Rinite allergica: ecco a quali piante devi fare attenzione

Se sei fra quel 20% di popolazione che in primavera non riesce a smettere di sternutire, forse potrà interessarti questo articolo. A quali piante deve fare più attenzione chi soffre di allergia al polline, chiamata anche febbre da fieno? E in quali zone sono più diffuse?
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Giulia Dallagiovanna 6 Dicembre 2018
* ultima modifica il 09/04/2021

La febbre da fieno non provoca febbre. E spesso, non è causata dal fieno. È il nome con quale forse anche tu sei abituato a chiamare l'allergia al polline o, più correttamente, la rinite allergica. In primavera, mentre le api e le farfalle volano di fiore in fiore, tu starnutisci senza sosta. E se appartieni al 20% della popolazione che ne soffre, sai quando è fastidioso.

Se invece non ti capita, c'è purtroppo una brutta notizia per te: l'allergia può comparire a qualsiasi età. E solo in 1 o 2 casi su 10 i sintomi spariscono invecchiando.

Starnuti, tosse, congestione nasale, occhi gonfi e che lacrimano e un costante prurito alla gola. Tutti fenomeni che insorgono perché il tuo sistema immunitario ha deciso che il polline è un potenziale pericolo per il tuo corpo e quindi rilascia istamina, che innalza le difese e scatena la reazione allergica. Ma ai fiori di quali piante devi fare più attenzione? Principalmente a quattro famiglie: graminacee, betulacee, ambrosia e parietaria. Vediamo perché:

Piante che provocano allergia

Le graminacee

Le graminacee sono la causa principale dell'allergia al polline e questo per due ragioni: con oltre 9.500 specie diverse è la famiglia di piante più diffusa al mondo e l'impollinazione è affidata al vento. Fra loro, si notano varietà molto diverse: pensa che il granoturco è un parente del bambù.

Ma quali sono le graminacee che puoi trovare dietro casa tua?

  • Riso
  • Granoturco
  • Frumento
  • Avena
  • Segale
  • Canna da zucchero
  • Mais
  • Coda di topo
  • Erba mazzolina

E sono tutte anemofile. Affidano cioè l'impollinazione al vento. Come immaginerai, non è esattamente un metodo preciso e la mancata accuratezza viene compensata con la quantità: milioni di granuli di polline che formano nuvole che colpiscono il tuo naso. Ecco perché non riesci a smettere di sternutire.

Le betulacee

Una famiglia di 150 specie, fra cui le più diffuse sono la betulla biancal'ontano e il nocciolo. Devi prestare attenzione soprattutto se abiti nell'Italia del nord e del centro. E devi farne molta, visto che le betulacee si trovano praticamente in ogni parco pubblico e spazio verde urbano.

Fioriscono fra febbraio e aprile ed esattamente come le graminacee, affidano il polline al vento. Ti ritroverai quindi a essere circondato. Difficile in effetti difendersi da questo tipo di allergia.

L'ambrosia

L'ambrosia è una pianta infestante, tanto che in alcuni Paesi, come in Svizzera, ne contrastano la diffusione. Inoltre, i suoi pollini sono molto aggressivi. Pensa che se normalmente servono 50 granuli ogni metro cubo di aria per provocare allergia, in questo caso ne bastano 11. Alcuni pazienti, inoltre, sono sensibili solo all'ambrosia, mentre non hanno reazioni a contatto con le altre piante.

Come erba, si trova soprattutto nei terreni incolti e in Italia sono gli abitanti di Lombardia, Piemonte, Veneto, Friuli ed Emilia-Romagna a rischiare di più. Ricorda che mentre solitamente l'allergia al polline è più fastidiosa che pericolosa, l'esposizione all'ambrosia può portare anche a sviluppare asma o orticaria.

La parietaria

La parietaria è una pianta che contiene in sé un paradosso. Se da un lato è un arbusto officinale, in grado di dare sollievo contro tosse e irritazioni della pelle, dall'altro può provocare i sintomi dell'allergia. Contiene, in effetti, l'istamina che fa innalzare le tue difese immunitarie e provoca il prurito tipico della rinite.

Fiorisce da marzo a settembre ed emana moltissime quantità di polline. I granuli sono per altro molto piccoli, perciò penetrano facilmente all'interno delle vie aeree. Diffusa soprattutto nelle campagne del sud Italia, viene usata anche come ingrediente per alcune ricette. In realtà è meglio non esagerare con le quantità perché potrebbe contribuire a far comparire l'allergia.

Fonte| Istituto Superiore di Sanità

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