Sangue artificiale sviluppato in Giappone: è universale e si conserva fino a un anno

È compatibile con tutti i gruppi sanguigni, e quindi con ogni tipo di paziente; si conserva fino ad un anno e potrebbe risolvere in futuro la necessità di avere sempre un alto numero di donatori di sangue. In Giappone i primi test: le trasfusioni di sangue sulle cavie hanno dato ottimi risultati.
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Gaia Cortese 23 Ottobre 2019
* ultima modifica il 26/07/2022

"Produrre sangue artificiale? Non è un’utopia". Titolava così un articolo pubblicato sul magazine online della Fondazione Umberto Veronesi, quando poco più di tre anni venivano pubblicati su Nature Communications i risultati dei ricercatori dell’Università di Bristol e del Centro Nazionale Sangue Trapianti del Regno Unito. In quel caso i ricercatori erano riusciti per la prima volta a produrre in vitro una linea di cellule staminali adulte in grado di trasformarsi in reticolociti, ossia le cellule precursori dei globuli rossi.

A distanza di qualche anno, un surrogato di sangue artificiale è stato sviluppato nei laboratori del National Defense Medical College (l'accademia militare giapponese di livello universitario). La ricerca pubblicata su Trasfusion è stata in grado di mettere a punto un sangue sintetico in grado di trasportare e stoccare l’ossigeno, le principali funzioni del sangue biologico.

Per far ciò i ricercatori giapponesi hanno progettato e realizzato delle mini sacche di emoglobina che riescono ad attrarre le molecole di ossigeno. La parte liquida del sangue invece è stata ricreata unendo una soluzione a base di plasma con delle particelle nanostatiche, in grado di arrestare il sanguinamento proprio come fanno le piastrine.

Al momento il sangue artificiale è stato testato su cavie (ci vorranno diversi anni di ricerca prima di poterlo sperimentare sugli esseri umani) con lesioni al fegato e ha funzionato nel 60% dei casi: secondo gli scienziati si tratta di un ottimo risultato considerato che è analogo a quello che si otterrebbe con le trasfusioni di sangue biologico.

Caratteristica del sangue artificiale è che è universale, indipendente da qualsiasi gruppo sanguigno, e pertanto compatibile con tutti i pazienti. Inoltre, può essere conservato fino a un anno senza subire alterazioni.

"È sempre difficile poter disporre di quantità di sangue sufficienti, per esempio, per le trasfusioni nelle regioni più remote – ha dichiarato Manabu Kinoshita, immunologo e coordinatore dello studio -. Con il sangue artificiale potremo salvare vite che altrimenti sarebbero perse".

Fonte | "Combination therapy using fibrinogen γ‐chain peptide‐coated, ADP‐encapsulated liposomes and hemoglobin vesicles for trauma‐induced massive hemorrhage in thrombocytopenic rabbits" pubblicato il 1 luglio 2019 su Transfusion

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