Perdere una persona cara può accelerare l’invecchiamento

Secondo uno studio americano, subire il lutto di una persona cara, specialmente in età adulta, può accelerare il graduale declino del funzionamento delle cellule, e quindi di tessuti e organi favorendo così un aumentato rischio di malattie croniche.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Kevin Ben Alì Zinati 1 Agosto 2024
* ultima modifica il 01/08/2024

Perdere una persona cara è qualcosa tragico e devastante, uno di quegli eventi che destabilizza la vita e il suo ordine, portandoci a questionarne pure il senso.

Ma un lutto è anche un colpo alla nostra salute, psicologica e fisica. La scienza da tempo sa che quando un familiare stretto viene a mancare possono aumentare i rischi di malattie cardiache, di demenza e anche il rischio di mortalità e possono insorgere problemi capaci di persistere per lungo tempo.

Secondo uno studio della Columbia University Mailman School of Public Health e del Butler Columbia Aging Center, un lutto è anche in grado di accelerare l’invecchiamento.

I dati descritti sulla rivista Jama Network Open sembrerebbero dimostrare che le persone colpite dalla scomparsa di un genitore, un partner, un fratello o un figlio avrebbero riportato segni di invecchiamento biologico più forti e chiari rispetto a chi invece non aveva subìto alcuna perdita.

I ricercatori statunitensi credono insomma che perdere una persona cara possa accelerare il graduale declino del funzionamento delle cellule, e quindi quello dei tessuti e degli organi favorendo così un aumentato rischio di malattie croniche.

Lo studio ha utilizzato dati contenuti nel National Longitudinal Study of Adolescent to Adult Health avviato nel 1994-95 e che ha messo al centro dell’attenzione un vastissimo numero di partecipanti seguiti dall’adolescenza fino all'età adulta.

Gli scienziati nello specifico si sono concentrati su un campione di oltre 20mila adolescenti e sui loro lutti familiari vissuti durante l'infanzia o l’adolescenza, dunque fino a 18 anni, e quelli in età adulta, fino ai 43 anni.

Quasi il 40% dei partecipanti aveva subito almeno una perdita in età adulta tra i 33 e i 43 anni. La perdita dei genitori era più comune tra gli adulti piuttosto che tra gli adolescenti (27% contro 6%).

Analizzando poi i dati, è sembrato chiaro che che chi aveva vissuto due o più perdite mostrava un’età biologica più avanzata. Subire due o più perdite in età adulta era più fortemente collegato all'invecchiamento biologico rispetto a una perdita e significativamente di più rispetto a nessuna perdita.

"La connessione tra la perdita di persone care e problemi di salute nel corso della vita è ben consolidata. Ma alcune fasi della vita potrebbero essere più vulnerabili ai rischi per la salute associati alla perdita e l'accumulo di perdite sembra essere un fattore significativa” ha spiegato Allison Aiello, PhD, professore di longevità sanitaria presso James S. Jackson in epidemiologia e autore principale dello studio.

Fonte | "Familial Loss of a Loved One and Biological Aging" pubblicato il 29 luglio 2024 sulla rivista Jama Network Open

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.