Schizofrenia: quando non si riconosce più cosa è reale

La schizofrenia è una malattia caratterizzata dalla profonda compromissione del pensiero, del comportamento e dell’affettività di chi ne soffre. Fa parte dei disturbi psicotici ed è quindi contraddistinta dalla difficoltà di analizzare la realtà, cioè distinguere ciò che è reale da quello che non lo è.
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Dott.ssa Roberta Kayed Medico chirurgo
14 Marzo 2020 * ultima modifica il 20/01/2021

La schizofrenia (dal greco “schizo-“, separare, e “-frenia”, mente) è una malattia mentale che fa parte dei disturbi psicotici.

Chi soffre di schizofrenia fa fatica a distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è e sperimenta pensieri, sensazioni e comportamenti anomali.

Cos’è

La schizofrenia è una malattia mentale nella quale la normale formazione dei pensieri e delle sensazioni è in qualche modo interrotta (da qui il nome “mente sparata”).

Forse la frase che hai appena letto non ti spiegherà molto, ma partiamo dal presupposto che tutto parte dal cervello: se la mente è in qualche modo alterata, è chiaro come tutti i processi che derivano dal suo buon funzionamento saranno compromessi a loro volta (linguaggio, sensazioni, comportamento, azioni, umore).

La persona schizofrenica allora può:

  • Vedere persone, sentire e credere a voci che non sono reali (allucinazioni)
  • Avere dei pensieri molto strani e persistenti che non cambiano nonostante le prove che li smentiscono (deliri)
  • Comportarsi in maniera bizzarra o avere disturbi dell’umore (depressione, ansia, problemi nel dormire, isolarsi socialmente, perdere la motivazione e avere difficoltà nella vita di tutti i giorni)

Esistono altri disturbi mentali che hanno dei tratti in comune con la schizofrenia; in medicina si dice che entrano in diagnosi differenziale, cioè devono essere esclusi per fare diagnosi esatta di schizofrenia.

Questi sono:

  • Disturbo delirante (schizofrenia paranoide)
  • Disturbo schizoaffettivo (schizofrenia affettiva)
  • Distrubo bipolare con caratteristiche psicotiche
  • Disturbo schizofreniforme
  • Disturbo schizotipico di personalità

Quando e come si sviluppa

La schizofrenia ha una prevalenza fortunatamente bassa (0,3-0,7%) e di solito compare tra la tarda adolescenza e i 40 anni di età. Di solito l’esordio nei maschi è prima dei 35 anni, un po’ dopo nelle femmine, verso la fine dei 30 anni.

Il decorso è lento, vuol dire che nella maggioranza dei casi i sintomi cominciano a svilupparsi in modo graduale e non all’improvviso.

Senza una cura adeguata, la malattia compromette in maniera rilevante la vita di tutti i giorni (scuola, lavoro, relazioni, problemi legali dovuti ai comportamenti anomali o aggressivi) e può portare a isolarsi sempre di più o ad avere disturbi dell’umore importanti.

Un'evenienza molto grave è che purtroppo alcune persone non sopportano il peso della malattia, tentano il suicidio e ci riescono (5-6%) in seguito alle allucinazioni che comandano loro di farsi del male.

Quali sono le cause

Così come per molte malattie mentali, anche per la schizofrenia non si conosce del tutto quali sono le cause esatte.

Quello che i medici conoscono sono alcuni fattori che possono aumentare il rischio di sviluppare la malattia (i fattori di rischio).

  • Fattori genetici: le variazioni di alcuni geni possono aumentare il rischio.
  • Fattori perinatali: gravidanza complicata, età avanzata del padre, stress, infezioni, diabete o altre malattie materne.
  • Fattori cerebrali: possono essere presenti delle anomalie in alcune aree del cervello e nel funzionamento dei neurotrasmettitori (piccole molecole chimiche che trasmettono le informazioni da neurone a neurone).
  • Fattori psicologici: stress, alcol e abuso di sostanze potrebbero scatenare i deliri. Inoltre, le persone con tendenza all’isolamento sono purtroppo le più vulnerabili.

Quali sono i sintomi

 I sintomi tipici della schizofrenia sono diversi e ora li vedremo nel dettaglio.

È bene ricordare che noi apprendiamo sin dai primi anni di vita a “catalogare” tutto ciò che appartiene alla sfera della realtà e ciò che invece non lo fa.

Questa capacità è chiamata “esame di realtà” e si riferisce appunto al compito che il nostro cervello svolge col "pilota automatico" nel differenziare ciò che è reale da ciò che non lo è.

La schizofrenia deriva dal fallimento di questo compito importante e dall’incapacità di organizzare pensieri, comportamenti ed emozioni come conseguenza.

I sintomi comprendono alterazioni:

  • Cognitive (deliri, allucinazioni, disorganizzazione del pensiero e dell’eloquio)
  • Comportamentali (catatonia, movimenti stereotipati, sguardo fisso, mutismo, ripetizione automatica di suoni o parole altrui)
  • Emotive (diminuzione dell’espressione delle emozioni, affettività inadeguata alle situazioni, disturbi dell’umore).

I sintomi si raggruppano inoltre in:

  • Sintomi positivi: cioè evidenti, immediatamente visibili, quelli che rendono facile il riconoscimento della malattia (allucinazioni, deliri, disturbi del comportamento).
  • Sintomi negativi: non fanno pensare subito alla schizofrenia perché non così manifesti come i positivi. È comune la diminuzione dell’espressione delle emozioni tanto che la persona può sembrare emotivamente piatta (ad esempio i movimenti facciali sono ridotti, manca il contatto visivo o è diminuito, l’intonazione della voce è monotona e mancano o sono ridotti il gesticolare delle mani o i movimenti del capo che aggiungono enfasi alle parole dette). L’appiattimento affettivo può portare a:
  • Abulia (mancanza di voglia di fare)
  • Anedonia (difficoltà nel provare piacere nelle attività)
  • Asocialità (mancanza d’interesse e isolamento sociale)

Nessuno di questi sintomi, preso da solo, è indicativo di schizofrenia: è lo specialista che fa la diagnosi secondo la visita medica.

I deliri

Sarà capitato a tutti di pensare o dire di qualcuno: “stai proprio delirando”, riferendoci (ovviamente non alla lettera), alla sua presunta scarsa capacità del momento di essere razionale e comprendere bene la situazione.

A grandi linee questa capacità cognitiva è ciò che manca nella mente di una persona schizofrenica che purtroppo sta sperimentando un delirio.

I deliri sono idee fisse, certezze incrollabili per il paziente, chiaramente non plausibili, basate su percezioni non corrette e che non derivano da un sistema condiviso di credenze culturali.

  • Deliri bizzarri: sono chiaramente idee non plausibili e comprensibili dagli altri (ad esempio una forza esterna ha rimosso gli organi interni e li ha sostituiti con organi di qualcun altro senza lasciare ferite o cicatrici; i pensieri sono stati sottratti o inseriti nella mente da una forza estranea oppure gli estranei possono ascoltarli; le proprie azioni e i pensieri sono sotto il controllo di persone o forze esterne).
  • Deliri non bizzarri:
  • Sospettosità/persecuzione (i più comuni): la persona pensa di essere vittima di una cospirazione, spiata, inseguita, avvelenata, molestata e così via. C’è spesso rabbia e rancore verso quello che è considerato il "nemico" e la persona può ricorrere a vie legali o alla violenza.
  • Somatici: preoccupazioni sugli odori emanati dal corpo, convinzione di essere infestato dagli insetti, di essere deforme, o di soffrire di malattie gravi.
  • Grandezza: certezza di essere superiore agli altri in fama e ricchezza. Si può pensare di essere il “prescelto”, possedere doti speciali, aver fatto una grande scoperta.
  • Riferimento: si attribuiscono significati del tutto personali, speciali o addirittura magici a eventi e persone, credendo quindi che tutto sia riferito alla propria persona.
  • Erotomanici: la credenza che qualcuno in particolare (spesso molto famoso o appartenente a uno status più elevato) sia innamorato del paziente.
  • Gelosia: il partner è infedele e la convinzione deriva da piccoli indizi male interpretati (come ad esempio degli abiti in disordine).
  • Nichilistico: si è certi che si verificheranno degli eventi catastrofici.

Le allucinazioni

Quando si provano esperienze sensoriali senza uno stimolo esterno, allora parliamo di allucinazione: ad esempio posso sentire una voce senza che qualcuno mi stia effettivamente parlando.

Le allucinazioni sono appunto delle percezioni errate che però sembrano vere poiché molto vivide e chiare per chi le sta vivendo.

Sebbene possano riguardare tutti i sensi, le più frequenti sono senz’altro le allucinazioni uditive: le cosiddette “voci” possono commentare tra di loro le azioni del paziente in modo negativo, sprezzante, minaccioso o addirittura ordinargli cose molto brutte (commettere azioni distruttive rivolte a se o agli altri).

Disturbi del pensiero e dell’eloquio

La schizofrenia distorce il modo di pensare e di parlare in diversi modi. Come facciamo a sapere che anche il pensiero è alterato se non sono presenti sintomi eclatanti? Perché le anomalie del linguaggio ci fanno dedurre a loro volta i disturbi del pensiero: ecco cosa vuol dire pensiero ed eloquio disorganizzato.

Il paziente non riesce a parlare perché non riesce a pensare bene.

Per questo può saltare da un argomento all’altro senza motivo (deragliamento), può dare risposte che non c’entrano niente con la domanda (tangenzialità) o in rari casi essere completamente incomprensibile (insalata di parole).

La cura 

Nonostante le schizofrenia sia una malattia che può cambiare profondamente la vita delle persone (pazienti e familiari), è vero che può essere gestita con le terapie.

Purtroppo molte persone però non cercano l’aiuto necessario perché:

  • È difficile per chi soffre riuscire a riconoscere che c’è qualcosa che “non va” nei propri pensieri, proprio perché spesso manca la capacità di analisi e introspezione (insight).
  • Le persone ammalate potrebbero essere imbarazzate, sentire lo stigma sociale della malattia mentale e avere paura di chiedere l’aiuto che spetta loro di diritto.

Fortunatamente esiste una terapia per la schizofrenia, mentre per chi è malato gravemente (deliri severi e rischio di nuocere se stessi o gli altri) è necessario il ricovero in ospedale (volontario o obbligatorio) per proteggere il paziente e chi gli sta affianco. Questo finché la fase acuta e il pericolo non si saranno risolti.

  • Farmaci: controllano i sintomi (antipsicotici, antidepressivi, e farmaci per i problemi annessi)
  • Psicoterapia: fornisce gli strumenti e lo stato d’animo adatti per valutare obiettivamente le credenze irrazionali, e per creare nuovi comportamenti e pensieri più sani. In questo modo si aiuta il paziente a controllare i sintomi, a riconoscere i segnali che precedono un episodio psicotico e a gestire le ricadute.

Fonti| Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali – quinta edizione; NAMI – National Alliance of Mental IllnessNIH – National Instute of Mental Health

Medico-Chirurgo, specializzanda in Anestesia-Rianimazione, Terapia intensiva e del dolore, ha lavorato per diversi anni negli ambulatori di Medicina Generale. Nella pratica altro…
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