Psittacosi: come riconoscere quella che viene chiamata anche la malattia del papagallo

Se sei un amante dei volatili sicuramente conosci la psittacosi: un’infezione causata da un batterio che viene trasmesso da un volatile all’uomo. Il batterio specifico si chiama Chlamydia psittaci. Ha una lunga incubazione e, anche se con minore facilità, lo puoi trovare anche in ovini, bovini e cavalli. Ma cosa causa all’organismo? Come lo si può contrarre? E quali sono le cure consigliate?
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Valentina Danesi 4 Giugno 2021
* ultima modifica il 30/06/2021

La psittacosi è una malattia infettiva provocata da un batterio chiamato Chlamydia psittaci. C0me puoi rischiare di prenderla? Ad esempio dal tuo animale domestico, se hai scelto come compagno un uccellino. Viene chiamata infatti anche malattia del pappagallo, proprio perché questi volatili, assieme a canarini, passeri e colombi, sono i veicoli attraverso cui il patogeno si diffonde. Naturalmente questo non vuol dire che tu debba dire addio al tuo amico o avere paura di un piccione che incontri per la strada, ma è comunque importante conoscere questa patologia per capire come prevenirla.

Cos’è

Per semplificare, la psittacosi, non è altro che un’infezione causata da un batterio che viene trasmesso da un volatile, ossia un uccello, all’uomo. Come ti anticipavo prima, il batterio prende il nome di Chlamydia psittaci. È diffuso in particolare tra gli uccelli, ma devi sapere che, sebbene più raro, è possibile trovarlo che su bovini, ovini e cavalli.

Più nello specifico, il patogeno si trova nelle feci, nelle urine, nelle uova e tra le piume degli animali che ne sono infetti. Non significa quindi che il tuo pappagallo debba per forza trasmetterti una malattia, ma che dovrai fare attenzione al suo comportamento e all'eventuale manifestazione di sintomi.

I sintomi

Parlando di sintomi della psittacosi, bisogna però suddividere tra quelli che può manifestare un uccello contagiato e quelli che invece potrebbero emergere nell'essere umano e potresti quindi avvertire tu. Per quanto riguarda il tuo animale domestico dovrai prestare attenzione a episodi frequenti di diarrea con perdita di peso, estrema sonnolenza e brividi. In questo caso, contatta subito il veterinario e poi il tuo medico per capire cosa devi fare.

Parlando di te, invece, ecco come potrai accorgerti di avere contratto la psittacosi. Tieni presente che non è obbligatorio avere tutti i sintomi elencati di seguito:

  • eruzione cutanea
  • dolori muscolari
  • febbre
  • brividi
  • mal di testa
  • difficoltà respiratorie 
  • polmonite (proprio perché è principalmente un’infezione da vie respiratorie)

I tempi d’incubazione sono piuttosto lunghi, infatti parliamo di un range che va da pochi giorni fino a due mesi. Non sempre questi sintomi saranno in forma grave o comunque forte, c’è anche chi ha contratto il batterio, ma li ha mostrato manifestazioni in forma molto lieve e talvolta addirittura asintomatica.

Le cause

Il batterio Chlamydia psittaci è la causa della psittacosi ed è una zoonosi, che può trasmettersi dagli animali all'essere umano quando quest'ultimo entra in contatto con:

  • l'urina
  • le feci
  • le secrezioni respiratorie
  • il piumaggio

Naturalmente, sempre in riferimento a un animale infetto. Ma non solo. È sufficiente anche solo inalare, quindi respirare, le particelle d'aria contaminate dal batterio. Molto difficile, ma non impossibile, è poi la trasmissione da uomo a uomo, che di norma avviene però solo nei casi più gravi d’infezione.

La diagnosi

Per una diagnosi di psittacosi, bisognerà ricorrere a un prelievo di sangue, per ricercare l’eventuale presenza degli anticorpi contro la Chlamydia psittaci. Guardando ai risultati, un indizio potrebbe essere il valore degli enzimi epatici alti, oppure bassi livelli di globuli bianchi e di piastrine.

La cura

Sicuramente parlando di un batterio la prima cura che ti verrà somministrata sarà a base di antibiotici. Di norma, dura circa due tre settimane anche se noterai un miglioramento già nei primi giorni. Gli antibiotici che di solito vengono utilizzati in questo caso sono le tetracicline e il cloramfenicolo, sostituibili con l’eritromicina per donne in gravidanza o molto giovani proprio, perché sono due situazioni in cui risultano controindicati.

In ultimo, aggiungiamo che nei casi più gravi e in cui si sviluppa la polmonite potrebbe essere un ottimo supporto la terapia respiratoria e cardiocircolatoria, con drenaggio dei versamenti pleurici e assunzione di antidolorifici.

Fonte| South Nevada Health District

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