L’infezione da Pseudomonas Aeruginosa è definita come una tipica infezione nosocomiale, ossia quelle che si contraggono principalmente in ospedale: è infatti il patogeno più comune e riscontrato nei pazienti ricoverati da più di una settimana.
Lo Pseudomonas Aeruginosa è un batterio Gram-negativo, aerobio e asporigeno: essendo un batterio aerobio necessita di ossigeno per la sua crescita ottimale e non produce spore. I batteri Gram-negativi sono quei batteri che mantengono un colorito rosa dopo aver subito la colorazione di Gram (un esame di laboratorio utile alla classificazione batterica), a differenza dei batteri Gram-positivi che rimangono colorati di blu-viola: questa distinzione è utile per individuare i batteri in base ad una maggiore o minore resistenza agli antibiotici, in questo caso la negatività comporta una maggiore resistenza. Per questo motivo si tratta di un batterio estremamente impegnativo da trattare, in quanto molto resistente e munito di svariate difese proprie; è dotato di enzimi che inattivano gli antibiotici, e ha la capacità di formare un biofilm con cui resistere alle difese dell’ospite.
Trattandosi di un patogeno opportunista è generalmente poco virulento, ma può provocare problemi se trova una condizione di poca resistenza nell’organismo ospite. Per questo motivo è piuttosto pericoloso per i pazienti immunodepressi, causando in questi una vasta gamma di infezioni di gravità variabile: le infezioni da Pseudomonas Aeruginosa sono quindi comuni negli individui con poche difese immunitarie così come nei pazienti affetti da fibrosi cistica, bronchiectasie, cancro, AIDS, diabete mellito, ma anche a seguito di trapianto di organi, ricoveri di terapia intensiva e all’utilizzo di dispositivi invasivi come cateteri permanenti.
Lo Pseudomonas Aeruginosa si trova comunemente nell’ambiente, predilige i luoghi umidi ed è diffuso soprattutto nelle fonti artificiali di acqua come serbatoi, vasche, piscine, ma anche rubinetti, lavandini, saponette, spazzolini da denti, una caratteristica che rende il batterio facilmente trasmissibile.
In ambito ospedaliero il batterio si può ritrovare nelle soluzioni antisettiche, nei recipienti per urine, nei serbatoi per disinfettanti, apparecchi respiratori e di emodialisi e superfici, pertanto il contagio tra personale sanitario e pazienti può verificarsi qualora non si rispettino i protocolli attentamente.
L’infezione da Pseudomonas Aeruginosa si sviluppa in tre fasi:
Lo Pseudomonas Aeruginosa causa, come abbiamo già detto, un’ampia gamma di infezioni la cui gravità dipende spesso dalla sede interessata o dalla patologia di base che può agevolare il processo infettivo.
Tra le diverse sindromi cliniche è possibile suddividere:
Il personale medico dovrebbe considerare le infezioni da Pseudomonas Aeruginosa in tutti i pazienti immunodepressi e a rischio, soprattutto in coloro che sono affetti da infezioni gravi in casi da ricovero in terapia intensiva, da shock settico o insufficienze respiratorie.
La diagnosi avviene in base alla coltura del microrganismo della sede di infezione. Data l’elevata resistenza agli antibiotici, determinare la diversa sensibilità agli antimicrobici nelle infezioni del batterio è estremamente importante, tramite antibiogramma, in modo tale da impostare e capire al meglio la terapia da eseguire.
Nelle ferite da puntura e nei casi di otite esterna maligna sarebbe utile cercare segni di coinvolgimento dei tessuti molli in profondità e di ossa o articolazioni, tramite esami di diagnostica per immagini, e in alcuni casi anche biopsia ossea o tissutale.
In caso di infezioni sistemiche possono essere richiesti, oltre agli esami di laboratorio e imaging, anche esami del sangue e delle urine.
Nei casi più importanti di polmonite che richiedono ventilazione meccanica, o nei casi di shock settico da infezioni da ustioni, la prognosi varia e dipende dalla gravità del processo patologico sottostante.
La terapia corretta per le infezioni da batterio Pseudomonas Aeruginosa dipende ovviamente dal grado di infezione e dalla causa scatenante la stessa.
Nei casi di follicolite associata all’utilizzo di fonti d’acqua generalmente non è necessario alcun intervento, in quanto autolimitante, tuttavia potrebbe essere richiesto l’utilizzo di antibiotici; cicli di antibiotici sono utilizzati anche nei casi di infezioni da ferite da puntura, oltre allo sbrigliamento chirurgico delle lesioni cutanee (procedura con cui si rimuove tessuto devitalizzato dalla ferita).
Ci sono agenti di alcuni gruppi antibiotici che offrono copertura generica per lo Pseudomonas e vengono utilizzati come terapia di prima linea in attesa dei risultati di sensibilità agli antimicrobici. tra cui:
Essendo un batterio antibiotico-resistente, tuttavia, sarà necessaria un’associazione di antibiotici affinché la terapia abbia successo, in quanto la monoterapia non sempre sarà efficace.