Oltre le barriere grazie uno schermo: al Meyer c’è un servizio di mediazione linguistica per tradurre le cure alle famiglie straniere

Uno schermo attraverso il quale un mediatore linguistico e culturale apparirà nella stanza d’ospedale qualora vi sia necessità. È uno strumento utilizzato al Meyer di Firenze per favorire la comunicazione della cura tra i medici e i pazienti stranieri.
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Sara Del Dot 5 Agosto 2021
* ultima modifica il 05/08/2021

La medicina è cura e la cura è anche comunicazione. Soprattutto se tempestiva, chiara e completa. All’ospedale pediatrico Meyer di Firenze lo sanno bene. Di recente infatti ti abbiamo raccontato della decisione di lanciare un master sul tema della gentilezza dedicato a medici e operatori sanitari proprio per migliorare il rapporto con il paziente.

Un rapporto che include l’atteggiamento la cura e anche l’utilizzo delle parole. Ma cosa accade quando le parole pronunciate dal medico non vengono capite dal paziente e quest’ultimo non riesce a fare le domande cui avrebbe diritto per avere più chiara la situazione? Capita infatti che tra le sale del Meyer siano in cura piccoli pazienti stranieri, che capiscono poco l’italiano e quindi potrebbero avere bisogno di un supporto per ogni comunicazione di tipo medico. Per loro e, naturalmente, per le loro famiglie. Per questo, a volte nella stanza appare una persona in più, non fisicamente ma attraverso uno schermo, che esercita un ruolo importantissimo.

Da alcuni mesi, infatti, nell’ospedale è stato messo a disposizione un piccolo “robot” in grado, con un semplice click, di mettere in comunicazione medico, famiglia e un interprete in carne ed ossa ma da remoto che possa favorire la trasmissione di informazioni mediche, così da evitare incomprensioni o difficoltà comunicative su un tema così importante come la salute.

Un intervento che non riguarda soltanto la mera traduzione ma soprattutto un accompagnamento nella conoscenza della situazione sanitaria del paziente. Molto più di un semplice schermo in una stanza.

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.