Le immagini di Nicolò Martinenghi esultante a bordo piscina ancora oggi stanno inondando telegiornali e feed social. E lo faranno per molto tempo ancora.
Sì, perché il nuotatore varesino, classe 1999, domenica 28 luglio è stato il più veloce di tutti e grazie a uno spaventoso tempo di 59.03 secondi si è aggiudicato i 100metri rana, conquistando la prima medaglia d’oro italiana alle Olimpiadi 2024.
L’Italia intera ha tremato quando Nicolò ha toccato per primo il bordo della vasca della piscina olimpionica di Parigi e quegli scatti che lo vedono con braccia e indici rivolti al cielo sono già diventati leggendari.
Un dettaglio però ha colpito e incuriosito un dettaglio. Ovvero quei piccoli cerchi scuri sulla schiena e sulle spalle del nuotatore italiano: una sorta di mantello a pois sulla pelle.
Di che si tratta? Il mistero è presto svelato. Sono i segni della coppettazione, una tecnica della medicina tradizionale cinese che da diversi anni molti sportivi, soprattutto nuotatori, utilizzano come terapia antalgica e miorilassante per ridurre il dolore e rilassare i muscoli.
Risalente al 3000 a.C e geolocalizzata nella zona di mondo tra Cina e Medio Oriente, la coppettazione, nota anche come cupping, è una pratica che consiste nel appoggiare uno o più bicchieri di vetro (a volte anche di ceramica, bambù o plastica) sulla pelle e al suo interno creare una pressione negativa attraverso l’applicazione di una piccola fiamma o un dispositivo ad hoc.
Lo scopo è quello di rimuovere l’ossigeno al suo interno e farlo funzionare esattamente come farebbe una ventosa piccola per aspirare e risucchiare dentro di sé lo strato di pelle sopra cui è posizionato.
Questo permette di rimuovere ristagni di liquidi o tossine ripristinando il normale afflusso di sangue, e quindi di calore, in quella determinata parte del corpo e favorire così il rilassamento del muscolo e la riduzione del dolore.
Solitamente i vasetti restano a contatto con la pelle tra i 5 e i 15 minuti e i segni lasciati dall’aspirazione tendono a durare per qualche giorno dopo il trattamento.
Come detto, il cupping rientra tra le pratiche della medicina tradizionale cinese e ad oggi non gode del supporto della letteratura scientifica perché gli articoli che ne studiano i meccanismi di azione e gli effetti sono ancora piuttosto rari.
Tuttavia, la tecnica viene comunque utilizzata per diversi scopi terapeutici: per contrastare la cellulite, per esempio, ma anche per cercare sollievo da altre condizioni come il mal di schiena (lombosciatalgia), i dolori cronici e addirittura alcune malattie respiratorie.
Fonte | Humanitas