
Si chiama Kirsty Bryant, ha 30 anni, ed è nelle pagine della letteratura scientifica perché è la prima donna, in Australia, ad essere stata sottoposta con successo a un trapianto di utero.
Si tratta, come sai, di interventi temporanei, della durata più o meno di cinque anni, e finalizzati ad aiutare una donna a superare l’impossibile e avere una gravidanza.
Di norma, come è stato per Albina Verderame – l’omologa italiana di Kirsty – servono mesi, magari anche un anno prima di riuscire a vedere, percepirne e vivere gli effetti. Kirsty, invece, ci ha messo 3 mesi.
Ma la sua storia è ancora più particolare, e speciale. Il suo bambino, infatti, sta crescendo nello stesso utero dal quale è venuta al mondo lei. L’organo che le è stato impiantato non arriva da uno sconosciuto, ma le è stato donato da una signora di 54 anni di nome Michelle Hayton: sua madre.
Kirsty si era vista asportare l’utero nel 2021 dopo un intervento di isterectomia, necessaria per tamponare una grave emorragia riscontrata dopo il parto della prima figlia, Violet.
La ragazza però aveva sempre avuto il desiderio di una famiglia grande e allargata e così, grazie un innovativo studio di ricerca in collaborazione tra il Royal Hospital for Women di Sydney e l’équipe del dottor Mats Brännström, autore del primo trapianto di utero al mondo nel 2012, si è sottoposta all’operazione da record.
Sì, perché oltre al primato c’è anche il fatto che la donatrice dell’organo che avrebbe dovuto aiutarla a concepire il secondo figlio glielo avrebbe donato la madre.
Così, il 10 gennaio 2023 le due donne sono state trasportate in sala operatoria per una maratona di oltre 16 ore di interventi chirurgici in cui sono stati coinvolti oltre 20 professionisti. Una volta uscite, mamma e figlia si sono guardate negli occhi e insieme, mano nella mano, hanno capito: tutto era andato per il meglio.
Kirsty e Michelle, così come i chirurghi e i ginecologi australiani sapevano che da quel momento sarebbe stata una questione di tempo e aspettavano di sentir parlare di un’eventuale gravidanza a distanza di diversi mesi dall’intervento.
La ragazza, invece, ha sorpreso tutti ancora una volta, rimanendo incinta poche settimane dopo l’intervento.
La notizia “è arrivata prima di quanto ci aspettassimo. È il primo trasferimento di embrioni di Kirsty, quindi siamo sorpresi ed entusiasti. Stiamo tutti incrociando le dita delle mani e dei piedi. Ogni settimana che le cose progrediscono, le tue possibilità di aborto spontaneo iniziano a diminuire” ha raccontato la dottoressa Rebecca Deans, la ginecologa che ha condotto l’intervento, ricordando che ora Kirsty è monitorata da vicino anche per scongiurare il rischio di rigetto dell’utero, per il quale non ha comunque avuto alcun segno.
Oggi sono passate sette settimane da quando l’embrione è stato trasferito nel nuovo grembo materno di Kirsty e se tutto procederà come questi mesi, potrà abbracciare il suo bambino verso la fine di dicembre.
La storia di Kirsty Bryant ha fatto scuola e grazie al suo successo, in Australia, sono stati eseguiti altre due interventi simili. Oggi il totale ammonta a 80 trapianti di utero eseguiti in tutto il mondo, con 40 nati vivi a seguito della procedura.
Tra questi c’è anche la piccola Alessandra, la figlia di Albina Verderame. Che tra pochi mesi potrebbe avere un nuovo amichetto.
Fonte | Royal Hospital for Women di Sydney