Rosolia nei bambini: come si manifesta, come si trasmette e vaccino

La rosolia è una malattia esantematica che si previene con il famoso vaccino trivalente. Grazie alla vaccinazione estesa, la sua incidenza è notevolmente diminuita in molti Paesi, compresa l’Italia. E’ pericolosa? Le complicanze sono davvero rate, ma può diventare pericolosa se contratta durante la gravidanza.
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Maria Teresa Gasbarrone 18 Settembre 2023
* ultima modifica il 25/09/2023
Con la collaborazione del Dott. Ettore Carlo Alemani Specialista in ostetricia e ginecologia e titolare di struttura semplice di patologia della gravidanza

La rosolia è una malattia esantematica molto contagiosa, causata da un virus del genere Rubivirus e trasmessa principalmente per via aerea oppure da madre a figlio durante la gravidanza.

Qual è la preoccupazione principale? Molte donne non sanno se hanno avuto o meno la malattia, perché talvolta i sintomi sono così lievi da passare inosservati. Se stai dunque cercando un bambino, devi assolutamente fare qualche indagine più approfondita e, magari, valutare la vaccinazione.

Cos’è la rosolia

La rosolia è nota per essere una delle più frequenti malattie dei bambini, classificate come esantematiche perché il sintomo principale sono delle macchioline rosse che si diffondono in tutto il corpo. È scatenata da un Rubivirus, ovvero il Rubella virus, e a differenza della scarlattina, che è batterica,  una volta contratta garantisce un’immunizzazione definitiva per la vita, proprio come succede con il morbillo, la parotite e la varicella.

Chi colpisce? Sono a rischio le persone non vaccinate e tutti coloro che non hanno mai contratto il virus. È nota per essere tipica dell’età infantile (con un’incidenza maggiore tra 1-4 anni), ma ovviamente può contagiare anche  gli adulti, soprattutto se a contatto con bambini infetti.

La rosolia può durare parecchio tempo. Considera che ha un’incubazione di circa 2 o 3 settimane e il paziente è contagioso da 7 giorni prima della comparsa dell'esantema a 8 giorni dopo. Ci vogliono circa dieci giorni perché la malattia faccia il suo corso. L'esantema non compare? c'è un trucchetto molto utile ai genitori. Fai al bambino un bagno o una doccia calda che renderanno più evidente le macchioline, che non compaiono affatto in circa il 40% dei casi, mentre nel 20-25% dei casi i piccoli potrebbero avere solo febbre e tumefazione dei linfonodi.

Come capire se un bambino ha la rosolia

Come si presenta la rosolia? Il sintomo  principale è prima di tutto un esantema a macchioline diffuso sul tronco e sugli arti, associato a:

  • Macchie di Koplik (piccole macchie di colore biancastro, a "spruzzatura di calce" sulla mucosa delle guance a livello dei molari)
  • Ingrossamento dei linfonodi situati in prossimità del collo e delle orecchie
  • Febbre
  • Naso che cola
  • Occhi rossi
  • Mal di testa
  • Dolore articolare

Queste manifestazioni, in genere, rimangono evidenti per non più di 5-10 giorni. In circa due settimane il bambino dovrebbe poter riprendere la sua vita normale e aver superato tutti gli eventuali sintomi.

Quali sono le cause

La causa della rosolia è il rubella virus, che appartiene al genere rubivirus. Questi virus fanno parte della famiglia dei togavirus (o togaviridae), i quali possiedono un involucro esterno lipidico, un capside e, per materiale genetico, un unico filamento di RNA.

Come si trasmette la rosolia

La rosolia si trasmette per via aerea con tosse, starnuti o goccioline volanti mentre si parla con una persona infetta. Una volta inalata la rosolia si annida a livello della bocca e dei polmoni e, qui, si moltiplica. Esiste poi una modalità di contagio indiretta che avviene toccando oggetti, precedentemente toccati da persone infette. È tipico dei giochi dei bambini, soprattutto perché sono soliti non soffiarsi bene il nasino, lavarsi le mani o mettere la manina davanti la bocca quando si starnutisce.

La rosolia solo raramente può dare luogo a complicanze della rosolia, soprattutto nei bambini, mentre potrebbe comparire negli adulti. Tra i rischi, ci sono:

  • artrite e artralgia,
  • riduzione del numero di piastrine nel sangue (trombocitopenia)
  • encefalite ((1 caso su 5.000)
  • sindrome della rosolia congenita, che si verifica nel caso in cui la madre trasmetta il virus al figlio nelle prime fasi della gravidanza

Tuttavia, questa malattia, normalmente lieve, può diventare pericolosa in gravidanza, perché può provocare l’ aborto spontaneo, la morte intrauterina del feto o gravi anomalie congenite, tra cui difetti della vista, sordità, malformazioni cardiache, ritardo mentale, danni epatici e splenici. Il Rubella virus, infatti, è in grado di superare la barriera placentare e mettere a rischio il normale sviluppo dell’embrione. Se l’infezione avviene poco prima del concepimento o nelle prime 8-10 settimane di gestazione, il rischio stimato è molto elevato, fino al 90%. Se l’infezione è contratta dopo la ventesima settimana l’infezione provoca raramente malformazioni congenite.

La diagnosi di rosolia avviene attraverso l’esame obiettivo e il ricorso a esami di laboratorio, come la ricerca di anticorpi IgM rosolia-specifici, comparsa ex novo o aumento significativo degli IgG specifici, o sull’identificazione virale in un campione clinico. In alcuni casi, il medico potrebbe avere una difficoltà diagnostica perché le manifestazioni della rosolia, nelle sue forme più leggere, sono simili a quelle del morbillo, della scarlattina e della mononucleosi infettiva. I test di laboratorio servono proprio a cancellare tutti i dubbi.

Il vaccino contro la rosolia

L'arma più potente di cui diponiamo nel proteggerci da questa malattia è la prevenzione. Questa avviene attraverso la somministrazione del vaccino vivo attenuato Morbillo-Parotite-Rosolia (MPR). Sono previste due dosi del vaccino, in Italia la prima dose è somministrata a 12-15 mesi di età, la seconda a 5-6 anni. Negli adolescenti e adulti mai vaccinati sono previste due dosi a distanza di almeno 4 settimane. Non sono necessari ulteriori richiami.

Se stai cercando una gravidanza e non sei immune dalla rosolia, dovresti fare il vaccino prima del concepimento, dopo un esame ematico per la ricerca degli anticorpi antirosolia.

C'è una terapia specifica?

È una malattia virale e non esiste una cura specifica. Il medico potrebbe prescrivere dei farmaci per controllare le manifestazioni sintomatiche, quindi antipiretici e antinfiammatori. È importante, inoltre, riposare a letto e seguire una dieta leggera (ricca di frutta e acqua). Nel caso subentrassero delle complicazioni batteriche quali artralgia o encefalite, sempre il medico potrebbe decidere di ricorrere a una terapia a base di antibiotici e, ovviamente, è obbligatorio il ricovero ospedaliero. In realtà, la cura principale è la prevenzione che avviene attraverso la somministrazione del vaccino vivo attenuato Morbillo-Parotite-Rosolia (MPR). Sono previste due dosi del vaccino, in Italia la prima dose è somministrata a 12-15 mesi di età, la seconda a 5-6 anni. Negli adolescenti e adulti mai vaccinati sono previste due dosi a distanza di almeno 4 settimane. Non sono necessari ulteriori richiami.

Se stai cercando una gravidanza e non sei immune dalla rosolia, dovresti fare il vaccino prima del concepimento, dopo un esame ematico per la ricerca degli anticorpi antirosolia.

Cosa deve fare un genitore

Abbiamo parlato di rosolia con il dottor Ettore Carlo Alemani, specialista in ostetricia e ginecologia e titolare di struttura semplice di patologia della gravidanza.

“La prevenzione non è facile: bisogna evitare contatti con i bambini e seguire tutte le norme igieniche tipiche della prevenzione dell’influenza, quindi lavarsi le mani, coprire bocca e naso quando si starnutisce o si tossisce o eliminare in modo opportuno i fazzoletti di carta dopo l'uso. È importante, se si è alla ricerca di una gravidanza, controllare se si è immuni dal virus della Rosolia, attraverso Rubeotest e, in caso di negatività vaccinarsi, per garantire al bambino gli anticorpi materni”.

Nel caso, invece, in cui una donna resti incinta prima di aver fatto in tempo a vaccinarsi, "la donna non immune deve ripetere il Rubeotest ogni mese. I rischi sono elevati nel primo trimestre di gravidanza, dopo la 20esima settimana difficilmente si presentano malformazioni congenite”.

Fonte | Istituto Superiore di Sanità

(Scritto da Valentina Rorato il 29 gennaio 2020;
Modificato da Maria Teresa Gasbarrone il 18 settembre 2023)

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