Parto indotto, perché il medico stimola il travaglio e quali sono i rischi

Il parto indotto è una scelta del medico nel caso la mamma, superata la 37esima settimana, si possa trovare in una situazione medica rischiosa, per la sua salute o per quella del suo piccolino. In che cosa consiste e soprattutto quali sono le tecniche che posso far partire il travaglio al fine di ottenere una nascita naturale?
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Valentina Rorato 16 Marzo 2021
* ultima modifica il 15/04/2021

Il parto indotto indica l’induzione del travaglio, ovvero la stimolazione delle contrazioni uterine durante la gravidanza prima che il travaglio inizi da solo per ottenere un parto vaginale. Come mai si fa l’induzione e quali sono i rischi?

Che cos’è

Il parto indotto è la stimolazione delle contrazioni uterine durante la gravidanza prima che il travaglio inizi da solo. Il parto naturale è normalmente suddiviso in quattro tempi, ovvero quattro fasi: prodromica (il periodo di preparazione), dilatante, espulsiva e di secondamento, cioè di espulsione della placenta. E queste fasi iniziano naturalmente in qualsiasi momento tra le 37 e le 42 settimane di gravidanza. La cervice si ammorbidisce, potrai avvertire le prime contrazioni (che si intensificheranno un po’ alla volta), così come notare l’improvvisa rottura delle acqua.

Il parto indotto, o induzione, è quando questi processi vengono avviati artificialmente. Potrebbe comportare l'apertura meccanica della cervice, la rottura delle acque o l'uso di farmaci per iniziare le contrazioni.

Un travaglio indotto può essere più doloroso di un travaglio naturale. Nel travaglio naturale, le contrazioni si avviano lentamente, ma nel travaglio indotto possono partire subito forti. E poiché può essere più doloroso, è più probabile che tu voglia un qualche tipo di sollievo dal dolore. Ma non è tutto, perché spesso quando il travaglio viene avviato dal medico, potrebbero essere necessario interventi, come l’uso di pinze o ventosa.

Perché si fa l’induzione

Il medico potrebbe raccomandare l’induzione per vari motivi, principalmente quando c'è preoccupazione per la salute della madre o per la salute del bambino. Potresti quindi essere in queste situazioni:

  • Hai superato di 2 settimane il termine (+42)
  • Si sono rotte le acque e il travaglio non è partito
  • Hai un'infezione nell'utero (corioamnionite)
  • Il tuo bambino ha smesso di crescere al ritmo previsto (limitazione della crescita fetale)
  • Non c'è abbastanza liquido amniotico (oligoidramnios)
  • Hai il diabete
  • Hai la pressione alta
  • Hai un distaccamento della placenta
  • Hai una malattia renale
  • Sei obesa

Posso chiedere l’induzione?

Ci sono donne che si domandano se possono chiedere l’induzione, benché il medico non l’abbia proposta e non ci sia una situazione medica come quelle elencate sopra. In linea di massima, non si fa, perché il corpo hai i suoi tempi ed è giusto rispettarli in assenza di un’urgenza. Se però vivi lontano dall'ospedale e hai una storia di parti molto rapidi, un'induzione programmata potrebbe aiutarti a evitare un parto non assistito. In questi casi, il tuo medico confermerà che l'età gestazionale del tuo bambino è di almeno 39 settimane o più prima dell'induzione per ridurre il rischio di problemi di salute.

Rischi

Il parto indotto non è per tutti e potrebbero subentrare dei rischi. Prima di tutto non è consigliato se hai avuto un precedente taglio cesareo con un'incisione classica o un intervento chirurgico all'utero, ma anche se la tua placenta sta bloccando la cervice (placenta previa), o se il tuo bambino è podalico o in posizione trasversale.

Indurre il travaglio comporta i seguenti rischi:

  • Induzione fallita. Il 75% delle madri che affrontano l’induzione avranno un parto vaginale sereno, ciò significa che circa il 25% potrebbe aver bisogno di un taglio cesareo.
  • Bassa frequenza cardiaca. I farmaci usati per indurre il travaglio – ossitocina o prostaglandina – potrebbero causare contrazioni eccessive, che possono diminuire l'apporto di ossigeno del bambino e abbassare la sua frequenza cardiaca.
  • Infezione. Alcuni metodi di induzione del travaglio, come lo scollamento delle membrane, potrebbero aumentare il rischio di infezione sia per la madre sia per il bambino.
  • Rottura uterina. Questa è una complicanza rara ma grave.
  • Emorragia dopo il parto. L'induzione del travaglio aumenta il rischio che i muscoli uterini non si contraggano correttamente dopo il parto (atonia uterina), il che può portare a gravi emorragie.

Tecniche per indurre il travaglio

Esistono diverse tecniche per indurre il travaglio. A seconda delle circostanze, il tuo medico potrebbe scegliere:

Maturazione cervicale

La maturazione cervicale è il processo che anticipa la dilatazione e l'assottigliamento dell'utero. Per ottenere questo risultato il medico potrebbe somministrare alla gravida delle prostaglandine sintetiche, per bocca o per via vaginale in gel o fettuccia. Sempre in questa “categoria”, rientra anche il posizionamento di un catetere a palloncino, un piccolo tubo attaccato a un palloncino che viene inserito nella cervice. Il palloncino viene gonfiato con soluzione salina, che di solito esercita una pressione sufficiente sulla cervice perché si apra. Rimane in posizione per un massimo di 15 ore, quindi sarai esaminato di nuovo.

Scollamento delle membrane

Il medico, per lo scollamento delle membrane, inserisce la mano nell’utero e applica delle manovre delicate, ma molto fastidiose, per separare il sacco amniotico dalle pareti uterine interne. Gli effetti non sono sempre immediati. E dopo questa tecnica potresti avere delle perdite, per cui va subito avvisato il ginecologo.

Rottura del sacco amniotico

Con questa tecnica, nota anche come amniotomia, il tuo medico fa una piccola apertura nel sacco amniotico con un gancio di plastica. Potresti sentire un caldo getto di liquido quando il sacco si apre, noto anche come rottura dell'acqua. Un'amniotomia viene eseguita solo se la cervice è parzialmente dilatata e assottigliata e la testa del bambino è profonda nel bacino. La frequenza cardiaca del tuo bambino verrà monitorata prima e dopo la procedura. Il tuo medico esaminerà il liquido amniotico per tracce di rifiuti fecali (meconio).

Ossitocina

In ospedale, il tuo medico potrebbe darti per via endovenosa una versione sintetica di ossitocina, un ormone che provoca la contrazione dell'utero. L'ossitocina è più efficace nell'accelerare il travaglio già iniziato di quanto non lo sia come agente di maturazione cervicale. Le tue contrazioni e la frequenza cardiaca del tuo bambino saranno costantemente monitorate.

Tieni presente che il tuo medico potrebbe anche utilizzare una combinazione di questi metodi per indurre il travaglio.

Fonte | Msd Manuals

Contenuto validato dal Comitato Scientifico di Ohga
Il Comitato Scientifico di Ohga è composto da medici, specialisti ed esperti con funzione di validazione dei contenuti del giornale che trattano argomenti medico-scientifici. Si occupa di assicurare la qualità, l’accuratezza, l’affidabilità e l’aggiornamento di tali contenuti attraverso le proprie valutazioni e apposite verifiche.
Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.