Hai mai sentito parlare di otosclerosi? È una malattia non infiammatoria dell'orecchio che colpisce nello specifico la capsula labirintica, che è una sorta di guscio di osso che avvolge e protegge l'interno dell'organo. Il rischio è quello di perdere piano piano l'udito. Ma da cosa è causata questa patologia? Approfondiamo il problema.
Se vogliamo essere precisi dobbiamo dirti che, tecnicamente, il termine corretto sarebbe distrofia ossea della capsula labirintica. Cosa significa? Non è altro che la crescita anomala di tessuto osseo attorno alla staffa, ovvero uno degli ossicini che mette in contatto la membrana timpanica e la finestra ovale, permettendo la trasmissione delle vibrazioni sonore dall'esterno all'orecchio interno e quindi di sentire i suoni. La presenza di una formazione che lì, di norma, non dovrebbe esserci fa in modo che la staffa metta in atto movimenti più rigidi.
Il risultato è che l’osso, che ha ora dei movimenti limitati, non è più in grado di trasmettere le onde sonore ai liquidi labirintici, e tu sentirai quindi con maggiore difficoltà.
Ma esattamente quali sintomi dovresti notare per pensare di soffrine? Vediamoli insieme:
La causa dell’otosclerosi, o meglio del perché si formi questo osso, è attualmente sconosciuta. Il meccanismo sembra essere multifattoriale, cioè derivare da molti elementi. Potrebbe ad esempio esserci una base ereditaria, come anche una base ormonale-metabolica.
La diagnosi può essere fatta durante una visita specialistica dall'otorinolaringoiatra, che ti sottoporrà a due esami specifici: l’esame audiometrico tonale e l’esame impedenzometrico. Il secondo serve a controllare se senti meno del solito per problemi di trasmissione del suono per via aerea, via ossea o entrambe.
Devi sapere che, ad oggi, il trattamento più efficace è senza dubbio quello chirurgico, ma, in alternativa, esiste la protesizzazione acustica.
Cosa intendiamo con chirurgia? Stiamo parlando, nello specifico, di stapedotomia. Questo strano termine indica una procedura che permette di rimuovere una porzione della staffa e inserire una protesi al titanio. Il tutto viene eseguito attraverso l'utilizzo di strumenti come microaspiratori, microscopio operatorio, micropinze e un laser.
Non è un’operazione troppo invasiva e viene effettuata in regime di ricovero giornaliero. Anche la convalescenza è davvero di breve durata, quindi non devi temere un decorso lento e doloroso, anche potresti esserti spaventato a sentir parlare di protesi.
Fonte| Humanitas