Shock cardiogeno: quali sono i sintomi e le cause di una condizione molto pericolosa
Lo shock cardiogeno è una condizione medica molto grave in cui il cuore non è in grado improvvisamente di pompare abbastanza sangue per ossigenare gli organi.
Lo shock cardiogeno si verifica quando il cuore diventa incapace di pompare una quantità sufficiente di sangue nell'organismo. Organi e tessuti subiscono quindi una carenza di ossigeno e nutrienti e ne soffrono in particolare cervello e reni. Come avrai capito, si tratta di una condizione molto pericolosa e che per fortuna è anche rara. Di norma, la causa scatenante è un infarto.
Andare in shock cardiogeno significa che il tuo cuore non è più in grado di pompare sangue a sufficienza da irrorare tessuti e organi, anche quelli importanti come il cervello. Di norma la causa principale è costituita dall’infarto. I segni che possono essere notati dal tuo medico sono l'ipotensione, l'oliguria (scarsissima produzione di urina, da 100 a 500ml/24h) e l'ipoperfusione tissutale (scarsa diffusione di sangue nei tessuti e negli organi posti in periferia. A cui si possono aggiungere:
crollo della pressione del sangue (ipotensione)
aumento della frequenza cardiaca
respiro affannoso
confusione e/o ottundimento delle capacità mentali.
Cause
Ci sono varie cause per lo shock cardiogeno e per cui il sangue non riesce più a pompare “a dovere” il sangue ossigenato. Eccone alcune:
Infarto miocardico acuto (IMA): in sostanza la parte del muscolo che ha subìto l’infarto non riesce a lavorare come prima
Insufficienza cardiaca: malfunzionamento del cuore che non riesce a pompare bene
Aritmie: battito del cuore troppo lento, troppo veloce o irregolare
Tamponamento cardiaco: accumulo di liquido o sangue nella cavità pericardica
Emorragia interna: perdita di sangue
Embolia polmonare: ostruzione di una o più rami dell’arteria polmonare
Lesioni toraciche
Sovradosaggio ed overdose di farmaci come betabloccanti e calcio antagonisti.
Diagnosi
Lo shock cardiogeno, come avrai capito, è un episodio molto grave ecco perché è importante riconoscerlo velocemente. Ecco quali sono gli esami essenziali per una diagnosi completa:
L'elettrocardiogramma (ECG). Non fa male e non è un esame invasivo e serve per misurare l'attività elettrica del cuore mostrando eventuali problemi cardiaci.
L'RX-torace. Si tratta di un esame radiologico per visualizzare la struttura, in questo caso, del cuore
L'ecocardiogramma. Permette, infatti, di evidenziare i difetti del setto che separa atri e ventricoli, i difetti valvolari, eventuali malformazioni e difficoltà nella contrazione del muscolo.
Gli esami del sangue
Il cateterismo cardiaco. È un esame minimamente invasivo perché si prevede l'utilizzo di un catetere di tipo flessibile che diffonde un liquido di contrasto visibile ai raggi X. Viene poi portato fino al cuore dove il liquido di contrasto viene rilasciato. È importante perché permette di analizzare l'anatomia e il funzionamento del cuore in sé e dei suoi vasi.
Trattamento
La terapia principale di solito è costituita da ossigenoterapia (per quanto aiuti nella sintomatologia ma non a debellare la causa) e farmaci ad azione inotropa e antiaggregante. Infatti, si ricorre poi all’angioplastica, quindi alla chirurgia, solo se le condizioni del paziente lo permettono. Ecco una lista delle terapie:
ossigenoterapia
farmaci che ostacolano la coagulazione del sangue e trombolitici
farmaci antiaritmici per aiutare la stabilizzazione del ritmo cardiaco
farmaci inotropi positivi per aumentare la forza di contrazione del miocardio
l’angioplastica, quando consigliata dal medico curante che si esegue aprendo i vasi otturati e permettendo al sangue di fluire nel modo corretto
bypass coronarico, consigliati in quei pazienti che hanno avuto un attacco cardiaco oppure la riparazione delle valvole cardiache, l’impianto di un dispositivo di assistenza ventricolare o il trapianto di cuore (nei casi più seri).
Prevenzione
I consigli per prevenire lo shock cardiogeno sono un po’ gli stessi che si dànno quando si cerca di evitare qualsiasi problema al cuore, come per esempio l’infarto:
evitare il fumo
evitare cibi troppo grassi e un peso eccessivo
ridurre il consumo di alcolici, di sale e zucchero
fare regolare esercizio fisico
magiare frutta e verdura in quantità.
Prognosi
La prognosi è quasi sempre negativa. Secondo alcune statistiche, infatti, le persone colpite da shock cardiogeno muoiono nel 70-90% dei casi, per effetto di quest'ultimo o di una sua complicanza.
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