
L’ortopnea rappresenta una manifestazione piuttosto specifica dell’insufficienza cardiaca, tuttavia può manifestarsi anche in pazienti che non ne sono affetti.
Il termine ortopnea deriva dal greco orthόs, cioè diritto, e pnèo, ossia respiro, e sta ad indicare una difficoltà respiratoria in posizione supina, quindi distesi, che costringe il paziente a sollevarsi per riuscire a respirare con più facilità.
Si tratta quindi di una difficoltà nella respirazione, se non addirittura una mancanza vera e propria di respiro, che migliora alzandosi (in ortostatismo, cioè in posizione eretta) o quando ci si mette in posizione seduta. Utilizzare uno o più cuscini mentre si dorme potrebbe agevolare e limitare la mancanza di fiato. Per capire la gravità dell’ortopnea è indicativo, infatti, il numero di cuscini che si utilizzano per riuscire a respirare bene: più sono più la situazione è grave.
Tra le altre tipologie di difficoltà respiratoria che non vanno confuse con l’ortopnea possiamo includere la platipnea (l’esatto opposto dell’ortopnea), quindi mancanza di respiro in posizione eretta, e la trepopnea, cioè la mancanza di respiro in posizione di decubito laterale, solamente in un lato ma non dall’altro.
Nella maggior parte dei casi l’ortopnea è un segno di insufficienza cardiaca; la mancanza di respiro potrebbe palesarsi anche durante la giornata, con un aumento di stanchezza generica, e durante la notte essere accompagnata in alcuni casi da un po’ di tosse.
L’ortopnea è causata principalmente da un aumento della pressione nei vasi sanguigni dei polmoni, a causa, come abbiamo già accennato, di insufficienza cardiaca: la posizione supina aumenta la quantità di sangue che si accumula nei polmoni e, se il cuore non è abbastanza forte per pompare in modo corretto il sangue in tutto il corpo, ciò può portare ad un aumento della pressione nei vasi dei polmoni che causa la mancanza di respiro. Si verifica un accumulo di liquido intorno ai polmoni che alla fine riesce a penetrare, causando una respirazione difficoltosa quando ci si sdraia.
Anche alcune patologie polmonari possono causare ortopnea, soprattutto quelle a produzione elevata di muco, che si accumula nei polmoni rendendone difficile l’espulsione e la respirazione.
Tra le altre cause si possono elencare:
La diagnosi di ortopnea inizierà innanzitutto con una valutazione dei sintomi e in seguito all’ottenimento delle risposte alle seguenti domande:
Il numero di cuscini utilizzati può essere indicativo nella determinazione della gravità della situazione.
Successivamente si proporranno diversi esami come:
La cura varierà in base alla causa sottostante di ortopnea. Per alleviare la mancanza di respiro si può, come abbiamo già riportato, utilizzare cuscini durante la notte per restare in posizione più elevata, delle strutture letto regolabili in altezza o avvalersi dell’ossigeno supplementare.
In caso di insufficienza cardiaca, la maggiore tra le cause di ortopnea, il trattamento può prevedere:
In caso di BPCO, quindi di ostruzione delle vie aeree, il trattamento può prevedere l’assunzione di farmaci che rilassano e riducono le infiammazioni, come broncodilatatori e steroidi per via inalatoria.
Se è l’obesità a causare l’ortopnea, il medico potrebbe prescrivere una dieta e aiutare il paziente ad improntare un diverso stile di vita, più sano.