Scoperto un “cocktail” in grado di preservare le cellule del sistema immunitario dagli effetti collaterali degli antibiotici

L’integrazione di una formulazione combinata di uridina e piruvato come integratore orale alla classica terapia antibiotica potrebbe tutelare la capacità proliferava dei linfociti T che, come i mitocondri, sono tra le cellule più sensibili agli effetti collaterali di questi farmaci.
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Kevin Ben Alì Zinati 6 Luglio 2021
* ultima modifica il 14/07/2021

Anche se nell’ultimo periodo l’avrai sentito dire in tutte le salse, è bene ricordare che tutti i farmaci, una volta assunti, possono avere degli effetti collaterali indesiderati. Compresi gli antibiotici.

Ovviamente non potremmo mai farne a meno dal momento che rappresentano la prima scelta per il trattamento di infezioni batteriche.

Il problema però è che a parte l’efficace azione antimicrobica, molti degli antibiotici noti e comunemente utilizzati possono produrre effetti collaterali, di entità anche severa.

Alcuni, per esempio, inibiscono la sintesi o la funzione delle proteine e del DNA/RNA batterico e allo stesso tempo possono portare con sé anche importanti effetti tossici sui mitocondri: sono i motori del nostro organismo perché producono l’ATP, ovvero una molecola che ha il compito di trasportare e fornire alle cellule l'energia necessaria per le loro funzioni.

Particolarmente sensibili agli effetti negativi di un antibiotico sono però anche le cellule del sistema immunitario.

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Bari ha però dimostrato che l'integrazione di due sostanze, l’uridina e il piruvato, durante la terapia antibiotica preserverebbe efficacemente la capacità proliferativa dei linfociti T, cellule fondamentali per la risposta immunitaria del tuo corpo.

Le base dello studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports sono stati i lavori che il gruppo ha dedicato alle cellule umane prive di DNA mitocondriale.

Chiamate “rho0”, sono cellule che non producono energia in maniera aerobica e la cui sopravvivenza e proliferazione dipendono proprio dall'aggiunta di uridina e piruvato.

Da qui i ricercatori hanno ipotizzato che questi stessi metaboliti potessero funzionare come protettori della capacità proliferativa cellulare anche in presenza di antibiotici potenzialmente tossici per i mitocondri.

Così nei laboratori dell’Università hanno sviluppato una formulazione combinata di uridina e piruvato come integratore a somministrazione orale che è stata successivamente testata sul sistema immunitario di pazienti sottoposti a una terapia antibiotica.

Rispetto al gruppo di controllo trattato solo con il farmaco, la combinazione avrebbe dimostrato rinvigorito la capacità proliferativa dei linfociti T nei pazienti trattati.

Questi primi risultati aprono scenari importanti su diversi fronti, dalla protezione del sistema immunitario per favorirne un'azione sinergica con gli antibiotici nel trattamento e nella profilassi delle infezioni batteriche fino al recupero di alcune molecole ad azione antimicrobica cadute in disuso a causa degli effetti collaterali.

L’integrazione di piruvato ed uridina potrebbe anche risultare efficace nell’immunosenescenza causata dall’arresto della capacità mitocondriale durante l’invecchiamento e nel rinforzo delle difese immunitarie di base. La stessa strategia, hanno concluso i ricercatori baresi, potrebbe fornire un aiuto anche nella lotta contro l’antibiotico-resistenza.

Fonte | "Uridine and pyruvate protect T cells’ proliferative capacity from mitochondrial toxic antibiotics: a clinical pilot study" pubblicata il 18 giugno 2021 sulla rivista Scientific Reports

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