Prevenire la malattia o prevenire l’infezione: cosa sono in grado di fare i nuovi vaccini contro il Covid?

Il SARS-Cov-2 è il virus che provoca l’infezione, mentre il Covid-19 è la malattia con la relativa comparsa dei sintomi. Chi è asintomatico ha contratto l’infezione, ma non la malattia. E questo è anche lo scopo dei primi vaccini che sono stati prodotti finora. Ma tra i dati forniti da Moderna e pubblicati dall’FDA è comparsa una piacevole sorpresa, che deve ancora essere confermata.
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Giulia Dallagiovanna 16 Dicembre 2020
* ultima modifica il 18/01/2021

Prima di tutto, la notizia è che da oggi si parla di vaccini, non di vaccino al singolare o di semplici candidati. L'FDA (Food and Drug Administration), l'ente che regola il commercio dei farmaci negli Stati Uniti, ha approvato anche il farmaco sviluppato da Moderna, una piccola azienda di biotecnologie che ha sede nello stato delle Massachusetts, assieme al NIAID (Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive). La tecnologia con il quale è stato prodotto è molto simile a quella utilizzata Pfizer-BioNTech e anche i risultati sono praticamente identici. I dati sono stati resi pubblici proprio dall'FDA. Questa volta però c'è un particolare che ha sottolineato in particolare il professor Roberto Burioni: è probabile che questo secondo vaccino sia in grado di proteggerci anche dall'infezione. Ma cosa significa?

Prima di tutto, è bene chiarire che il primo scopo dei primi due farmaci che hanno ricevuto il via libera è quello di prevenire la malattia. In altre parole, faranno in modo che, nel caso tu entrassi in contatto con il SARS-Cov-2, non sviluppi mai il Covid-19 vero e proprio, ma rimanga al massimo positivo asintomatico. Questo significa che nessuno dovrebbe più rischiare di finire ricoverato o, addirittura, di morire a causa del Coronavirus. E sarebbe già un risultato importantissimo, il primo vero punto che dobbiamo segnare.

Lo scopo dei vaccini sviluppati finora è quello di prevenire la malattia, cioè il Covid-19

Il problema è che le dosi non saranno disponibili da subito per tutti. Inoltre esiste una piccola parte di popolazione, circa il 5%, che non può sottoporsi alla vaccinazione perché le sue condizioni di salute non glielo permettono. Se quindi il virus ha comunque libertà di circolare potrebbe venire trasmesso da una persona già immunizzata, ma comunque positiva asintomatica, a un soggetto a rischio. Il condizionale è d'obbligo perché non è per nulla sicuro che questo evento possa verificarsi. Chi infatti ha ricevuto il farmaco, potrebbe anche produrre una quantità di anticorpi tali da tenere a bada il SARS-Cov-2 e impedirgli di essere ancora infettivo.

Ad ogni modo, va da sé che l'ideale a cui si aspira è quello di eliminare completamente il Coronavirus dalle nostre vite. Non è come dirlo, ma è già stato possibile in passato, basti pensare a che fine abbiano fatto il vaiolo o la poliomielite nel nostro Paese. Ed è qui che arriva una piacevole sorpresa. Stando a quanto si legge sul report di FDA, dopo la prima dose del vaccino di Moderna, i volontari della sperimentazione si sono sottoposti a un tampone molecolare. Sono stati così individuati 38 positivi asintomatici nel gruppo che aveva ricevuto il placebo e solo 14 in quello a cui invece era stato iniettato il vaccino.

Sembra quindi che già dopo solo una dose di vaccino, si sia ridotto il rischio di contrarre un'infezione provocata dal SARS-Cov-2. Il virus quindi non è in grado di replicarsi nell'organismo perché gli anticorpi sviluppati glielo impediscono. Per ora si parla solo di numeri piccoli, ma se questi risultati fossero confermati, significherebbe davvero poter dire addio al Coronavirus in modo definitivo.

Altre buone notizie riguardano l'efficacia della soluzione di Moderna, che è risultata pari al 94,4%. Un numero davvero alto e che è praticamente identico a quello di Pfizer-BioNTech (95%). Questo significa che i dati sono davvero affidabili dal momento che due farmaci, prodotti con tecnologia simile e testati in due percorsi di sperimentazione totalmente separati, hanno fornito risultati sovrapponibili. Ora si attende la prima riunione dell'Ema, l'Agenzia europea per il farmaco, fissata per il 21 dicembre. E se arriverà un parere positivo, si partirà con le vaccinazioni anche in Europa. Se hai un amico che lavora in un ospedale, potrebbe essere vaccinato addirittura prima che il 2020 sia finito.

Fonte| "Vaccines and Related Biological Products Advisory Committee Meeting Presentation" pubblicato da FDA il 15 dicembre 2020

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