Il famoso proverbio “più siamo, meglio è” oggi, in tempo di pandemia, puoi tradurlo così: più sono i medici e gli operatori sanitari che effettuano le vaccinazioni anti-Covid, più in fretta raggiungeremo l’immunità di gregge e più velocemente potremo quindi uscire dall’emergenza. Con questa idea è stato siglato il Protocollo d’intesa nazionale tra il Governo, le Regioni e i sindacati dei medici di famiglia Fimmg, Snami, Smi e Intesa Sindacale. Il nuovo accordo, che era atteso da settimane, ora rende ufficiale il coinvolgimento attivo dei medici di base nella campagna vaccinale anti-Covid. Significa che da oggi, la “puntura” di vaccino potrai effettuarla nello studio del tuo medico oppure anche direttamente a domicilio. Lo so che hai delle domande, per questo qui di seguito provo a risolvere i tuoi principali dubbi.
Il dottor Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione italiana dei medici di medicina generale, all’indomani dell’ufficialità dell’accordo ha chiarito che “almeno 35mila medici di famiglia, in tutta Italia, sarebbero pronti ad effettuare le vaccinazioni anti-Covid nei propri studi partendo da subito”.
Un numero non indifferente che rappresenterebbe un’importante accelerata per la campagna vaccinale. Soprattutto viste le due peculiarità che contraddistinguono il mondo del medici di famiglia sottolineate direttamente dal Ministro della Salute Roberto Speranza: “La loro capillarità e il loro rapporto di fiducia con le persone sono un valore aggiunto importante che ci consentirà, quando aumenteranno le dosi a disposizione, di rendere più forte la nostra campagna di vaccinazione”.
Una rete fitta che aiuterebbe a moltiplicare in tempi brevi gli attuali numeri del piano vaccini che, ad oggi, parlano di oltre 3 milioni e mezzo di somministrazioni e di quasi 1 milione e mezzo di persone già completamente vaccinate.
Secondo il Protocollo d’intesa, la popolazione che potrà usufruire della vaccinazione dal proprio medico di medicina generale verrà sancito dagli specifici accordi regionali, in base alla fascia di età, alle patologie e alle situazioni di cronicità di ciascun paziente.
L’organizzazione della vaccinazione da parte dei medici dovrà anche tener presente anche agli aspetti più logistici che, come ti ho raccontato prima, hanno sottolineato sia il segretario Fimmg Scotti che il Ministro Speranza: l’effettiva disponibilità di vaccini e la conservazione oltre ai luoghi idonei alla somministrazione.
La disponibilità di vaccini dipenderà chiaramente dai tempi e dalle quantità di farmaci che le aziende produttrici garantiranno al nostro Paese.
Il Protocollo ha comunque specificato che l’approvvigionamento per ciascun medico di medicina generale avverrà in tempi certi e soprattutto in quantità tali permettere di vaccinare i propri assistiti “coerentemente alle diverse fasi della campagna vaccinale ed ai relativi target di riferimento”.
Verranno ovviamente prese in considerazione anche le caratteristiche di conservazione dei singoli vaccini e la disponibilità degli strumenti di conservazione: come sai, il vaccino di AstraZeneca, per esempio, può essere conservato in frigorifero diversamente da quello Pfizer che, invece, necessita di temperature molto più basse. Puoi capire dunque che il prodotto di AstraZeneca sembra quello più adatto a questo impiego.
Il coinvolgimento dei medici di medicina generale è una grande novità perché aggiunge capillarità e velocità alla campagna vaccinale. La convenzione siglata infatti permetterà la vaccinazione all’interno degli stessi studi medici, laddove ovviamente siano rispettati i criteri organizzativi e logistici.
Significa quindi che se il luogo non dovesse essere adatto e se mancassero il personale amministrativo e infermieristico, allora i medici potrebbero comunque appoggiarsi agli spazi delle aziende sanitarie oppure direttamente a casa del paziente.
Fonte | Conferenza Stato-Regioni