Scoperto un nuovo ruolo del glucosio nel meccanismo di difesa del tumore del colon-retto: è la strada per nuovi potenziali trattamenti?

Un lavoro internazionale, tra cui spicca il contributo dell’Irccs Candiolo di Torino, ha scoperto una popolazione di cellule mai viste prima in grado di assorbire un’elevata quantità di glucosio e formare una sorta di scudo. Secondo i ricercatori potrebbe essere l’inizio per lo sviluppo di nuove terapie contro la seconda forma di tumore più diffusa in Europa.
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Kevin Ben Alì Zinati 6 Aprile 2022
* ultima modifica il 06/04/2022

Il glucosio dà e il glucosio toglie, specialmente quando si parla di tumore del colon-retto, ovvero la seconda forma di cancro più diffusa in Italia e in Europa, dopo quello della mammella.

Un gruppo di ricercatori, tra cui spiccano anche quelli dell’Irccs Candiolo di Torino, ha scoperto che questo particolare tipo di cancro, per proteggersi dalle terapie e dai farmaci, si avvale di uno scudo fatto proprio di zuccheri.

E che i responsabili della costruzione di questo muro sarebbero cellule mai viste prima, incapaci di crescere e moltiplicarsi all'interno della massa tumorale ma decisamente abili nell’assorbire un’abbondante quantità di glucosio ed erigere una sorta di barriera.

La scienza aveva già accertato più volte il ruolo decisivo del metabolismo del glucosio nell’inizio dei tumori intestinali e nella loro crescita. Ora però han identificato un nuovo tipo di cellule di difesa a protezione del tumore.

All’intento di queste cellule lo zucchero non viene convertito in energia ma viene impiegato per bloccare l'azione dei radicali liberi, molecole in grado di danneggiare la struttura della cellula contribuendo a mettere fuori gioco il tumore.

Perché è così tanto importante la scoperta di questo particolare meccanismo? I risultati, hanno spiegato i ricercatori, suggeriscono che questa vulnerabilità metabolica potrebbe essere utilizzata nel trattamento del cancro del colon-retto.

Lo studio, pubblicato su Nature Communications, aprirebbe la strada per lo sviluppo di nuove terapie, anche combinate “ai farmaci tradizionali in grado di estirpare non solo le cellule in corso di moltiplicazione, ma i serbatoi di cellule tumorali quiescenti, spesso responsabili dello sviluppo di forme tumorali recidive e della generazione di neoplasie resistenti ai trattamenti tradizionali, come chemio e radioterapia”, ha spiegato la dottoressa Anna Sapino, Direttore Scientifico e primario dell'Anatomia Patologica dell'IRCCS Candiolo.

Fonte | "A non-dividing cell population with high pyruvate dehydrogenase kinase activity regulates metabolic heterogeneity and tumorigenesis in the intestine" pubblicata il 21 marzo 2022 sulla rivista Nature Communications

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