Omicron 5 e il nuovo aumento dei contagi, il prof Pregliasco: “Ce lo aspettavamo, è una fase di transizione verso l’endemia”

L’indice di positività risale, i casi si moltiplicano e anche i ricoveri ospedalieri crescono. Secondo il virologo Fabrizio Pregliasco tutto dipende dalla nuova variante Omicron BA.5, più diffusiva e contagiosa, ma anche dall’assenza della maggior parte delle restrizioni. Eppure, per il momento, non serve fare allarmismi quanto piuttosto mettere in campo cautela, precauzione e buon senso.
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Kevin Ben Alì Zinati 24 Giugno 2022
* ultima modifica il 24/06/2022
In collaborazione con il Prof. Fabrizio Pregliasco Virologo dell’Università degli Studi di Milano e Direttore Sanitario dell'Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano

Guardando fuori dalla finestra, in queste ultime settimane probabilmente non hai visto schizzare in alto solamente i termometri per le temperature roventi.

Da giorni ormai in leggero ma costante aumento ci sono anche loro: i numeri della pandemia. Nonostante abbiamo abbandonato praticamente tutte le restrizioni e utilizziamo le mascherine solo sui mezzi di trasporto, il bollettino quotidiano diffuso del Ministero della Salute ti mette di fronte al fatto che la pandemia non è finita e Sars-CoV-2 non è scomparso.

L’indice di positività oggi è in risalita, i casi si moltiplicano così come anche i posti letto occupati nei reparti ospedalieri, terapie intensive comprese.

Il virus sta rialzando di nuovo la testa insomma, senza destare grosse preoccupazioni, per ora. “Siamo in una fase di transizione verso l’endemia e la convivenza con il virus ma non può essere un passaggio a zero contagi". Di fatto, il professor Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano e Direttore Sanitario dell'Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, ha ribadito quanto ci aveva già detto in occasione della fine dello stato di emergenza.

Quella che stiamo vivendo oggi non andrebbe visualizzata come una nuova ondata. I prossimi mesi (ma anche anni) secondo il virologo saranno come le onde generate da un sasso lanciato in uno stagno, “una convivenza con un andamento ondulante e a fasi alterne”.

Siamo in una fase di transizione verso l’endemia ma non può essere un passaggio a zero contagi

Prof Fabrizio Pregliasco, virologo

Quanto sta succedendo in questi giorni non sorprende del tutto. "Ci aspettavamo un aumento dei casi, specialmente in autunno-inverno con condizioni ambientali favorevoli alla diffusione del virus ma determinate circostanze l’hanno anticipato.

Una di queste è certamente la comparsa sulla scena delle nuove varianti del virus. Omicron BA.5 su tutte. “Una variante molto diffusiva, più contagiosa del morbillo e assai elusiva, visto che sfugge facilmente alla risposta immunitaria innescata con la guarigione o all’efficacia del vaccino”. 

Questa forma mutata di Sars-CoV-2 ha trovato terreno fertile nel mondo di oggi, la nuova libertà “che ci siamo giustamente guadagnati” e l’assenza delle precedenti restrizioni le hanno spianato la strada facilitando le occasioni di contagio.

Eppure, per il momento non serve fare troppi allarmismi. Il prof Pregliasco, infatti, ha spiegato che si tratta di una variante meno forte perché la sintomatologia di chi si infetta con Omicron 5 è molto più lieve rispetto alle altre”. 

Merito anche del fatto che la replicazione del virus avviene più nelle vie respiratorie superiori, “anche se in qualcuno dà comunque origine a polmoniti e quindi non è giusto che si è «raffreddorizzato»”, e anche del crescente numero di persone vaccinate.

Omicron 5 è una variante meno forte perché la sintomatologia che provoca è molto più lieve

Prof. Fabrizio Pregliasco, virologo

Questo rialzo procederà ancora qualche settimana – ha continuato Pregliasco – C’è di buono che la minor virulenza di Omicron 5 e una quota sempre maggiore di guariti e vaccinati in qualche modo riduce il numero dei casi gravi e quindi la pressione sul sistema sanitario”.

reinfezioni-covid

Secondo il virologo, dunque, le parole d’ordine per affrontare questa onda oscillante devono essere cautela e precauzione. Tradotto: servirà continuare a tenere monitorata la situazione dei contagi e degli ospedali e procedere con la campagna di vaccinazione. “Ciò che può fare la differenza nel passaggio verso l’endemia sono anche le terapie a base di farmaci antivirali orali o anticorpi monoclonali, specialmente per i soggetti fragili”. 

Non servirà reintrodurre le vecchie restrizioni quanto, piuttosto, mettere in campo il “buon senso. In passato andavamo al lavoro anche con 39° di febbre e starnuti: ecco, questo non sarebbe da farsi, serve maggior responsabilità da parte di tutti. Le mascherine? Usiamole come fossero degli occhiali da sole: quando servono. Non possiamo certo fermare il mondo, ma dobbiamo impegnarci per ridurre contagi e decessi”. 

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