La frequenza di priapismo è maggiore negli uomini tra i 20 e i 50 anni; la causa principale di insorgenza (circa i due terzi dei casi) è dovuta all’utilizzo di farmaci per contrastare la disfunzione erettile.
Con priapismo si intende il disturbo in cui il pene mantiene un’erezione rigida e prolungata (si tratta di durate superiori alle 4 ore) in assenza di stimolazione, non accompagnata da desiderio sessuale, ma associata a dolore. Durante una normale erezione il pene si irrigidisce grazie all’aumento del flusso sanguigno e il rilassamento dei muscoli lisci; al termine della stimolazione normalmente il sangue defluisce dal pene mettendo fine all’erezione: quando il ritorno alla normale condizione non avviene siamo in presenza di priapismo.
L’etimologia del termine deriva dalla divinità greca Priapo, simbolo della forza generativa maschile e della fecondità della natura, spesso rappresentato con un fallo di dimensioni sproporzionate: anche per questo motivo il priapismo viene spesso erroneamente utilizzato come sinonimo di satiriasi, ossia l’aumento morboso dell’istinto sessuale maschile, dimenticando che lo stesso non provoca eccitazione o piacere in chi ne è affetto.
La patologia si suddivide in due categorie: ischemica e non ischemica; è molto importante intervenire tempestivamente, nei casi di priapismo ischemico, per evitare complicazioni successive legate al mancato efflusso di sangue, che potrebbero portare a necrosi dei tessuti con conseguenze permanenti come disfunzione erettile e impotenza.
Spesso si sente parlare erroneamente di priapismo notturno quando si presentano erezioni dolorose notturne anormali: sebbene abbia molto in comune la condizione non è associata a priapismo (solitamente durano meno di un’ora), ma da altre condizioni sottostanti che mantengono inalterate le normali funzionalità del pene durante il giorno.
Come abbiamo accennato il priapismo si suddivide in ischemico e non ischemico. Le cause quindi possono essere differenti, in base alle due categorie.
Tra le cause ischemiche possiamo elencare:
Tra le cause di priapismo non ischemico, che è meno comune, possiamo trovare:
Il priapismo è un processo patologico dovuto al rilassamento della muscolatura liscia che costituisce le arterie che porta ad un aumento del calibro dei vasi sanguigni, chiamato vasodilatazione: nel priapismo non vi è la capacità di invertire questo processo e permettere l’efflusso del sangue, per questo motivo l’erezione persiste.
Per quanto riguarda il priapismo ischemico, al rilassamento della muscolatura liscia sono associate manifestazioni quali:
Il priapismo viene definito tale solitamente quando l’erezione ha una durata di oltre 4 ore: i danni ai tessuti iniziano a presentarsi dopo le 6 ore, mentre cambiamenti strutturali permanenti si possono sviluppare dopo le 12 ore; i danni maggiori, che possono portare alla disfunzione erettile permanente iniziano entro le 36 ore. Tra coloro che sono stati affetti da priapismo per almeno 24 ore, circa la quasi totalità ha subito dei danni permanenti, non riuscendo più ad avere rapporti sessuali dopo di esso.
I casi di priapismo non ischemico, quindi dovuti nella maggior parte dei casi da traumi o lesioni, sono generalmente indolori e solitamente si risolvono spontaneamente, senza necessità di cure mediche urgenti.
Le complicazioni maggiori di priapismo si verificano nei casi di priapismo ischemico perché, come abbiamo accennato, quello non ischemico solitamente ha una prognosi favorevole, essendo causato perlopiù da condizioni meccaniche temporanee, e di solito tende a risolversi senza causare complicanze.
Nei casi ischemici il sangue che rimane intrappolato nel pene senza poter defluire per un periodo lungo viene privato dell’ossigeno e, quando la mancanza di ossigeno dura per diverse ore, si può assistere ad un danneggiamento dei tessuti. Il priapismo che non viene adeguatamente e tempestivamente trattato può portare ad una situazione di disfunzione erettile perenne e, nei casi più gravi, a necrosi e cancrena del pene.
La cura per ilpriapismo varierà in base alla natura dello stesso.
Nei casi di priapismo ischemico le procedure da adottare sono le seguenti:
Nei casi di priapismo non ischemico, invece: