Se dormi bene il tuo cuore è più in salute e puoi ridurre il rischio di un’insufficienza cardiaca

Secondo un nuovo studio dell’American Heart Association, delle buoni abitudini del sonno, che includono un riposo di 7-8 ore a notte e l’assenza di insonnia, ridurrebbero le probabilità di insufficienza cardiaca del 42%. I risultati sono stati ottenuti basandosi sui dati di oltre 400 mila persone: anche chi si alza presto la mattina e chi non fa il pisolino pomeridiano avrebbe un rischio minore di sviluppare un disturbo che colpisce circa 26 milioni di persone nel mondo.
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Alessandro Bai 18 Novembre 2020
* ultima modifica il 29/11/2020

Cosa può c’entrare un buon sonno ristoratore con la salute del tuo cuore? Stando a un recente studio, molto più di quanto potresti pensare. Secondo un team dell’American Heart Association, infatti, dormire in modo salutare, ovvero senza alcun disturbo e per 7-8 ore a notte, ridurrebbe addirittura del 42% il rischio di insufficienza cardiaca, un problema che colpisce oltre 26 milioni di persone in tutto il mondo.

I risultati della ricerca, pubblicati sulla rivista Circulation, sono stati ottenuti sulla base dei dati di oltre 400 mila persone, inseriti all’interno della UK Biobank. Secondo Lu Qi, uno degli autori dello studio, “le nostre scoperte sottolineano l’importanza di migliorare le nostre abitudini del sonno per aiutare a prevenire l’insufficienza cardiaca”.

Il legame tra sonno e insufficienza cardiaca

Dormire in modo corretto fa bene al cuore, quindi. Ma come lo hanno scoperto i ricercatori? Come ti dicevo, il punto di partenza del loro lavoro è stato la UK Biobank, ovvero un database da cui sono stati tratti i dati di 408.802 persone, che includevano informazioni sulle ore di sonno, su abitudini notturne come il russare o disturbi come l’insonnia, e sulla tendenza ad alzarsi molto presto, ad andare a letto tardi o a schiacciare un pisolino pomeridiano. I partecipanti avevano dai 37 ai 73 anni e le loro risposte, ottenute attraverso dei questionari, sono state raccolte dal 2006 al 2010. Poi, il gruppo di ricerca ha continuato a collezionare informazioni riguardanti l’insufficienza cardiaca fino all’aprile del 2019, registrandone 5.221 casi.

L’altro passaggio chiave del lavoro è stato quello di creare un punteggio che valutasse le abitudini del sonno dei partecipanti come poco o molto salutari. Per quanto riguarda la durata del riposo, ad esempio, 7-8 ore venivano ritenute ideali. Dopo aver tenuto conto di fattori già presenti che potessero aumentare il rischio di problemi cardiaci, come diabete, ipertensione o uso di farmaci, i ricercatori hanno calcolato che le persone che dormivano in modo più corretto avevano il 42% di possibilità in meno di essere soggetti a insufficienza cardiaca, rispetto a coloro che seguivano abitudini meno sane.

Analizzando poi uno per uno i comportamenti valutati dal questionario, lo studio ha evidenziato anche che il rischio di insufficienza cardiaca si riduceva dell’8% in chi tendeva ad alzarsi presto, del 12% in chi riposava tra le 7 e le 8 ore per notte, del 17% in chi non soffriva di insonnia frequente e del 34% in chi non recuperava le ore di sonno perse durante il giorno.

Un ottimo motivo in più per evitare di fare sempre le ore piccole e per prestare più attenzione a quei disturbi del sonno che, oltre a impedirti di essere efficiente durante il giorno, potrebbero avere ripercussioni più serie sulla tua salute cardiaca.

Fonte| "Adherence to a Healthy Sleep Pattern and Incident Heart Failure: A Prospective Study of 408802 UK Biobank Participants" pubblicato sulla rivista Circulation il 16 novembre 2020

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