Perché si scatena uno shock anafilattico e come intervenire

Si tratta di una reazione allergica improvvisa e molto intensa. Intervenire con tempestività è fondamentale per salvare la vita alla persona che ne viene colpita. I sintomi infatti insorgono in modo molto rapido e tra le conseguenze può esserci anche il decesso.
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Giulia Dallagiovanna 14 Luglio 2021
* ultima modifica il 24/08/2023

Lo shock anafilattico è una reazione allergica improvvisa e molto grave, sulla quale si deve intervenire subito per evitare le conseguenze peggiori, tra cui il decesso. Può insorgere in seguito all'ingestione di alcuni cibi, alla puntura di un insetto o all'assunzione di farmaci nei confronti dei quali hai sviluppato un'ipersensibilità. Quello che forse non sapevi, però, è che si verifica solo a una seconda esposizione all'allergene. E questa è anche una buona notizia, perché suggerisce che si possa prevenire.

Cos'è

Lo shock anafilattico è un tipo di shock provocato da una risposta allergica improvvisa e molto intensa. Si deve verificare entro pochi minuti dal contatto con l'allergene ed è molto raro che insorga dopo un'ora. Inoltre, minore è la distanza di tempo tra l'esposizione all'oggetto della tua allergia e lo sviluppo dei sintomi dell'anafilassi, più grave potrebbe risultare il decorso.

Bisogna anche dire però che lo shock non è immediato per qualunque soggetto allergico che entri in contatto con l'allergene. Ci sono alcune variabili da tenere in considerazione come le condizioni individuali, ovvero quanto è sviluppata l'ipersensibilità, la via di assimilazione dell'allergene, che sia la cute o il tratto gastrointestinale ad esempio, dalla quantità di sostanza allergenica con cui sei ti sei scontrato. Per alcune persone, però, è sufficiente anche una porzione molto piccola di allergene e insorge comunque una reazione avversa grave.

I sintomi

Saper riconoscere subito uno shock anafilattico è davvero importante per poter intervenire subito e salvare la vita alla persona che ne è colpita. Vediamo allora quali sono i possibili sintomi a cui fare attenzione. Prima di tutto tieni presente che le manifestazioni sono diverse e complesse, perché coinvolgono da subito diversi apparati. Di solito a essere interessati sono soprattutto la pelle, le vie respiratorie, l'apparato cardiovascolare, l'apparato gastro-intestinale e a volte anche il sistema neurologico.

Un altro aspetto da tenere presente è che quando compare il primo sintomo, tutti gli altri insorgono uno dopo l'altro in modo molto rapido. L'ordine può variare, ma nella maggior parte dei casi i primi segnali sono formicolio e senso di calore alla testa e alle estremità. A quel punto possono comparire: orticaria, angioedema, rinite allergica, difficoltà respiratoria, prurito al palato e alla lingua, voce alterata, rigonfiamento dei tessuti attorno all'area delle corde vocali, asma, vomito, diarrea, ipotensione, tachicardia e aritmia.

Altri quadri clinici possibili

Ci sono poi delle situazioni che non sono tipiche dello shock anafilattico, ma che possono comunque insorgere. Un esempio può essere la ripresa dei sintomi dopo circa un'ora che questi si erano risolti e senza che tu sia entrato di nuovo in contatto con l'allergene. Si parla in questo caso di anafilassi bifasica e di solito il tempo di latenza può arrivare anche a sei ore. Anzi in alcuni casi sono state raggiunte le 24 ore. Inoltre, è possibile che questo nuovo episodio sia più grave.

Se invece le manifestazioni proseguono, nonostante il trattamento con le cure adeguate, potresti essere di fronte a quella che viene definita anafilassi protratta.

Infine potrebbe capitare che lo shock anafilattico sia in qualche modo stimolato dall'esercizio fisico. Esiste ad esempio la possibilità che tu abbia sviluppato un'ipersensibilità a un determinato alimento, ma continui a mangiarlo senza accusare alcun problema. L'anafilassi insorge solo se prima o dopo il consumo di quell'alimento, decidi di allenarti. A volte la reazione può essere favorita anche dall'assunzione di farmaci come FANS o dalle temperature molto basse. Questa condizione prende proprio il nome di anafilassi da esercizio fisico e si pensa che sia riconducibile al fatto che l'allenamento possa aumentare la permeabilità intestinale.

Le cause

Ma come mai una semplice allergia può arrivare minacciare la tua vita? Le cause dello shock anafilattico sono da ricercarsi negli anticorpi IgE che reagiscono all'entrata nel tuo corpo di un allergene che, per la verità, è una sostanza innocua per tutte le altre persone. Il problema è che queste immunoglobuline si fissano poi sulle superficie di alcuni globuli bianchi, i mastociti e i basofili. Queste cellule contengono istamina e altre sostanze che, quando l'organismo entra per la seconda volta in contatto con l'allergene, vengono rilasciate e provocano un'infiammazione. E da qui si scatena lo shock anafilattico vero e proprio.

Tra i più frequenti responsabili di questa grave reazione possiamo citare alimenti come le uova o le arachidi, il veleno di insetti come api e vespe, farmaci come penicillina, FANS e mezzo di contrasto iniettato per una TAC o una risonanza magnetica.

Le conseguenze

Le conseguenze dello shock anafilattico possono essere anche molto gravi, fino ad arrivare al decesso. Tieni presente, però, che non tutti i soggetti allergici devono per forza incorrere nell'anafilassi. La sua incidenza è stimata più o meno in 30 o 50 casi all'anno ogni 100mila abitanti e la mortalità, per fortuna, è molto bassa, attorno allo 0,0006%. Questo perché se si interviene in tempo è possibile salvare la vita della persona che ne viene colta.

A livello europeo esiste un vero e proprio registro delle anafilassi che permette di controllare l'insorgenza di nuove allergie e la frequenza con cui gli episodi più gravi si verificano.

La cura

Le cure tempestive sono fondamentali per placare subito i sintomi dello shock anafilattico ed evitare che si arrivi ai più gravi. L'adrenalina è il farmaco salvavita che una persona a rischio dovrebbe avere sempre con sé. Consente di intervenire nel momento acuto dell'anafilassi, cioè quando iniziano a comparire tutti i sintomi in modo molto rapido. Imparare a iniettarla può essere sempre utile, se ti trovi accanto a una persona colta da un episodio.

Esiste un apposito autoiniettore e fiale predosate che anche tu puoi imparare a utilizzare. Non appena si avvertono i primi sintomi, il farmaco deve essere somministrato per via intramuscolare. Di solito si utilizza la coscia e si può anche passare attraverso gli indumenti, senza perdere tempo. Di norma la siringa viene inserita e si sente un piccolo click che segnala l'apertura. A quel punto è necessario lasciarla in sede per almeno 10 secondi e lasciare che il farmaco penetri nei tessuti.

Una volta che i sintomi sembrano essersi attenutati, è bene portare subito la persona al pronto soccorso. Dovrà infatti rimanere in osservazione per almeno 4 o 6 ore, per accertarsi che le manifestazioni non si ripresentino. E naturalmente sarà fondamentale l'intervento tempestivo dei soccorsi, se i sintomi non si calmano dopo una decina di minuti che l'adrenalina è stata somministrata. In ospedale si riceveranno altre terapie di supporto, tra cui l'ossigeno.

Fonte|Ospedale Bambino Gesù

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