Combattere le metastasi di cancro del colon e della prostata in un’unica seduta di radioterapia. Non è un’utopia, anzi questo è il futuro della medicina oncologica. E questo futuro è stato sperimentato per la prima volta all’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), dove sono stati trattati due pazienti utilizzando un protocollo che prevede una sola seduta di radioterapia, contro le decine previste dalle metodiche precedenti. Tutto ciò finora era possibile solo per l’encefalo.
Questo importante nuovo protocollo è stato messo appunto grazie alla dotazione tecnologica del “Sacro Cuore Don Calabria”, unica in Italia, e tra le 25 presenti al mondo, che il Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, diretto da Filippo Alongi, professore associato all’Università di Brescia, utilizza da circa due anni.
Il macchinario si chiama “Unity” ed è un acceleratore lineare integrato con una Risonanza Magnetica ad alto campo, la stessa utilizzata a scopo diagnostico. Permette quindi di ottenere immagini in alta definizione per individuare in corso di seduta anche il minimo spostamento della lesione, in relazione al quale orientare il fascio di radiazioni. Insomma, tantissima precisione, ma anche potenza. Come mai? Unity permette di utilizzare quantità di radiazioni ionizzanti 20 volte superiore rispetto a quelle di una seduta tradizionale. Ovviamente, tutto ciò in sicurezza perché viene colpito solo il tumore, che si trasforma in una massa necrotica.
Il professor Filippo Alongi, direttore della Radioterapia Oncologica Avanzata, ha spiegato: “Dal 2019 con “Unity” abbiamo eseguito circa 3mila trattamenti per un totale di 350 pazienti. La straordinaria precisione dell’irradiazione ci ha permesso di aumentare sensibilmente la dose riducendo di conseguenza il numero di sedute per ogni ciclo di cura. In particolare per il tumore della prostata siamo passati da 30 a 5 sedute".
E a questo si devono aggiungere anche effetti collaterali quasi irrilevanti. “Diversi studi in vitro e in vivo dimostrano che l’effetto “tumoricida” è maggiore con una alta dose di radiazioni erogata una volta sola rispetto alla stessa dose frazionata in più momenti. Abbiamo iniziato così a trattare con una sola seduta metastasi linfonodali dell’addome e delle pelvi in pazienti selezionati. Successivamente ci spingeremo in altri distretti anatomici come il fegato (in caso di una o poche metastasi) con la stessa finalità: eradicare i focolai di malattia, con la sola radioterapia o in combinazione alle terapie farmacologiche, e migliorare la qualità di vita dei pazienti oncologici”.
Prima di pancreas e prostata, questo protocollo era limitato al cervello, perché la mobilità degli organi addominali e pelvici — provocata dal respiro, dalla digestione o da altre funzioni — rendeva impossibile infondere una dose di radiazioni tale da provocare danni irreversibili alle cellule tumorali, senza però interessare il tessuto sano. Con Unity è stato possibile ampliare la platea e dare una speranza a molti malati.
Fonte | Comunicato Stampa IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar