Rischio di una nuova epidemia di Covid-19: i pediatri chiedono il vaccino antinfluenzale obbligatorio per i bambini

Se un bambino dovesse presentare febbre e tosse e non dovesse essere stato sottoposto al vaccino antinfluenzale, sarà difficile distinguere se si tratti di Coronavirus o di una normale influenza. Perciò arriva la proposta della Società Italiana di Medici Pediatri: vaccinare obbligatoriamente i bambini dai 6 mesi ai 14 anni così da evitare confusioni e limitare i nuovi contagi nella Fase 3, prevista per l’autunno. Anche il presidente dell’Iss Brusaferro appoggia l’idea.
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Kevin Ben Alì Zinati 23 Aprile 2020
* ultima modifica il 22/09/2020

Rendere obbligatoria la vaccinazione antinfluenzale per i bambini e ridurre i pericoli di un’altra ondata di Coronavirus a settembre. È la strategia che propone la Società Italiana di Medici Pediatri a un passo dalla sempre più probabile ripartenza del 4 maggio, ma con più di un occhio già rivolto però alla Fase 3, prevista per l’autunno prossimo.

L’obiettivo è evitare qualsiasi confusione tra i sintomi di una normale influenza e il nuovo Sars-Cov-2: se un bambino dovesse avere febbre e tosse ma è stato vaccinato, è più probabile che la causa sia il “nostro” Coronavirus.

L’importanza di una vaccinazione di massa dei bambini dai 6 mesi ai 14 anni riflette anche il risultato di diversi studi che hanno già dimostrato come nei più piccoli il virus spesso si presenti in forma asintomatica: una volta superata questa fase emergenziale e riaperte le scuole e le attività, i bambini rischiano davvero di diventare i vettori di una nuova epidemia.

La linea d’azione proposta dai pediatri trova il supporto anche del presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro che durante la trasmissione Agorà del 21 aprile ha ribadito il ruolo del vicini come “beni preziosi”.

La proposta dei pediatri

Nella Fase 3, secondo la Simpe, quasi il 47% dei bambini potrebbe essere infetto di Coronavirus ma con una sintomatologia scarsa o addirittura inesistente. Il “picco” si dovrebbe vedere proprio tra settembre e ottobre, in cui la riapertura delle scuole e quindi i conseguenti spostamenti e assembramenti di ragazzi o genitori potrebbe azionare un nuovo meccanismo a catena nei contagi.

L’idea del presidente della Siepe Giuseppe Mele, dunque, è quella di sottoporre tutti i bambini dai 6 mesi ai 14 anni al un vaccino antinfluenzale all’inizio del prossimo periodo: “In autunno inizia la diffusione delle normali patologie infettive stagionali, compresa l’influenza, che renderanno ulteriormente confusa e difficile la valutazione della situazione epidemiologica”.

Come ti accennavo prima, il pericolo è questo: se un bambino dovesse improvvisamente avere la febbre o la tosse e non fosse stato precedentemente vaccinato, il medico che dovesse valutarlo, in un primo momento, non saprebbe distinguere tra l'infezione da Coronavirus e un'influenza normale.

In uno scenario in cui patologie delle vie respiratorie come l’influenza stagionale hanno sintomatologie simili all’infezione da Coroanvirus, la diagnosi differenziale diventa importante e la vaccinazione antinfluenzale, secondo i pediatri, è lo strumento giusto.

Avere la popolazione pediatrica vaccinata, secondo il presidente Mele, significherà "contribuire a comprendere, nel momento in cui si ripresenterà, chi avrà il virus del Covid-19. Questo significa agire sulla patologia di comunità. Un approccio completamente differente da quello utilizzato finora”.

Le parole di Brusaferro dell'Iss

Dopo quelle legate al trasporto attraverso si mezzi pubblici, le grandi criticità delle Fase 2 e (soprattutto) 3 riguardano proprio la scuola e i più piccoli. Sul tema è intervenuto anche il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro che durante la trasmissione Agorà, ha confermato che “le vaccinazioni sono un bene prezioso conquisto dalla nostra società e il fatto che ci sia questa epidemia rafforza l’importanza dei vaccini. Dobbiamo sostenere quelle utili e fare in modo che questo tipo di protezione avvenga”.

Brusaferro ha ribadito l’atteggiamento a 360 gradi che in questo momento è ancora più decisivo. Nel senso che il Coronavirus non deve cancellare le altre malattie che ci sono e ci saranno e che hanno una stagionalità: “Bisogna proteggere tutte le persone a rischio in maniera massiccia”.

Fonte| Simpe 

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