Scoprire in anticipo chi rischia di ammalarsi di diabete: grazie a una nuova molecola ora si può

Ricercatori dell’IRCCS MultiMedica di Milano hanno sottoposto un gruppo di 207 pazienti con livelli allarmanti di glicemia alla dieta mediterranea e dopo un anno, in gran parte di loro, hanno registrato non solo la perdita di peso e la riduzione del danno ossidativo causato dall’iperglicemia ma anche la diminuzione dei livelli della molecola miR-21. Quest’ultima agirebbe dunque da marcatore del rischio di progressione del prediabete verso il diabete.
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Kevin Ben Alì Zinati 28 Marzo 2022
* ultima modifica il 28/03/2022

È molto sottile la linea che divide uno stato di buona salute da una vita in compagnia di una patologia subdola come il diabete.

Gli esperti dell’IRCCS MultiMedica di Milano parlano di una “terra di mezzo”: un momento di apparente equilibrio in cui la tua glicemia è oltre i livelli standard di sicurezza (sopra i 100 mg in un decilitro di sangue) ma il tuo corpo riesce ancora a contenerli senza troppi danni.

Questa condizione, che forse hai già sentito nominare come prediabete, è tuttavia molto ingannevole perché in realtà è già capace di danneggiare l’organismo.

La soluzione? Trovare il modo di rilevare la progressione del prediabete e individuare in anticipo il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2.

È ciò che ha fatto un gruppo di ricercatori della MultiMedica, che sulla rivista Cardiovascular Diabetology, ha descritto per la prima volta un nuovo marcatore molecolare in grado di allertarci precocemente dell’insorgenza del diabete.

L’équipe ha prima sottoposto 1.506 persone a uno screening generale in modo da valutare il rischio di ciascun partecipante di andare incontro al diabete: tra questi, 531 persone avevano un rischio altissimo e sono stati quindi inclusi nello studio.

L’attenzione degli scienziati è ricaduta sul micro-RNA miR-21, una molecola che in precedenti indagini era stata associata alla glicemia alta, la causa del prediabete.

Hanno quindi misurato la concentrazione di questa molecola in un sottogruppo di 207 pazienti, caratterizzati da livelli particolarmente allarmanti di glicemia e precedentemente sottoposti a programma di cambiamento dello stile di vita basato sulla dieta Mediterranea.

Dopo un anno di monitoraggio, l’84% dei partecipanti analizzati aveva avuto una perdita di peso, una diminuzione dell’indice di massa corporea e un miglioramento dei parametri cardiometabolici, con un’importante riduzione della glicemia e soprattutto del miR-21: è stata la conferma, insomma, del legame tra la molecola e i valori di glucosio nel sangue.

“Il dosaggio del miR-21, associato alla glicemia, può quindi diventare un nuovo importante indicatore di prediabete e del rischio di andare incontro a diabete conclamato hanno specificato gli autori dello studio, aggiungendo inoltre che all’aumentare della glicemia corrispondevano anche stress ossidativo e danni vascolari, alimentati dalla stessa molecola miR-21 che inibisce la capacità antiossidante delle cellule.

“Dopo l’intervento sullo stile di vita, abbiamo osservato una significativa riduzione di questo danno che, essendo nell’ambito di valori del prediabete, è ancora reversibile”. Secondo i ricercatori milanesi si tratta della prova di come miR-21 possa funzionare da affidabile marcatore molecolare delle reazioni dannose innescate del prediabete. E, quindi, da sentinella per il rischio di incorrere nel diabete.

Fonte | "Lower miR-21/ROS/HNE levels associate with lower glycemia after habit-intervention: DIAPASON study 1-year later" pubblicato il 4 marzo 2022 sulla rivista Cardiovascular Diabetology

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