Pesava 6 chili e misurava 20 centimetri di diametro.
Ma per descrivere ancora meglio la gravità della situazione, considera che la massatumorale aveva completamente occupato la cavità addominale comprimendo organi come lo stomaco, l’intestino, i reni, la vescica e i vasi sanguigni principali.
Questo era il quadro clinico con cui si è presentata al Policlinico di Palermo Maria, nome di fantasia dietro cui si cela una donna che nelle scorse ore è stata sottoposta a un delicato intervento di rimozione di una rara ed enorme massa addominale.
Maria da quasi un anno aveva notato un aumento del volume addominale e accusava difficoltà nelle fasi di digestione. Alla fine, le analisi erano riuscite a spiegare cosa la stesse colpendo: un cosiddetto “GIST”, ovvero un tumore stromale gastrointestinale.
Si tratta di una categoria di tumori particolarmente rari – considera che in Italia si registrano circa mille nuovi casi all’anno ogni anno – che originano dalle cellule interstiziali di Cajal, quelle cioè coinvolte nei processi di regolazione della motilità intestinale.
Di solito i GIST hanno un rischio molto basso e hanno dimensioni ridotte a qualche centimetro, in alcuni casi, tuttavia, possono diventare entità cliniche rilevanti con dimensioni ragguardevoli e conseguenze non indifferenti. Sto parlando di sanguinamenti digestivi o peritoneali e, soprattutto, di potenziali metastasi spesso limitate all’addome, quindi al fegato e al peritoneo.
Maria è stata dunque sottoposta a diversi accertamenti e un’accurata valutazione prima di essere trasportata in sala operatoria e operata in anestesia generale.
I chirurghi sono riusciti fortunatamente a rimuovere totalmente la massa che, come ti accennavo all’inizio, ormai aveva preso possesso della cavità addominale comprimendo altri organi vitali.
L’intervento è stato tempestivo e il decorso post-operatorio regolare. Dopo una degenza di 5 giorni, Maria è stata dimessa in buone condizioni di salute ed è tornata alle sue normali attività quotidiane.
Fonte | Policlinico di Palermo