Nuovo Coronavirus cinese: ecco cosa sappiamo finora e se dobbiamo preoccuparci

Potrebbe arrivare in Italia? Sei davvero a rischio contagio? E soprattutto cos’è questo nuovo virus e cosa provoca? Non si conoscono ancora tutte le informazioni su questa forma di Coronavirus che provoca polmoniti gravi e ha già fatto registrare nove vittime. Però si può rispondere a tutte queste domande e soprattutto cercare di prevenire la trasmissione.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Giulia Dallagiovanna 22 Gennaio 2020
* ultima modifica il 22/09/2020

Le notizie si moltiplicano nel giro di poche ore. Da qualche sospetto caso di polmonite di cui si parlava a dicembre, si è passati ora a fare il conto quotidiano delle vittime e dei nuovi contagi. Insomma, il virus cinese sta spaventando il mondo. Sì perché se è importante mantenere alta la guardia e attuare ogni corretta forma di prevenzione che le autorità sanitarie suggeriscono, è anche importante non farsi prendere dal panico e valutare in modo razionale quali siano i rischi effettivi. In Italia, al momento, il tuo grado di esposizione al contagio è "molto basso", come dichiara il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie.

Per questa ragione, proviamo a conoscere meglio cosa sta accadendo. Come potrai immaginare, il governo cinese non diffonde volentieri le informazioni su quanto accade all'interno dei suoi confini, specie con la preoccupazione che l'economia nazionale ne possa risentire a vari livelli. Il 9 gennaio però sono stati pubblicati i dati sulla mappatura del genoma del nuovo virus e al momento sono in mano ai ricercatori di tutto il mondo. Inoltre, su pressioni della comunità scientifica internazionale, le notizie più importanti vengono comunicate quotidianamente. In conclusione, abbiamo materiale a sufficienza per avere un'idea abbastanza chiara della situazione. Almeno di come si presenta ora.

Cos'è questo nuovo virus

La prima cosa che si conosce di questo virus è il tipo: Coronavirus, appartenenti alla più ampia famiglia delle Coronaviridae. Si chiamano così perché al microscopio appaiono come una molecola centrale circondata da altre "puntine" che formano una sorta di corona, appunto. Queste unità sono costituite da accumuli di proteine, chiamate peplomeri, e hanno il compito di attaccarsi alle cellule dell'organismo di un essere umano o di un animale che viene infettato. A questo punto rilasciano il proprio materiale genetico, che nel loro caso specifico è l'RNA (Acido ribonucleico), e modificano il comportamento della particella alla quale si sono agganciati. Ora, il corpo si accorge che c'è un'infezione in atto e innesca la risposta immunitaria.

Ti fa paura tutto questo? In realtà devi sapere che si tratta del normale comportamento di virus anche piuttosto innocui. Dei Coronavirus fanno parte infatti anche gli agenti patogeni che danno poi origine al raffreddore o ad altre forme simil-influenzali. Però, è vero, ne sono membri anche la Sars (Sindrome acuta respiratoria grave) e la Mers (Sindrome respiratoria mediorientale), che sono patologie ben più pericolose.

Al momento, comunque, lo chiamiamo semplicemente "nuovo virus" perché non ha ancora un nome, ma solo una sigla che lo identifica2019-nCoV. Non se ne conoscono ancora tutte le informazioni necessarie per battezzarlo ufficialmente. Si sa infine che provoca una forma piuttosto seria di polmonite che, in alcuni casi, ha anche portato al decesso.

È una nuova Sars?

No, non è una nuova Sars, l'infezione all'apparato respiratorio che tra il 2002 e il 2003 aveva provocato circa 700 morti, sempre in Cina. E nemmeno una nuova Mers, alla quale nel 2012 è stato un riconosciuto un tasso di mortalità ancora superiore. Si tratta però di un loro parente e ora i ricercatori sono all'opera per capire quanto sia stretto.

Non è una nuova Sars, ma appartiene allo stesso genere

Subito dopo l'annuncio della mappatura del genoma e la pubblicazione dei dati da parte della Wuhan Health Commission, istituita proprio per far fronte al problema, il professor Andrew Rambaut, biologo evoluzionista presso l'Università di Edimburgo, ha affermato in un tweet che il virus è simile all'89% ai Sarbecovirus, all'interno dei quali si trovano anche i Betacoronavirus, cioè il gruppo della Sars. In conclusione, si può dire che questi due agenti patogeni appartengano allo stesso genere.

Quali sono i sintomi?

I sintomi sono simili a quelli di tutte le infezioni respiratorie. Al momento sembra che dopo il contagio vi sia un periodo di incubazione di circa una settimana, che può anche risultare asintomatico. Poi si comincia ad avvertire mal di gola, tosse, starnuti e soprattutto febbre, perché il corpo sta attivando le sue difese contro il virus. In questo caso si aggiungono poi difficoltà respiratorie anche intense.

La differenza rispetto a un comune raffreddore o all'influenza alla quale sei abituato è che questo provoca fin da subito una polmonite piuttosto grave, probabilmente più seria rispetto a quella che può insorgere quando l'influenza viene trascurata o colpisce un individuo dal sistema immunitario più debole.

Come si trasmette

Rispetto alla trasmissione vi sono ancora delle domande aperte alle quali bisogna rispondere. Non si conosce ad esempio con precisione quale sia stata la prima fonte di contagio, né se sia ancora attiva. Con ogni probabilità però si è trattato di qualcosa presente al mercato cittadino di Wuhan, la città della provincia di Hubei dalla quale tutto è partito e che è stato chiuso il 1 gennaio, come ha confermato anche l'Organizzazione mondiale della sanità. Lì si esponevano anche animali marini e bestie selvatiche ancora vivi, che potrebbero essere stati infetti e aver trasmesso la malattia agli esseri umani che vi sono entrati in contatto.

Il 20 gennaio è stato invece dichiarato quasi con certezza che il contagio poteva avvenire anche da uomo a uomo, poiché erano stati registrati i primi casi di infezione da 2019-nCoV tra il personale sanitario che aveva assistito i pazienti ricoverati in ospedale. Di conseguenza è ipotizzabile con una buona dose di sicurezza che, proprio come accade per raffreddore e influenza, lo si possa contrarre quando si entra in contatto con una gocciolina di saliva che proviene da una persona infetta.

Qual è la situazione al momento?

Dopo aver spiegato di quale tipo di virus stiamo parlando, proviamo a capire quale sia la situazione in Cina e nel resto del mondo. I casi registrati a Wuhan al momento sembra (stando alle informazioni che arrivano) siano tra i 300 e i 400. Tra di loro, 44 persone hanno dovuto subire un ricovero e 35 verserebbero in gravi condizioni. Il numero di vittime nel frattempo è salito a 9.

Secondo diversi esperti, tra cui i ricercatori dell'Imperial College di Londra, il numero effettivo dei contagi dovrebbe essere superiore e potrebbe toccare anche i 1.700. Se infatti è vero che il 2019-nCoV può venire trasmesso da persona a persona, è difficile pensare che si possa parlare solamente di qualche centinaio di casi, soprattutto in un'area urbana che conta 11 milioni di abitanti. Inoltre, come hai potuto vedere i sintomi iniziali sono simili a quelli di una normale influenza: una persona potrebbe dunque sottovalutarli e non recarsi subito in ospedale.

Quel che è certo è che l'infezione ha superato i confini della provincia di Hubei. Sono infatti stati confermati pochi episodi in tre altre città cinesi: Guangdong, Pechino e Shangai. Ma il virus è arrivato anche in altri Stati, come Taiwan, Giappone, Corea del Sud e Thailandia. Negli Stati Uniti, un uomo di rientro dalla Cina è ricoverato a Washington a causa di questa nuova polmonite virale.

Si tratta di 2019-nCoV il caso di Macao, una città che appartiene alla Cina, ma che ha ampi margini di autonomia, un po' come accade per Hong Kong. Questa è l'unica regione del Paese dove è ammesso giocare d'azzardo, potrai dunque immaginare quante persone giungano qui ogni giorno per approfittare di sale da gioco e casinò. Domenica scorsa è arrivata anche un'imprenditrice di 52 anni che aveva preso un treno dalla vicina città di Zhuhai e che, dopo aver mostrato i sintomi di una polmonite, è risultata positiva ai test per i Coronavirus.

Ora però si teme per quello che potrebbe accadere nei prossimi giorni. Il 25 gennaio è infatti il Capodanno cinese, una festa dalle dimensioni enormi e che prevede l'arrivo di tantissimi turisti e persone che vogliono celebrarlo in famiglia. Lo spostamento di ingenti masse di persone è naturalmente ha naturalmente un potenziale molto alto per quanto riguarda la diffusione del virus.

Le misure di sicurezza

Non appena capita l'entità del problema, sono subito scattate le misure di sicurezza. Prima di tutto in Cina, dove fin a subito è stata nominata una commissione straordinaria che si occupasse della questione, è stato chiuso il mercato di Wuhan e limitata la circolazione di persone provenienti da quella città.

Nel frattempo i principali aeroporti di Stati Uniti, Giappone, Australia ed Europa hanno istituito dei controlli di sicurezza serrati, mirati ai voli diretti o che arrivano dopo essere passati per Wuhan. In Italia, se ne occupa Fiumicino, cioè l'unico punto di arrivo del nostro Paese per quanto riguarda queste tratte. Qui il Ministero della Salute ha attivato alcuni scanner per il controllo della temperatura corporea dei passeggeri in arrivo e la compilazione di schede nelle quali dovrà essere indicato il percorso che si è compiuto per arrivare a Roma. Nel caso venga individuato un caso sospetto, viene subito dirottato verso l'Istituto nazionale Malattie Infettive Spallanzani.

In Italia, sono stati disposti controlli attraverso scanner che monitorano la temperatura corporea a Fiumicino, dove atterrano i voli da Wuhan

La Corea del Nord sta addirittura valutando di chiudere i confini, ma forse questa misura drastica viene presa in considerazione perché il Paese non avrebbe strumenti sanitari adeguati per contrastare un'eventuale epidemia.

In queste ore si stanno riunendo i membri dell'Organizzazione mondiale della sanità in una seduta straordinaria per fare il punto della situazione e decidere come sia meglio agire.

Devi preoccuparti?

In realtà, al momento non sappiamo se e quanto sia bene preoccuparci, anche se a leggere tutte queste informazioni forse ti sembrerà strano. Ma come ti dicevo prima, in questi casi è sempre bene guardare ai dati e non ai vari "allarmi" che vengono lanciati.

Secondo il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, "la possibilità che turisti europei vengano infettati dopo aver visitato banchi con animali vivi o bagnati (come i pesci o i molluschi) al mercato di Wuhan è moderata". E questo è piuttosto ovvio, perché il focolaio è partito proprio da lì. Come però avrai notato non si parla di probabilità "alta". Se poi sei stato di recente in questa città, ma non hai messo piede al mercato, si scende a "bassa". Infine, se né tu né una persona che frequenti abitualmente ha visto di recente questa zona del mondo, allora si arriva tranquillamente a un "molto bassa". Naturalmente, non può però venire esclusa del tutto.

Come si previene il contagio

Per essere tranquilli e non abbassare troppo la guardia, però, spediamo due parole anche sulla prevenzione. Per il nuovo virus funziona in modo molto simile che per l'influenza. Lavati spesso le mani, soprattutto dopo aver frequentato luoghi affollati e in ogni caso circa una volta ogni 30 o 40 minuti. Mantieni una certa distanza da una persona che starnutisce e se il malato sei tu, metti sempre un fazzoletto davanti alla bocca in modo da non spargere i germi nell'aria.

Se hai in programma un viaggio in Cina e non è urgente, sarebbe meglio rimandarlo a tempi più tranquilli. Se però non puoi proprio metterlo in stand-by allora il ministero della Salute raccomanda di sottoporsi a al vaccino antinfluenzale almeno due settimane prima della partenza. Per un farmaco mirato è invece ancora troppo presto: di solito si impiegano anni prima di sviluppare un prodotto farmaceutico di questo tipo contro un virus appena scoperto.

Altri consigli sono quelli di evitare i luoghi affollati, i mercati dove vengono esposti animali selvatici e creature marine, e di stare lontano da chiunque starnutisca.

Fonti| Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie; Organizzazione mondiale della sanità; Ministero della Salute

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.