Gli hanno salvato la vita non una ma due volte e l’hanno fatto con una serie di procedure mai viste prima. Fino ad oggi nella letteratura scientifica non esistevano istruzioni che dicessero ai medici come rimediare a due ferite mortali, una all’aorta e l’altra al fegato, che si presentano contemporaneamente. Così, per riuscire a salvare un giovane 30enne vittima di un gravissimo incidente stradale, i chirurghi del Policlinico di Milano hanno dovuto trovare la soluzione direttamente sul campo, combattendo con la morte. E hanno vinto. Oggi il ragazzo sta bene, sta seguendo la riabilitazione ed è tornato ad una vita praticamente normale mentre l’esperienza innovativa dei chirurgi milanesi è stata pubblicata sulla rivista Annals of Vascular Surgery: di fatto, hanno scritto la storia.
Quasi un anno e mezzo fa, un giovane di 30 anni è rimasto coinvolto in un grave incidente stradale. Quando è stato portato al Pronto Soccorso del Policlinico di Milano, le sue condizioni hanno subito preoccupato i medici dal momento che i traumi al torace e all’aorta erano molto seri.
Le brutte notizie, però, non erano finite. Oltre alle lesioni agli arti inferiori, anche il fegato era praticamente distrutto e solo un trapianto avrebbe potuto salvarlo.
La situazione del giovane era grave e complessa. In più, non nella letteratura scientifica non era mai stata descritta una procedura che guidasse i medici tra una rottura dell'aorta, uno dei più importanti vasi sanguigni del corpo umano, e un contemporaneo trauma all'addome così esteso da richiedere il trapianto di fegato.
I chirurghi del Policlinico di Milano, in sostanza, hanno dovuto improvvisare e creare da zero una nuova procedura. Il giovane è stato messo subito in lista per un trapianto mentre, in emergenza, i chirurghi gli riparavano la lesione aortica. Il donatore è stato trovato in fretta e nel giro di poche ore è stato trapiantato il fegato. L'hanno salvato.
Oggi il ragazzo sta bene e dopo una degenza di quasi sei mesi è stato dimesso dall’Ospedale. Sono passati 16 mesi dall’incidente e, secondo i medici, è in condizioni “davvero ottime, è tornato a camminare normalmente e non ha avuto alcun problema di rigetto con il trapianto. Nonostante il doppio pericolo di vita, è tornato ad una vita il più possibile normale”.
Fonte | Policlinico di Milano