Da agosto fino a ottobre. Dall’estate piena e torrida alle porte di un inverno diviso tra giornate di sole e alcune di nebbia e freddo.
Un bel pezzo del suo 2024, Azzurra Schepis, 24 anni, l’ha passato ricoverata nei reparti di ginecologia e ostetricia dell’Aou G. Martino di Messina. Più precisamente: 64 giorni.
Sono stati il tempo trascorso tra il momento in cui la giovane ha rotto prematuramente le acque a 24 settimane e quello del parto. Quello, cioè, in cui grazie al supporto del personale del nosocomio messinese ha raggiunto un’età gestazionale più sicura ed è riuscita effettivamente a dare alla luce il suo bambino.
“Il 21 agosto scorso mi sono accorta di aver rotto le acque e sono subito corsa in ospedale dove, a seguito dei controlli, ho iniziato il mio ricovero forzato, monitorata ed assistita continuamente dal personale del reparto: sono uscita da casa quel giorno e sono rientrata il 5 ottobre” ha raccontato Azzurra durante un evento promosso al Policlinico messinese in compagnia del compagno e, appunto, del suo piccolo.
Durante il ricovero, Azzurra è stata sottoposta a un ciclo di antibiotici e di trattamenti specifici per frenare un parto che sarebbe stato classificato come aborto. Venire alla luce a quell’epoca gestazionale sarebbe stato pericolosissimo.
Tutti i bimbi che nascono prima della 37esima settimana di gestazione sono infatti classificati come prematuri e a casa dell’immaturità di organi come polmoni, cervello, intestino, cuore necessitano di un’assistenza specifica, con interventi e trattamenti terapeutici mirati e continui.
Nel caso di Azzurra, i medici hanno deciso di intervenire a 30 settimane e due giorni, quando ha iniziato ad avere un po' di febbre. Per evitare eventuali rischi, hanno deciso di far nascere il piccolo e tutto, per fortuna, è andato per il meglio.
Fonte | Aou G. Martino di Messina