Se durante la primavera o l'autunno ti sembra che il tuo mal di testa si faccia sentire più del solito, probabilmente hai ragione. E questo vale soprattutto per chi soffre di cefalea a grappolo, che di norma alterna periodi in cui i sintomi sono silenti e altri invece dove si susseguono diversi attacchi, grappoli appunto. Ne sono affetti soprattutto gli uomini e lo scoprono più o meno attorno ai 20 o 30 anni, quando la patologia inizia a farsi sentire. Il dottor Vincenzo Tullo, Neurologo e Responsabile dell’Ambulatorio sulle cefalee in Humanitas, ha spiegato proprio sul sito dell'ospedale che i cambi di stagione possono rendere ancora più persistente questo disturbo.
Il problema non riguarda tanto il cambiamento nel clima, quanto la fluttuazione dell'alternarsi delle ore di luce e di buio. "Attribuiamo questa problema a un’ipotesi fisiopatologica – ha chiarito il dottore. – La cefalea a grappolo coinvolge l’ipotalamo, struttura del sistema nervoso deputata alla regolazione di ritmi biologici e, dunque, interessata dalla fluttuazione di luce e buio. Chi è affetto da cefalea a grappolo, infatti, ha un’alterazione strutturale dell’ipotalamo posteriore, una condizione che potrebbe associarsi a una minor produzione di melatonina. Inoltre la patologia si associa anche a un’alterazione del cortisolo, ormone che aumenta in relazione allo stress psico-fisico, con innalzamento della produzione circadiana in fase di grappolo".
Dunque non solo le vicende che possono accaderti durante la giornata, ma anche il tuo stesso organismo favorisce l'aumento della condizione di stress che può poi favorire la comparsa del mal di testa.
In ogni caso, se soffri di questo problema dovresti parlarne con il tuo medico: esiste anche una terapia preventiva, a base di farmaci specifici come il litio o antiepilettici, che permette di ridurre il numero di attacchi di cefalea. Inoltre, ti aiuterà sicuramente seguire uno stile di vita sano, evitando alcol e fumo e mantenendo ritmi regolari di sonno e veglia.
Fonte| Humanitas