“Quest’anno ci aspettiamo che l’influenza circoli molto meno”, ci spiega Daniela Paolotti di Influweb

Influweb è una piattaforma a cura di Fondazione ISI, un istituto di ricerca di Torino, che monitora i casi di influenza tra le persone adulte e sane che non avvisano il proprio medico quando avvertono i sintomi. Va quindi a integrare i dati di Influnet, bollettino a cura dell’Istituto superiore di sanità, che quest’anno ha mostrato qualche difficoltà inziale a causa del Coronavirus.
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Giulia Dallagiovanna 1 Dicembre 2020
* ultima modifica il 04/12/2020

Da circa una decina di anni si tiene monitorato l'andamento dell'epidemia di influenza durante la stagione invernale. Si contano i casi, si prova a stimare il periodo in cui raggiungerà il picco e quanto si sarà diffuso il virus. Se ne occupa soprattutto l'Istituto superiore di sanità e avrai probabilmente imparato a conoscere Influnet, il sistema che raccoglie tutte le segnalazioni che arrivano da parte dei medici di famiglia. Il conteggio inizia di solito attorno alla metà di ottobre e a partire dal mese di novembre viene pubblicato un bollettino a settimana con una fotografia della situazione epidemiologica su tutto il territorio italiano. Quest'anno, però, il primo report diceva: "Causa emergenza Covid-19, alcune Regioni sono in una fase organizzativa e non tutti i medici partecipanti alla sorveglianza InfluNet hanno reso disponibili i dati da loro raccolti".

Insomma, l'arrivo di un virus che provoca un'infezione dai sintomi molto simili ha reso tutto più complicato. Ci siamo allora chiesti come si possa superare questo ostacolo e soprattutto come mai sia così importante continuare a tenere una traccia capillare della diffusione dell'influenza in Italia. Così, ci siamo rivolti a Daniela Paolotti, project manager di Influeweb, una piattaforma nata nel 2008 all'interno dell'istituto di ricerca Fondazione ISI di Torino. Se Influnet si basa sulle diagnosi dei medici di Medicina Generale, Influweb raccoglie dati da partecipanti volontari che rappresentano tutta quella fetta di popolazione che quando scopre di avere la febbre si mette a letto, ma senza avvisare il proprio curante. I due sistemi fanno parte di FluNews, un rapporto più ampio sempre a cura dell'Istituto superiore di sanità, che prende nota anche delle ospedalizzazioni e degli eventuali decessi.

Prima di tutto le chiederei di spiegarci come funziona Influweb.

Influweb si basa prima di tutto su un dato di fatto: la maggior parte delle persone in salute e adulte, quando avverte sintomi influenzali, non chiama il proprio medico. Piuttosto lo condivide su Twitter o su Facebook, dopodiché aspetta semplicemente di guarire. In Olanda e in Portogallo esistevano già progetti simili a Influweb: raccolte di informazioni a partire dalle risposte a un questionario che i volontari compilavano una volta a settimana. Nel 2008 l'allora direttore di Fondazione ISI, il professor Alessandro Vespignani, ha deciso di importare lo stesso approccio anche in Italia.

Quindi sono gli stessi partecipanti che avvertono quando contraggono l'influenza?

In realtà i volontari che si iscrivono a Influnweb, compilano prima di tutto un questionario anonimo per delineare il loro background: anno di nascita, codice postale, nucleo famigliare e così via. Possiamo così avere già una prima idea dei fattori di rischio che ciascuno di loro presenta. Dopodiché viene inviato loro un altro questionario online, che dovranno compilare ogni settimana e indicare se hanno avuto sintomi influenzali. Quando la risposta è "sì", potranno entrare più nello specifico selezionando le varie opzioni da una lista dove sono riportati sintomi respiratori, sistemici (ad esempio i dolori muscolari) o gastrointestinali.

"Il 70-80% di persone con sintomi influenzali sfugge al sistema di sorveglianza tradizionale"

A quel punto gli vengono poste altre domande come: ti ha visitato un medico? Hai assunto medicine? Sei rimasto a casa dal lavoro? Abbiamo così avuto la conferma che il 70-80% di persone sfugge alla sorveglianza tradizionale perché non si reca da nessun dottore.

Infatti l'Istituto superiore di sanità utilizza anche i vostri dati per avere una visione più completa dell'epidemia di influenza in Italia, è corretto?

Proprio così. È da cinque anni che forniamo all'ISS le informazioni che raccogliamo. Non solo, ma dallo scorso anno i dati che convergono nel nostro network di piattaforme, Influenzanet, vengono trasmessi all'ECDC (European Center for Disease Control) e vanno a costuire parte del Fluenews europeo.

L'arrivo del SARS-Cov-2, però, ha un po' cambiato le carte in tavola, tant'è che avete dato vita a "Influweb contro il Coronavirus".

Il Covid-19 ha sicuramente reso tutto più complicato, ma Influweb è una piattaforma flessibile e questo ha reso possibile monitorare e differenziare le due epidemie. Prima di tutto abbiamo aggiunto i sintomi specifici del nuovo virus, ovvero la perdita di gusto e olfatto, e poi abbiamo previsto una nuova opzione per indicare se si abbia effettuato un tampone o meno. Distinguiamo così i casi più certi da quelli sospetti, chiedendo loro anche di segnalare se abbiano avuto contatto con un positivo nei giorni precedenti. Inoltre, per l'invio delle informazioni all'ECDC utilizziamo la loro case definition dei malati Covid. Un monitoraggio di questo tipo aiuta ad avere una stima della circolazione del Coronavirus tra la popolazione, anche in chi non ha ricevuto nessun tampone.

E invece per quanto riguarda l'Italia? Quest'anno l'Istituto superiore di sanità sembra un po' più in difficoltà…

Sicuramente quest'anno Epicentro, il portale dell'ISS che aggrega tutte le informazioni epidemiologiche, ha avuto più lavoro a causa del Covid, ma proprio la settimana scorsa ci hanno chiesto di inviare i nostri dati. Dunque hanno solo dovuto riorganizzarsi e ora dovrebbero essere partiti regolarmente.

Quanto sta circolando per ora l'influenza?

Per la verità, ci si aspetta che la circolazione dei virus influenzali sia ridotta rispetto alle stagioni passate. Le persone infatti mettono già in atto misure anticontagio per prevenire il Covid. Inoltre, c'è stata una vera e propria corsa al vaccino, con una quantità di richieste che prima non si verificava.

Come mai anche in piena pandemia rimane importante il monitoraggio dell'influenza, una malattia che ci sembra di conoscere da sempre?

È vero, ormai diamo l'influenza un po' per scontata, ma in realtà abbiamo iniziato a monitorarla da poco più che una decina di anni. E ci sono diversi problemi ai quali ancora non abbiamo saputo rispondere. Prima di tutto, come mai abbia questa forte stagionalità e circoli prevalentemente in inverno: sono stati avanzate delle ipotesi sulla temperatura esterna e sul fatto che le persone trascorrano più tempo nei luoghi chiusi, ma non c'è ancora la certezza.

"Non abbiamo ancora capito con certezza come mai l'influenza circoli solo in inverno"

E poi non dobbiamo pensare che questa malattia sia un rischio solo per le categorie più fragili. Può avere infatti un grande impatto economico in termini di giornate lavorative perse, oltre al fatto che più adulti sani la contraggono, maggiore è la probabilità che anche le persone a rischio si ammalino. Infine, dobbiamo ricordare che i virus influenzali hanno una potenzialità pandemica, con tutte le conseguenze che questa caratteristica può avere e che oggi si possono facilmente intuire.

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.