La sindrome da fatica cronica ti fa sentire sempre stanco, una sensazione che non passa nemmeno con il riposo e che tende a peggiorare anche dopo aver compiuto uno sforzo fisico minimo. Il sintomo principale consiste proprio in questa stanchezza continua, di lunga durata e senza motivo, definita anche astenia, che può diventare molto invalidante a lungo termine, ostacolando anche lo svolgimento delle azioni quotidiane più semplici, come vestirsi o fare una semplice passeggiata.
La stanchezza cronica si presenta più spesso tra le donne rispetto agli uomini e colpisce soprattutto tra i 20 e i 50 anni di età, anche se può comparire a qualsiasi età. Si tratta in ogni caso di un disturbo complesso, del quale non si conoscono ad oggi le cause esatte: si pensa che l'insorgenza della sindrome da fatica cronica sia dovuta a diversi fattori, anche se a volte si manifesta con alcuni sintomi che potrebbero farti pensare a un’influenza, come mal di gola o dolori muscolari. In altri casi, la stanchezza continua può associarsi anche ad altre malattie di vario tipo, come la mononucleosi o il diabete.
Il trattamento per questa sindrome può basarsi su una terapia volta ad alleviare i sintomi, un'attività fisica graduale e la terapia cognitivo-comportamentale, dato che chi si sente costantemente stanco rischia di subire conseguenze anche sul piano psicologico, come depressione, isolamento sociale e problemi di relazione.
La sindrome da fatica cronica, chiamata anche encefalomielite mialgica o CFS (dall'inglese Chronic Fatigue Syndrome) è caratterizzata da una grave stanchezza senza motivo che dura da 6 mesi o più e che è essere accompagnata da alcuni sintomi come il peggioramento della spossatezza dopo l'attività fisica, nessun miglioramento dopo il sonno, ma anche mal di testa o la faringite (mal di gola).
La stanchezza cronica è difficile da diagnosticare, anche perché non esistono al momento esami di laboratorio specifici per individuarla, ma soltanto alcuni criteri e linee guida che possono aiutare il medico a riconoscerla.
Solitamente le persone tra i 20 e i 50 anni sono quelle più colpite dall’encefalomielite mialgica, che è più frequente nelle donne. Se non rientri in queste categorie, però, non abbassare la guardia: la fatica cronica può manifestarsi in chiunque, persino nei tuoi bambini, e colpisce solo in Italia colpisce 200-300.000 persone (circa lo 0,5% della popolazione).
La sindrome di stanchezza cronica può durare anche per diversi anni, e siccome non esiste una cura definitiva l'unico trattamento possibile è rappresentato dalla gestione dei sintomi attraverso i farmaci prescritti dal medico, delle sedute di psicoterapia e qualche modifica al tuo stile di vita.
Sono tante le ricerche che hanno provato a indagare la possibile causa della sindrome da stanchezza cronica, che però al momento rimane sconosciuta. Rimane infatti da chiarire se l'origine di questa condizione sia fisica o psicologica, ma ad oggi si ipotizza che la sua comparsa possa dipendere dalla combinazione di più fattori, tra i quali:
Oltre alle possibili cause, che come ti dicevo possono agire anche combinate tra loro, esistono anche dei fattori di rischio che rendono più probabile l'insorgenza della CFS. Tra questi ci sono:
Il sintomo principale della sindrome da fatica cronica è una sensazione di stanchezza costante e immotivata, detta astenia, dalla durata di almeno 6 mesi. Questa grave spossatezza può presentarsi improvvisamente dopo una malattia o un altro evento stressante, oppure comparire senza alcuna causa apparente, e di solito dura a partire dal risveglio e per tutto il resto della giornata, diventando ancora più evidente dopo sforzi fisici anche minimi o durante periodi di stress.
L'astenia non è però l'unico segnale. Chi soffre di stanchezza cronica può infatti manifestare anche una serie di sintomi secondari, più o meno accentuati, che possono essere utili per la diagnosi:
Se avverti questi disturbi insieme alla sensazione di fatica prolungata di cui ti parlavo, allora dovresti parlarne subito con il tuo medico, poiché i sintomi che abbiamo appena visto potrebbero essere provocati anche da altre patologie che in alcuni casi si associano proprio alla stanchezza cronica. Sto parlando di:
Arrivare alla diagnosi della sindrome da stanchezza cronica è complicato per diversi motivi. In primis perché non esistono test di laboratorio specifici per diagnosticarla, e poi per via di uno scetticismo generico che ha fatto sì che questa condizione non fosse considerata una vera e propria malattia, ma venisse spesso scambiata per semplice mancanza di motivazione o depressione.
Proprio per questo, in alcuni casi sono necessari addirittura anni perché la sindrome da fatica cronica venga riconosciuta, con conseguenti difficoltà di chi ne è affetto e vede peggiorare gradualmente la sua qualità di vita.
A partire dal 2015 l'Health and Medicine Division of The National Academies of Sciences, Engineering, and Medicine ha riconosciuto la stanchezza cronica come malattia debilitante, definendola più precisamente malattia da intolleranza sistemica allo sforzo (SEID) e stabilendo dei criteri diagnostici più semplici e precisi. In altre parole, per essere affetto da sindrome da fatica cronica un paziente deve manifestare:
Inoltre, chi soffre di stanchezza cronica deve presentare almeno una tra:
Allo stesso tempo, naturalmente, sarà necessario svolgere gli esami necessari ad escludere altre possibili cause della stanchezza.
Se provi una sensazione di stanchezza che non passa mai e dura ormai da diversi mesi, la cosa migliore da fare è recarsi dal medico, che ti chiederà di descrivere il problema e gli eventuali altri sintomi che avverti. Sulla base di queste informazioni, potrebbe prescriverti una serie di test di laboratorio, anche per escludere altre possibili cause ed avvicinarsi così alla diagnosi della sindrome da fatica cronica. Tra questi check-up, che si svolgono con un semplice prelievo del sangue, ci sono:
A seconda dei risultati di questi esami, il medico potrà farsi un quadro più chiaro e capire qual è la causa della tua stanchezza cronica.
Esattamente come per i test diagnostici, attualmente non esistono terapie specifiche per curare definitivamente la sindrome da stanchezza cronica. Se sei affetto da questa condizione puoi comunque considerare alcuni approcci terapeutici, ma è giusto che tu sappia che si tratta di rimedi non sempre efficaci.
La terapia cognitivo-comportamentale consiste in una sessione di psicoterapia che ha lo scopo di aiutarti a riconoscere i sintomi della stanchezza cronica e accettare la condizione in cui ti trovi, favorendo un atteggiamento positivo che può aiutare la guarigione.
Un altro possibile approccio terapeutico è quello basato sull’esercizio graduale, che prevede lo svolgimento di attività fisica con un’intensità e una durata che aumentano mano a mano. Ovviamente sarà il tuo medico a concordare con te il tipo di allenamento da fare e come variarlo nel tempo, ma lo scopo è quello di tenerti in movimento per evitare un peggioramento dei sintomi della sindrome da fatica cronica.
Ti ho parlato di isolamento sociale e depressione come possibili conseguenze della stanchezza persistente: in questi casi, il tuo medico potrebbe prescriverti dei farmaci antidepressivi. Se invece la sindrome ti provoca forti dolori muscolari e articolari, probabilmente ti prescriverà degli antidolorifici.
Qualsiasi sia la terapia scelta, i sintomi della stanchezza cronica dovrebbero attenuarsi con il tempo e potrebbero addirittura scomparire completamente entro circa 5 anni dalla comparsa dei primi segnali. In ogni caso, ricordati che il disturbo può avere un decorso ciclico e ripresentarsi, quindi se hai superato la sindrome una prima volta e conosci già questa condizione, fai attenzione alla sintomatologia e scegli insieme al tuo medico le strategie più adatte per ridurre al minimo le ripercussioni sulla tua vita quotidiana.
Fonti| Osservatorio sulle malattie rare; Istituto superiore di sanità; MSD Manuals
(Pubblicato da Giulia Dallagiovanna il 30-4-2019
Modificato da Alessandro Bai il 21-7-2022)