Hai mai sentito parlare di brucellosi? Si tratta di un'infezione causata dai batteri del genere Brucella, che appartengono alla categoria dei cosiddetti gram-negativi. Normalmente, questa malattia colpisce animali di vario tipo, tra cui (ma non solo) pecore, mucche, cani, capre e cervi, ma ci sono alcune specie di questi agenti patogeni che possono contagiare anche l'uomo.
Nelle persone, la brucellosi si manifesta con sintomi che potrebbero ricordarti un'influenza, ma in alcuni casi la febbre può diventare ricorrente e ripresentarsi per un lungo periodo. In aree come il Canada e gli Stati Uniti questa infezione è presente ma piuttosto rara, mentre è più frequente nell'area mediterranea, in Asia centrale, in America Latina, India e Medio Oriente. In questi luoghi, se non controllata, la brucellosi può rappresentare una minaccia per la sanità pubblica, specialmente nelle zone in cui sono più diffuse l'agricoltura e la pastorizia, visto che è proprio dagli animali da allevamento che si può propagare l'infezione.
Insomma, non si tratta sicuramente di una malattia da prendere sotto gamba, ma è normale non saperne molto perché i casi di brucellosi nell'uomo sono stati, fino a questo momento, piuttosto limitati. Capiamo allora come si può riconoscere e quali sono le cure più efficaci.
La brucellosi è considerata una zoonosi, ovvero una malattia infettiva degli animali, specialmente bovini, ovini e caprini, che si può trasmettere anche all'essere umano. A scatenare l'infezione sono i batteri del genere Brucella, più nello specifico sei specie, quattro delle quali sono in grado di contagiare anche le persone che entrano in contatto direttamente con gli animali già malati o consumano cibi contaminati, come carni poco cotte oppure latte e latticini non pastorizzati.
Come potrai immaginare, le persone con più probabilità di contrarre la brucellosi sono gli allevatori alle prese con il bestiame, ma anche veterinari, agricoltori o i responsabili del confezionamento di carni che potrebbero essere infette. Un'altra possibile via di trasmissione della malattia è per inalazione, anche questo un rischio che riguarda principalmente chi svolge attività lavorative a stretto contatto con i batteri.
La brucellosi può colpire anche i cani, quindi ti chiederai se il migliore amico dell'uomo possa rappresentare un pericolo: in realtà, in questo caso le possibilità di contagio sono molto ridotte, poiché dovresti entrare in contatto con il sangue, liquidi seminali o placenta dell'animale, che peraltro tende a guarire dall'infezione in pochi giorni.
Anche l'eventualità di una trasmissione da uomo a uomo è molto rara: può verificarsi da madre a figlio, attraverso il latte materno contaminato, oppure per via sessuale o in caso di trapianto di tessuti, ma tieni presente che stiamo parlando di una malattia piuttosto rara per l'essere umano, visto che dal 2013 al 2017 l'incidenza annuale di brucellosi nell'Unione Europea è stata di circa 0,10 casi ogni 100 mila abitanti, stando ai dati del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC).
Se entri in contatto con uno dei batteri del genere Brucella devi considerare che il tempo di incubazione può variare da 5 giorni fino a diverse settimane o addirittura mesi.
Trascorsa questa fase, la brucellosi si manifesta solitamente all'improvviso con sintomi simili a quelli di una forte influenza, che includono febbre, stanchezza, mal di testa, dolori articolari, ma con il passare delle settimane l'infezione potrebbe aggravarsi e causare:
Nell'uomo la brucellosi può provocare anche la febbre ricorrente, che può tornare per un periodo compreso tra alcuni mesi e diversi anni, ma tra le complicazioni ci sono anche infezioni del sistema nervoso centrale, di vertebre, articolazioni, ossa lunghe o valvole cardiache.
Non spaventarti però, perché non si tratta di un'eventualità molto probabile: anzi, è più facile che tu possa guarire in circa 2-3 settimane, a volte senza nessuna particolare terapia, altre stabilendo un trattamento con il tuo medico.
Se sospetti di aver contratto la brucellosi dovrai per prima cosa andare dal medico, che attraverso l'anamnesi cercherà di capire se hai viaggiato in luoghi a rischio, se sei entrato in contatto con animali potenzialmente infetti o se hai mangiato alimenti che potrebbero essere stati contaminati. Oltre a tutto ciò, ovviamente, valuterà eventuali sintomi, ma per ottenere una diagnosi certa dell'infezione dovrà comunque prescriverti delle analisi del sangue per verificare effettivamente la presenza dei batteri Brucella. Un altro modo per farlo è la coltura del sangue o di altri tessuti, grazie alla quale gli agenti patogeni vengono fatti crescere in laboratorio e poi identificati.
La terapia per la brucellosi prevede la somministrazione di due antibiotici contemporaneamente: solitamente si tratta di rifampin e doxiciclina, che dovrai assumere per circa 6 settimane per guarire completamente e fare in modo che l'infezione non si presenti di nuovo.
Soltanto i casi più seri richiedono il ricovero in ospedale, mentre per quanto riguarda la mortalità della brucellosi nell'uomo si tratta di un'eventualità molto rara, dato che il rischio è minore al 2%.
Ad oggi, non esistono vaccini per prevenire la brucellosi nell'uomo: questo significa che per ridurre il rischio di sviluppare questa infezione dovrai evitare di consumare quei prodotti poco cotti o non pastorizzati che potrebbero contenere i batteri Brucella. Se poi lavori a contatto con questi alimenti, o direttamente con gli animali, faresti bene a indossare sempre dei guanti che ti proteggano.
Va detto, però, che la vaccinazione è disponibile per gli animali e può quindi aiutare a evitare una diffusione della malattia.
Fonti| MSD Manuals; Istituto Superiore di Sanità