Realizzati in laboratorio i primi muscoli sintetici: si studia per poterli sfruttare in diverse applicazioni biomediche

Potrebbero sostituire tessuti muscolari danneggiati da malattie o incidenti, ma anche essere utilizzati per suture o protesi. Il primo successo è comunque quello di essere riusciti a realizzare in laboratorio i primi muscoli sintetici, grazie a una proteina che normalmente si trova nei muscoli umani.
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Gaia Cortese 2 Settembre 2021
* ultima modifica il 02/09/2021

Più forti, più resistenti, ma anche più economici. Realizzati con fibre programmate al computer grazie alla biologia sintetica, sono stati costruiti in laboratorio i primi muscoli sintetici.

Come spiegato dai ricercatori dell'università di Washington di St.Louis sulla rivista Nature Communications, è stato possibile produrre in laboratorio la titina, che non è altro che la terza proteina che si trova più abbondantemente nei muscoli.

Per aggirare alcuni dei problemi più frequenti che impediscono ai batteri di produrre proteine grandi, i ricercatori americani hanno programmato alcuni microrganismi affinché creassero dei segmenti più piccoli di proteina in catene di molecole pesanti, grande circa conquanta volte le dimensioni medie di una proteina batterica. Le proteine sono state poi a loro volta convertite in fibre delle dimensioni di circa un decimo dello spessore di un capello umano.

"La loro produzione è economica e si può eseguire in scala, senza il bisogno di ricorrere a tessuti animali", ha osservato Fuzhong Zhang, coordinatore dello studio.

Questi muscoli sintetici arrivano ad essere addirittura più resistenti del kevlar, materiale usato nei giubbotti antiproiettile, ma sono innumerevoli le potenziali applicazioni biomediche di questo nuovo materiale; essendo quasi identico alle proteine muscolari, dovrebbe essere biocompatibile e impiegabile per suture e tessuti ingegnerizzati, ma è anche facile immaginare che abbia impiego nell’ambito della realizzazione di braccia e protesi artificiali, di esoscheletri flessibili utili a chi ha subito un infortunio muscolare o scheletrico, o ancora, alla sostituzione di tessuti muscolari danneggiati da malattie o incidenti.

"Il bello di questo sistema è che la piattaforma si può applicare ovunque – hanno spiegato i ricercatori -. Possiamo prendere le proteine da diversi contesti naturali, metterle su questa piattaforma e creare proteine più larghe e lunghe per diverse applicazioni materiali, altamente sostenibili".

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