Quanti sono davvero gli asintomatici tra le persone che hanno contratto il Covid-19?

Gli asintomatici, ormai lo saprai, sono quelle persone che hanno contratto il Coronavirus, ma non lo sanno perché non avvertono nessun sintomo. E come potrai immaginare, rappresentano un problema perché possono diventare veicoli di contagio. Ma quanti sono di preciso rispetto al totale dei positivi?
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Giulia Dallagiovanna 7 Aprile 2020
* ultima modifica il 22/09/2020

Tra i tanti problemi emersi in questa epidemia di Coronavirus, ce n'è uno che dovrebbe preoccuparci un po' di più. Sto parlando degli infetti asintomatici, cioè di quelle persone che hanno contratto il Covid-19, ma non mostrano alcun sintomo. Una situazione della quale si è a conoscenza fin dall'inizio di questa emergenza, ma che ancora oggi solleva tante domande. Prima di tutto, se non hai manifestazioni evidenti dell'infezione, puoi lo stesso contagiare qualcuno? E se sì, quante sono le persone che vivono nella tua stessa condizione? E quale pericolo può rappresentare un dato di questo tipo?

Gli asintomatici sono contagiosi?

La risposta breve è: sì, sono contagiosi. Nello specifico, la trasmissione da uomo a uomo a partire da un individuo che non mostrava alcun sintomo è stata dimostrata per la prima volta in Germania, quando un cittadino di Monaco di Baviera lo ha contratto da una collega di Shanghai, ignara della malattia.

E questo naturalmente è un ostacolo piuttosto importante al contenimento del virus, perché se non hai alcun segnale che ti faccia sorgere il dubbio di essere infetto, probabilmente non ti metterai nemmeno in autoisolamento e contribuirai, senza volere, alla diffusione del SARS-Cov-2. Perciò a questo punto si passa al secondo è più difficile quesito.

Quanti sono gli asintomatici?

Prima di tutto tieni presente che forse una risposta certa a questa domanda non si troverà mai, proprio perché è davvero difficile rintracciare tutte le persone che non mostrano alcun sintomo. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, si tratterebbe solo di una piccola porzione di tutti i contagiati, ma ci sono già diverse prove che smentiscono questa affermazione.

Di recente il National Health Commission cinese ha rilasciato i dati rispetto a nuovi tamponi che venivano effettuati e sarebbe emerso che 130 su 166 persone risultate positive, non avevano alcun sintomo. Questi casi sono stati rilevati tutti nell'arco di 24 ore e precisamente mercoledì 1 aprile. Stiamo parlando del 78,3%. Quasi 8 persone su 10 o, come diversi giornali hanno riportato, tra i 3 e i 4 individui ogni 5 positivi.

Secondo i dati cinesi, gli asintomatici potrebbero essere quasi 8 su 10 rispetto al totale dei positivi

Questi dati poco incoraggianti, sono stati ripresi e analizzati da un articolo pubblicato sul British Medical Journaldove viene citata anche l'opinione del professor Tom Jefferson, epidemiologo e ricercatore presso il Centre for Evidence-Based Medicine dell'Università di Oxford: "Il campione è piccolo e dovranno sicuramente essere raccolte altre evidenze prima di poter confermare questo risultato. Inoltre, gli esperti cinesi dovranno anche spiegare meglio come hanno raccolto questi dati. Ma anche se gli asintomatici fossero solo il 10% sul totale, significherebbe che il virus è praticamente ovunque".

Lo studio italiano

I cinesi non sono stati gli unici a porsi questa domanda. Uno studio epidemiologico condotto a Vo' Euganeo, uno dei primi focolai italiani di Covid-19, ha rilevato come il 45% delle persone risultate positive al tampone non mostrasse sintomi. La ricerca è stata portata avanti dall'Università di Padova in accordo con la regione Veneto e sotto la coordinazione del professor Andrea Crisanti, il virologo che sta guidando le operazioni di contenimento dell'epidemia nella regione e che è tra i primi sostenitori dei test a tappeto.

E proprio seguendo questa sua intuizione, il piccolo comune in provincia di Padova è riuscito a contrastare la presenza del SARS-Cov-2. Nello specifico, questo lavoro è stato articolato in due fasi. In un primo momento è stato effettuato un giro di tamponi a tutti i 3mila abitanti del paese ed è emerso che il 3% aveva contratto l'infezione. Ma molti di loro erano asintomatici. Alla seconda tornata, nove giorni dopo, sono state registrate altre 8 persone positive. Tutte loro vivevano con un asintomatico.

Questo studio non è ancora stato pubblicato su una rivista scientifica, ma rivela comunque dati importanti che, se dovessero essere confermati, mostrerebbero come un'importante porzione della popolazione italiana abbia il Covid-19, ma non lo sappia. E forse sta continuando la sua vita di tutti i giorni, frequentando supermercati e quei luoghi di lavoro che sono rimasti aperti.

Cosa dice l'Imperial College

All'inizio dell'emergenza Coronavirus in Cina, l'Imperial College di Londra è stato il primo a sostenere che a Wuhan non potevano esserci solo una cinquantina di casi, come risultava dai dati ufficiali, ma i contagi dovevano aver già raggiunto quota 1.700. Gli sviluppi successivi avrebbero dato ragione a questa stima.

A fine marzo gli esperti si sono posti di nuovo questa domanda: quanti sono i positivi reali? Le loro stime questa volta davano la percentuale di asintomatici, ai quali aggiungevano però anche persone con sintomi lievi, all'80% rispetto al totale. Fatti i dovuti conti, e tenendo presente che le proiezioni finali non possono essere dimostrate con riscontri sul campo e dunque presentano sempre un margine di errore, hanno stimato che in Italia i contagiati sono almeno 5,9 milioni. Il 9,8% della popolazione ha quindi contratto il Covid-19.

Qual è il pericolo?

Ci siamo trovati abbastanza scoperti di fronte all'epidemia di Coronavirus. Non avevamo vaccini, né farmaci mirati che potessero sconfiggere l'infezione e questa ha avuto la possibilità di diffondersi come meglio ha creduto. Le uniche misure che si potevano prendere sono state proprio quelle di isolamento e quarantena. O lockdown, come in diversi stanno definendo la situazione italiana e non solo in cui negozi e attività lavorative sono per la maggior parte chiusi. Proprio grazie allo sforzo di tutti, siamo riusciti ad arginare la diffusione del contagio e da qualche giorno assistiamo a una situazione stabile, per non dire in graduale discesa.

Ma gli asintomatici rimangono un pericolo soprattutto per quando si passerà alla fase 3, cioè quella del progressivo ritorno alla vita normale. Come faremo ad essere certi che non si verificherà un nuovo focolaio, proprio a partire da persone che non possono avere nessuna idea di essere infetti?

Gli asintomatici potrebbero rappresentare un pericolo soprattutto per quando verranno riaperte le attività

A tal proposito, però, niente panico. Alcune misure sono state già previste, anche per arginare questa possibile minaccia. Innanzitutto, la fase 2, che partirà quando il numero dei nuovi positivi e dei decessi comincerà a scendere, prevede la politica dei tamponi di massa. Tramite i test a tappeto per tutti i sanitari e i prelievi direttamente dalle auto per il resto della popolazione si potranno incrementare i controlli e scoprire anche una buona parte degli asintomatici.

Inoltre, c'è la possibilità che esista una manifestazione che compare in almeno due terzi delle persone contagiate, anche in chi non nota altri segnali. Si tratta della perdita di gusto e olfatto, segnalata da diversi esperti tra cui la British Rhinological Society.

Certo, il nodo fondamentale è che ciascuno faccia la sua parte con responsabilità. Se quindi sai di essere entrato in contatto con una persona positiva o inizi ad avvertire sintomi, anche lievi, mettiti subito in autoisolamento. È il contributo più importante che puoi dare in questa battaglia.

Fonti| Organizzazione mondiale della sanità; "Covid-19: four fifths of cases are asymptomatic, China figures indicate", pubblicato sul British Medical Journal il 2 aprile 2020

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