Qual è la differenza tra Alzheimer e demenza senile?

Non tutte le forme di demenza senile sono uguali e non si può usare questo termine come semplice sinonimo di Alzheimer. Le malattie che comportano un declino cognitivo sono diverse e hanno un decorso molto differente. Impariamo a distinguerle insieme.
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Valentina Rorato 14 Novembre 2019
* ultima modifica il 10/09/2020

L’Alzheimer è la forma di demenza senile più famosa e più comune al mondo. La verità è che esistono di diverse malattie che causano declino cognitivo e molto spesso si utilizza il termine Alzheimer per indicare erroneamente più di una patologia. Proviamo a fare un po’ di chiarezza e a comprendere meglio come si differenziano queste malattie e perché il termine Alzheimer non deve essere confuso con altro.

Che differenza c’è tra Alzheimer e demenze senili

Quante volte ti sei chiesto se l’Alzheimer è una demenza? Se la persona che conosci soffre di demenza o di Alzheimer? Nella maggior parte dei casi, queste parole sono utilizzate come sinonimi e non è completamente sbagliato. Nel senso che l’Alzheimer è la più comune forma di demenza senile, ma non è l’unica e, soprattutto, non tutte hanno il medesimo decorso. Il termine demenza non indica una malattia ma una serie di sintomi collegati a un declino intellettivi.

Le persone con demenza di solito soffrono di perdita di memoria, della capacità di comunicare, di prestare attenzione o di ragionare. Inoltre, tendono ad avere un linguaggio più povero e una limitata percezione visiva. Che cosa vuol dire? Se hai avuto occasione di stare accanto a una persona con demenza senile, ti sarai reso conto che spesso non è in grado di svolgere compiti semplici, come ricordarsi l’ora del pranzo, dove ha messo le chiavi di casa o se doveva pagare le bollette. La quotidianità, improvvisamente e con l’età, diventa caotica e immersa con in una nebbiolina ostile.

Il morbo di Alzheimer, come anticipato, è una forma di demenza degenerativa, la più comune, e insorge dopo i 65 anni. La causa è un difetto genetico che favorisce la sintesi di due proteine, la beta-amiloide e la tau, che in una sorta di reazione a catena porta alla distruzione dei neuroni. Ne consegue che l’iter della malattia è costante e progressivo: inizia con la perdita della memoria a breve tempo per ritrovarsi in pochi anni incapaci di essere autonomi.

Gli stadi della demenza senile

Gli stadi della demenza senile sono quattro, come per quasi tutte le malattie. È bene però fare prima una distinzione in base all’età. Esiste una demenza presenile che si manifesta prima dei 60/65 anni e poi c’è quella senile che invece colpisce con l’avanzare dell'età alcune persone superati i 65 anni.

  • Demenza precoce: i sintomi sono lievi, talvolta è difficile da diagnosticare
  • Demenza moderata: i sintomi sono più evidenti e molto spesso chi ne soffre ha bisogno di aiuto per svolgere alcuni compiti.
  • Demenza grave: la persona ha perso la capacità di essere autonomo e oltre al declino cognitivo potrebbero manifestarsi incontinenza fecale e urinaria, incapacità di alimentarsi o di muoversi da solo.
  • Demenza severa: l’ultimo stadio della malattia è quasi vegetativo.

La demenza vascolare

La demenza vascolare è una forma di demenza senile che compromette le capacità cognitive. Si chiama vascolare perché è collegata a un ridotto flusso di sangue al cervello (e quindi anche di ossigeno e nutrimenti). Molto spesso insorge dopo un ictus o piccoli infarti che possono portare alla distruzione del tessuto cerebrale. La demenza vascolare può essere reversibile quando è collegata a problemi di tiroide, depressione, abuso di alcol o carenze vitaminiche.

La demenza fronto-temporale

La demenza fronto-temporale è chiamata anche malattia di Pick. È una forma di demenza cronica e irreversibile, abbastanza precoce rispetto all’Alzheimer perché si manifesta tra i 55 e i 65 anni e rappresenta il 10% dei casi di demenza. Che cosa causa? Si può manifestare atrofia, perdita neuronale, gliosi e presenza di neuroni anomali (ovvero le cellule di Pick, da cui prende il nome la patologia) che contengono inclusioni (corpi di Pick). È un disturbo ereditario in circa il 50% dei casi perché causata da una mutazione che riguarda il cromosoma 17q21-22 e determina anomalie nella proteina tau associata ai microtubuli. Per questo motivo le demenze fronto-temporali sono individuate come taupatie. Quali sono i sintomi di questa forma di demenza? Alterazione della personalità, del comportamento, del linguaggio, dell’attenzione e a differenza dell’Alzheimer la memoria non è compromessa, così come l’orientamento e le capacità motorie.

La malattia di Parkinson

La malattia di Parkinson o morbo di Parkinson è una nota forma di demenza, che causa la morte dei neuroni dopaminergici. Ne consegue che la mancanza di dopamina, il famoso neurotrasmettitore che consente il controllo dei movimenti, porta a un disturbo motorio caratterizzato soprattutto da tremore a riposo. Si manifesta verso i 70 anni circa (gli uomini sono colpiti un po’ prima e alcune forme precoci possono avere anche un esordio giovanile). I sintomi principali sono l’incapacità di stare fermi, la rigidità, bradicinesia e instabilità posturale, molto spesso accompagnati da depressione, demenza, mancanza di equilibrio e coordinazione.

Le altre demenze senili

Esistono tante altre demenze senili, come la demenza a corpi di Lewy, che è nota per essere la terza forma di demenza più diffusa nell'uomo, dopo il morbo di Alzheimer e la demenza vascolare. Abbastanza diffusa anche la malattia di Huntington (MH), che è una malattia rara neurodegerativa del sistema nervoso centrale, caratterizzata da movimenti coreici involontari, disturbi psichiatrici e del comportamento e, ovviamente, demenza.

La Sindrome di Gerstmann-Straussler-Scheinker è, invece, una malattia neurodegenerativa i cui sintomi includono perdita dell’equilibrio e scarsa coordinazione muscolare. Purtroppo, è difficile da diagnosticare perché i sintomi si manifestano all’ultimo stadio della malattia.

La sindrome di Benson, nota come Atrofia corticale posteriore (PCA), è una variante atipica dell’Alzheimer e colpisce in età precoce (dai 40 anni). Spesso si manifesta in contemporanea ad altre forme di demenza come la demenza a Corpi di Lewy e la malattia di Creutzfeldt-Jakob.

La sindrome di Steele-Richardson-Olszewski è la paralisi sopranucleare progressiva, che si manifesta con la perdita progressiva e selettiva di neuroni responsabili del controllo dei movimenti oculari, dell’equilibrio, della parola e della deglutizione. Esiste, infine, anche una forma di demenza post-traumatica ed è una grave conseguenza di uno o più traumi cranici.

Fonti| Humanitas; Ministero della Salute

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