Orecchio 3D su un bambino: ricostruito un padiglione auricolare al Meyer di Firenze

Al Meyer di Firenze si inaugura una nuova frontiera della chirurgia ricostruttiva. Grazie all’impiego di una stampante 3D è stato ricostruito un orecchio a un bambino di 13 anni affetto da micotia, una malformazione congenita che comporta il mancato sviluppo del padiglione auricolare.
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Gaia Cortese 22 Ottobre 2019
* ultima modifica il 22/09/2020

All'ospedale Meyer di Firenze è stato ricostruito un orecchio a un bambino attraverso una stampa in 3D. Il giovane paziente, di appena 13 anni, è affetto da microtia, una malformazione congenita rara che colpisce 5 bambini su 10mila, che comporta il mancato sviluppo del padiglione auricolare.

Nel caso di questo paziente la microtia è bilaterale, vale a dire che la patologia ha impedito a entrambi i padiglioni auricolari di svilupparsi correttamente. L'intervento che ha portato alla ricostruzione del padiglione auricolare ha interessato al momento un solo orecchio, ma nei prossimi mesi è previsto che si possa intervenire anche sull'altro orecchio, mediante una seconda analoga ricostruzione.

Si tratta del primo intervento in Italia che si avvale della tecnologia 3D e in sala con il team di chirurghi dell'ospedale pediatrico di Firenze, guidati dal dottor Flavio Facchini, erano presenti anche alcuni ingegneri del laboratorio T3Ddy, un'eccellenza che nasce dalla collaborazione tra il Meyer e il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell'Università di Firenze che lavora per l'applicazione delle tecnologie 3D più innovative nella pratica clinica.

Prima di procedere all'intervento vero e proprio in sala operatoria sono state fatte numerose simulazioni dai chirurghi. La forma esatta delle cartilagini del bambino con cui ricostruire l'orecchio è stata acquisita mediante Tac; in seguito, grazie a un software di ultima generazione, è stata stampata in 3D una copia delle cartilagini. Da questo modello tridimensionale si è potuta osservare la porzione di cartilagini da prelevare. Per definire con la massima precisione possibile quale forma avrebbe avuto l'orecchio del bambino, è stato preso a modello un orecchio della sua mamma. Attraverso diverse scansioni tridimensionali, il team del Meyer ne ha riprodotto il modello 3D. L'orecchio è stato poi stampato in tutte le sue parti e, una volta in sala operatoria, è stato di primaria importanza per plasmare le cartilagini in modo da ottenere un orecchio esteticamente uguale a quello vero.

“Il vantaggio di un intervento di questo tipo, rispetto a quelli eseguiti con la precedente tecnica 2D, è l'estrema precisione, che ha consentito di ridurre al minimo le cartilagini prelevate dalle coste del bambino. Quando siamo arrivati a prelevare le cartilagini sapevamo già i frammenti da utilizzare, perché il modello che avevamo stampato le riproduceva con fedeltà assoluta – ha spiegato il dottor Flavio Facchini -. La tecnica che abbiamo applicato al Meyer rappresenta il futuro della chirurgia: i modelli 3D consentono di pianificare l’intervento chirurgico e di adattare con estrema precisione il modello ricostruttivo al singolo paziente”.

Fonte | Ansa

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