università di Oxford con la partecipazione dell'IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova e appena descritto sul New England Journal of Medicine.

La terapia sarebbe in grado di ridurre del 28% l'avanzamento della malattia e il rischio di morte renale o cardiovascolare nelle persone gravemente malate.

La malattia renale cronica è una patologia subdola: è poi strettamente connessa ad altre malattie metaboliche e cardiovascolari, tra cui il diabete, l'ipertensione e l’obesità ed essendo una condizione progressiva può spesso portare alla necessità di dialisi renale o di un trapianto.

Colpisce circa 1 persona su 10 in tutto il mondo e rappresenta una delle principali cause di mortalità a livello globale, con almeno 5 milioni di decessi al mondo ogni anno.

Nello studio Empa-Kideny i ricercatori hanno coinvolto oltre 6mila partecipanti provenienti da otto paesi: a metà di loro è stata somministrata una dose giornaliera di 10 mg di empagliflozin, all’altra metà un placebo. E i risultati ottenuti sono stati talmente solidi e positivi che lo studio clinico è stato addirittura stoppato in anticipato per mettere in moto al più presto questa piccola grande rivoluzione terapeutica.

"Questi farmaci bloccano il funzionamento di alcune proteine renali, chiamate cotrasportatori sodio-glucosio, fondamentali per il mantenimento dei livelli ottimali di glucosio nel sangue. Le glifozine, inibendo il funzionamento di queste proteine, prevengono l’accumulo di glucosio in eccesso che viene espulso dall'organismo attraverso le urine. Il passaggio di glucosio attraverso il rene nelle urine innesca meccanismi che portano molteplici effetti protettivi sulle cellule renali” ha spiegato all'Ansa Roberto Pontremoli, direttore della Clinica di Medicina Interna 2 del Policlinico San Martino, professore ordinario di Medicina Interna dell'Università di Genova e coordinatore nazionale dello studio.

Fonte | "Empagliflozin in Patients with Chronic Kidney Disease" pubblicata il 4 novembre 2022 sulla rivista New England Journal of Medicine

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