Luigi e Giovanni stanno bene. Può sembrarti banale ma che i due gemellini oggi siano in buona salute è una grande notizia perché se la sono vista davvero brutta mentre erano ancora nell’utero della madre.
I due bambini stati i protagonisti di un intervento «record» eseguito preso la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma per una rara e grave patologia fetale, la cosiddetta sindrome da trasfusione feto-fetale e per questo sono entrati nelle pagine della letteratura scientifica ancora prima di venire al mondo.
Prima di proseguire, però, devo dirti che Luigi e Giovanni sono due nomi di fantasia. Servono per proteggere la loro privacy: la loro storia, invece, va raccontata per intero.
La mamma Felicia stava portando avanti una gravidanza gemellare monocoriale biamniotica. Significa che i due gemelli che aspettava condividevano una sola placenta e due sacchi amniotici.
Questo tipo di gravidanze rappresenta solo il 20% di tutte le gravidanze gemellari e sono anche tre le già rischiose dal momento che comportano un rischio molto più elevato di mortalità e morbilità rispetto alle gestazioni gemellari dicoriali, quindi con due placente per due gemelli.
Secondo gli esperti del Gemelli di Roma, questo tipo di gravidanze si complica nel 10-15% dei casi. Non poco insomma.
“Questo aumento di rischio è dovuto alla presenza di comunicazioni tra le due circolazioni fetali, che avviene attraverso dei vasi speciali” ha spiegato la dottoressa Elisa Bevilacqua, dirigente medico ad alta specializzazione presso l’Ambulatorio di Gravidanza Multipla del Servizio di Patologia Ostetrica.
In generale, il sistema di scambio di sangue attraverso questi vasi speciali è bilanciato tra i due feti ma può succedere che il sangue arrivi in maniera più copiosa da un gemello all’altro.
Questa condizione determina uno sbilanciamento dal punto di vista emodinamico e l’insorgenza della cosiddetta sindrome da trasfusione feto-fetale.
Quando succede “il gemello detto «donatore» si impoverisce di sangue con conseguente ridotta produzione di urina che porta ad una riduzione di liquido amniotico nel sacco nel quale è contenuto”. Il gemello «ricevente» al contrario riceve troppo sangue nella sua circolazione e rilasciando tanta pipì nel sacco amniotico fa in modo che il liquido amniotico nel suo sacco aumenti eccessivamente (complicanza detta polidramnios poliurico).
La sindrome da trasfusione feto-fetale è la più importante causa di morte e disabilità nei gemelli monocoriali e se non trattata il rischio di mortalità per entrambi i gemelli arriva anche al 95%.
Per questo Felicia e i bambini sono stati sottoposti a un delicato intervento di chirurgia fetale endoscopica per laser coagulazione delle anastomosi placentari.
In sostanza i chirurghi romani hanno inserito uno strumento detto fetoscopio, del diametro di appena 3 millimetri, all’interno della cavita amniotica del gemello «ricevente» passando attraverso l’addome della mamma in modo da avere una visione diretta della placenta.
Poi hanno proceduto con la divisione in due della placenta, la cosiddetta dicorionizzare, al fine di bloccare il passaggio di sangue da un gemello all’altro dividendo le circolazioni dei due piccoli e coagulando con il laser i vasi che le mettono in collegamento.
L’intervento quindi ha fatto sì che ciascun gemello avesse la propria parte di placenta, non più comunicante con quella dell’altro gemello.
L’intervento per fortuna è andato bene, anzi: è stata un successo. Luigi e Giovanni non hanno riportato alcun danno e non ci sono state complicazioni ostetriche per la mamma, Felicia.
I due gemellini sono nati con un taglio cesareo lo scorso 6 luglio scorso, a 35 settimane, e come ti ho detto all’inizio stanno bene. E dopo tutto questo, è la notizia più bella di tutte.
Fonte | Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma