Da tempo la scienza sapeva che c’era un legame tra il virus Epstein-Barr (EBV) e la sclerosi multipla.
Il dibattito scientifico su questa importante correlazione scoperta da due studi pubblicati rispettivamente su Science (di cui ti avevamo già parlato) e Nature in questi anni ha animato i ricercatori di tutto il mondo, che però sono sempre rimasti ignari dei meccanismi attraverso i quali questo comunissimo virus – che infetta la maggior parte delle persone all'inizio della vita innescando la mononucleosi o rimanendo, inerme, nell’organismo – potesse contribuire allo sviluppo della malattia.
Ora una nuova indagine portata avanti dagli scienziati dal Karolinska Institutet di Stoccolma avrebbe dimostrato che gli anticorpi diretti contro l’Epstein-Barr, oltre a contrastare il virus sarebbero anche in grado di provocare lesioni cerebrali e nel midollo: le stesse che si evidenziano nei pazienti malati di sclerosi multipla.
Analizzando i campioni di sangue di oltre 700 pazienti affetti da sclerosi multipla e di 700 individui sani, i ricercatori hanno scoperto che gli anticorpi che si legano a una proteina del virus di Epstein-Barr, la EBNA1, si uniscono anche a una proteina simile presente nel cervello e nel midollo spinale, chiamata CRYAB e con funzioni protettive.
Quando mal indirizzati e caratterizzati da una reattività incrociata, questi anticorpi sono quindi capaci di provocare seri danni al sistema nervoso oltre ad innescare problemi di equilibrio, mobilità, affaticamento e altri pesanti sintomi nei pazienti con sclerosi multipla.
Come hanno specificato sulla rivista Science Advances, i ricercatori hanno anche scoperto che esiste una reattività crociata simile tra le cellule T del sistema immunitario.
Per queso stanno cercando di studiare in che modo le cellule T combattono l'infezione da EBV e come queste possono danneggiare il sistema nervoso nella sclerosi multipla contribuendo, quasi paradossalmente, alla sua progressione.
Fonte | "Cross-reactive EBNA1 immunity targets alpha-crystallin B and is associated with multiple sclerosis" pubblicato il 17 maggio 2023 sulla rivista Science Advances