Secondo molti, quella appena scritta in Texas, negli Stati Uniti, è una nuova importantissima pagina della storia della medicina. Una di quelle che danno il via a nuovi ed entusiasmanti capitoli e che raccontano di novità in grado di salvare centinaia di migliaia di vite.
La portata di quanto sto per raccontarti non è esagerata perché un gruppo di chirurghi e ricercatori del Texas Heart Institute per la prima volta al mondo ha impiantato un nuovo cuore totalmente artificiale e senza valvole nel petto di un paziente colpito da un’insufficienza cardiaca allo stadio terminale.
Grazie alla virtuosa collaborazione con un un'azienda di dispositivi medici in fase clinica, hanno dunque regalato a paziente un ponte verso il trapianto cardiaco e una possibilità per tornare a qualità di vita normale.
Il dispositivo di cui sto parlando è una pompa sanguigna rotativa biventricolare realizzata in titanio ed è costituita da una singola parte mobile che utilizza un rotore a levitazione magnetica per pompare il sangue. È così efficiente che è in grado di sostituire entrambi i ventricoli di un cuore in insufficienza.
Sì hai capito bene: il dispositivo sfrutta la tecnologia della levitazione magnetica, la stessa utilizzata in alcuni treni ad alta velocità, per tenere un rotore a doppia faccia sospeso magneticamente con palette sinistra e destra posizionate all'interno di due camere di pompaggio separate. L’idea è quella di formare una centrifuga a doppia faccia che spinge il sangue nel cuore e nel resto del corpo.
L’intervento di fatto è il primo passo di uno studio clinico che mira a valutare la sicurezza e le prestazioni di questo cuore artificiale come soluzione ponte al trapianto per quei pazienti con una grave insufficienza cardiaca biventricolare o un’insufficienza cardiaca univentricolare in cui il supporto del dispositivo di assistenza ventricolare sinistra non è raccomandato.
Considera infatti che al mondo almeno 26 milioni di persone soffrono di insufficienza cardiaca, 6,2 milioni solo negli Stati Uniti e i trapianti di cuore sono riservati a quei pazienti colpiti da una forma grave di insufficienza cardiaca. A livello globale meno di 6mila persone tuttavia vengono sottoposte a questa procedura.
Se il nuovo cuore totalmente artificiale confermasse il sua efficacia e dimostrasse di funzionare in maniera sicura per lungo tempo, potrebbe aumentare questi numeri e ridare quindi a migliaia di persone la possibilità di tornare a muoversi, alzarsi dal letto e svolgere azioni quotidiane semplici ma ora impossibili. Allo stesso tempo, contribuirebbe a salvare la vita di molte altre.
Fonte | Texas Heart Institute