Quando il ginocchio comincia a essere dolorante, fai fatica anche a compiere pochi passi e il movimento in generale è molto limitato, potresti soffrire di artrosi, una malattia degenerativa delle articolazioni. Una delle soluzioni, come saprai, è l’intervento di protesi al ginocchio, che ti permette di tornare a camminare e compiere le normali attività quotidiane. In Italia se ne impiantano circa 80.000 ogni anno, e si operano più le donne (68%) che gli uomini (32%). E il numero degli interventi è in costante aumento. Ma la protesi è sempre la soluzione migliore? In quali casi va indicata e quando, invece, può essere evitata? Esistono delle efficaci alternative? Cerchiamo di capire insieme i quali casi è opportuno sottoporsi a questo interventi.
La protesi al ginocchio serve a riprendere a camminare e svolgere le normali azioni quotidiane. Quando l'artrosi inficia in modo significativo la qualità della tua vita, rendendoti difficoltoso il cammino, causandoti dolori notturni e le alternative non chirurgiche per te si dimostrano inefficaci (terapia farmacologica o trattamenti fisioterapici), l’intervento di protesi al ginocchio rimane l’unica soluzione.
Il ginocchio, come saprai, è probabilmente la parte anatomica più complessa del nostro organismo: composto da diverse strutture (ossa, tessuti cartilaginei, muscoli, menischi e legamenti), questa articolazione collega la coscia con la gamba, conferisce stabilità e mobilità gli arti inferiori, permettendoci di muoverci e mantenerci in equilibrio su qualsiasi superficie.
L’artrosi, nello specifico, insorge in seguito alla perdita progressiva della cartilagine articolare (il tessuto connettivo, molto elastico, che ricopre le articolazioni), causando dolore e difficoltà di movimento. Si manifesta in età avanzata e interessa, in modo lieve, oltre il 90% della popolazione ultrasettantenne. Può comparire anche in soggetti più giovani, ad esempio in seguito a traumi e a lesioni meniscali o legamentose (artrosi post-traumatica) o artrite reumatoide.
Con l'intervento di protesi potresti anche poter riprendere alcune della attività sportive che facevi prima dell'intervento o considerarne altre.
L'intervento di protesi al ginocchio è generalmente efficace ma devi sapere innanzitutto che la protesi non sostituisce il ginocchio, ne riveste solo le superfici articolari. I risultati degli impianti sono molto buoni e la quasi totalità di chi si sottopone a questo impianto è molto soddisfatta dei risultati, ma ricordati che la protesi non può riprodurre fedelmente il movimento naturale del ginocchio.
Le protesi possono essere di due tipi: totali o monocompartimentali.
Nei casi di insuccesso (dolore o usura) si può procedere alla revisione che consiste nel reimpiantare la protesi. Per questo tipo di operazione ti viene richiesta una preparazione muscolare da effettuare prima dell’intervento, con attività specifiche per rinforzare i muscoli dell’arto interessato. Per impiantare la protesi si utilizza soprattutto l’anestesia spinale, non generale: rimarrai quindi cosciente durante tutto l’intervento. Il ricovero può durare dai 4 ai 7 giorni. I tempi di recupero e il percorso riabilitativo possono durare alcuni mesi: per i primi 30 giorni dovrai usare le stampelle, in seguito praticherai esercizi di fisioterapia.
Secondo l’ultimo report RIAP (Registro Italiano Artro Protesi) realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità, gli interventi di protesi al ginocchio in Italia nel 2016 sono stati 75.215 e nel 2017 si è passati 80.326 impianti, con un aumento del 6.4%. Nella quasi totalità dei casi l’artrosi è stata la causa principale che ha condotto all’intervento. Sempre secondo il RIAP, l’84,4% è rappresentato dalle protesi totali e il 15,6% dalle monocompartimentali. Sul totale degli interventi realizzati, il 4% è rappresentato dagli interventi di revisione, realizzati per diversi motivi: dalla mobilizzazione asettica (43,9% dei casi), all’infezione (18,9%) alla protesi dolorosa (16,5%).
L’età media dei pazienti che si sottopongono a questo intervento è 70 anni e per quanto riguarda il genere, le donne sono più numerose rispetto agli uomini, con un rapporto di 2:1 (68% contro 32%).
La protesi al ginocchio può durare più di 25 anni. Confortante, vero?
A darci questa bellissima notizia è uno studio pubblicato nel 2018 dall’Università di Southampton (Regno Unito) e che ha preso in considerazione i registri medici relativi a questo tipo di chirurgia di tre paesi (Inghilterra, Australia e Finlandia). Secondo queste ricerche, la protesi del ginocchio, nell’80% degli interventi, può durare più di 25 anni. Grazie al costante miglioramento dei materiali impiegati e alle tecniche chirurgiche sempre meno invasive, queste operazioni generano molta soddisfazione tra chi vi si sottopone: l’85% delle persone operate si dichiara soddisfatto dei risultati, mentre il 15% non è soddisfatto per varie ragioni, dalle aspettative legate all’impianto ai dolori o limitazioni funzionali.
L'intervento di protesi al ginocchio si può fare solo quando altre soluzioni si sono rivelate inefficaci. Nella maggior parte dei casi, infatti, si tratta di un intervento d’elezione, vale a dire che non devi fare obbligatoriamente (come, per esempio, un intervento in seguito alla frattura del femore).
Prima di arrivare ad indicare la protesi, è bene capire che tipo di vita conduce il soggetto interessato: se sei anziano, hai solo qualche difficoltà a camminare, ma per la maggior parte del tempo rimani a casa e non svolgi attività particolarmente pesanti o prolungate, forse la protesi si può evitare.
Al contrario, se hai un’artrosi debilitante, tale da renderti difficoltoso il cammino, l’intervento di protesi al ginocchio potrebbe essere la soluzione.
In ogni caso, prima di indicare questo tipo di chirurgia i medici consigliano diverse alternative alla protesi al ginocchio per lenire dolori e migliorare i movimenti, tra cui:
Se tutte queste possibilità falliscono e i dolori continuano, la protesi rimane l’unica soluzione.
Prima di sottoporti a questo intervento ci sono cose importanti da sapere: non si fa perché vuoi giocare più comodamente a tennis o a golf. Stiamo parlando di un intervento chirurgico che deve essere indicato solo se strettamente necessario. Il rischio, infatti, è quello di generare aspettative superiori a quello che può fare la protesi.
Dopo l’intervento di protesi al ginocchio, in molti casi si possono svolgere attività fisiche a basso impatto come la camminata, il nuoto o lo sci di fondo ed è dimostrato che, per chi svolgeva questi sport prima dell’intervento protesico, è più facile riprenderli dopo l’impianto. Altre attività ad alto impatto, come la corsa e le arti marziali, sono sconsigliate.
Abbiamo chiesto a Roberto D’Anchise, primario di chirurgia del ginocchio presso IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, quali devono essere le aspettative di chi decide di sottoporsi all’impianto di protesi al ginocchio.
"Quando parliamo di protesi, ci riferiamo a qualcosa che ricopre un’articolazione molto complessa ma che, per quanto all’avanguardia, non potrà mai riprodurre fedelmente la perfezione della natura. Credo quindi sia corretto spiegare al paziente che decide di sottoporsi a questo intervento, tutti i limiti che può incontrare portando la protesi. Non solo, bisogna spiegargli bene come si effettua l’operazione, cosa succede dopo, i tempi di recupero e l’eventuale comparsa di dolore o necessità di rifare l’intervento. Credo che il paziente debba essere informato su tutti gli aspetti, anche sulle eventuali complicazioni e sulla possibilità o meno di poter riprendere determinate attività fisiche. Se il rapporto medico paziente è già di per sé essenziale in qualsiasi tipo di prestazione, lo è ancora di più per interventi come questi".
Fonti| NHS ; "More than 80% of total knee replacements can last for 25 years" pubblicato sul British Medical Journal il 31 dicembre 2019