Prova a immaginare di essere uno stratega e di poter origliare i tuoi avversari mentre confabulano sui loro piani segreti. Conoscendo le loro mosse sapresti come muoverti per non farti prendere di sorpresa e dove si nasconderebbe il loro punto debole. Sarebbe perfetto, vero? Pensa che questo “super orecchio” esiste davvero e ora è in mano alla medicina nella lotta ai tumori. In uno studio dell’University College di Londra i ricercatori sono infatti riusciti ad ascoltare e a decifrare le “voci” che le cellule tumorali si scambiano tra di loro per crescere e moltiplicarsi. Lo hai già capito: questo vantaggio può diventare importantissimo perché aiuterebbe gli scienziati a comprendere come fanno i tumori a sfuggire ai controlli del sistema immunitario e come imparano a resistere alle terapie. Una volta scoperte le loro mosse, si potrebbero sviluppare cure davvero efficaci.
Grazie alla tecnica che ti spiego tra qualche riga, i ricercatori dell’University College di Londra sono riusciti a individuare ben 28 “molecole segnale” scambiate da sei tipologie di cellule, su un totale di oltre un milione di cellule. Ovvero quelle molecole che inviano messaggi alle altre cellule su dove e come muoversi, aiutando quindi il tumore a svilupparsi e a diffondersi. Nei tessuti sani, i segnali sono strettamente controllati e così le cellule non possono crescere troppo in fretta, in tessuto danneggiato invece succede l’opposto: le cellule tumorali si impossessano della rete di segnali e decidono sostanzialmente per un destino diverso.
Per arrivare ad ascoltare le voci delle cellule tumorali, i ricercatori guidati dal dottor Christopher Tape hanno utilizzato degli organoidi, ovvero dei mini tumori coltivati in provetta. Avrai sentito parlare degli organi ricostruiti in laboratorio: ecco, gli organoidi sono proprio questo, delle versioni 3D semplificate e miniaturizzate di un organo o di un tessuto ricostruiti in vitro a partire da poche cellule di tessuto reali. Pensa però come sarebbe ascoltare tante persone che confabulano tutte insieme: non si capirebbe nulla. Per questo i ricercatori volevano individuare le molecole di segnalazione specifiche per ascoltare in modo preciso e distinto i messaggi e le indicazioni che inviano alle cellule vicine. Così hanno separato le singole cellule dell’organoide, hanno preso degli anticorpi e li hanno uniti ad atomi di metalli pesanti e poi hanno mescolato tutto insieme. So che sembra una procedura confusa, ma in realtà è molto ingegnosa perché gli anticorpi sono proteine che si legano selettivamente a determinate molecole di segnalazione del tumore. A questo punto hanno applicato un campo magnetico e grazie ai metalli che avevano inserito sono riusciti a separare e catturare le molecole segnale.
Devo frenare il tuo entusiasmo e dirti che si tratta comunque di una tecnica ancora in via di sperimentazione e di sviluppo. Ma è chiaro che apre lo stesso degli scenari davvero molto importanti. Capire come comunicano tra di loro le cellule potrebbe aiutare a capire meglio come i tumori sono riescono a bypassare il sistema immunitario. Da qui la speranza è di riuscire, presto, a trovare il modo battere l’avversario. Bloccando cioè le comunicazioni tra le cellule tumorali, impedendo di riprodursi e rendendo il tumore inefficace contro nuovi farmaci. Lo vedi anche tu il futuro?
Fonti | "Cell-type-specific signaling networks in heterocellular organoids", pubblicato su Nature Methods il 17 febbraio 2020; Airc