Era un pomeriggio come tanti. L’estate ancora accesa, con qualche sprazzo di sole tra le prime piogge, e la scuola pronta per iniziare ma solo la settimana successiva.
Marco (un nome di fantasia) ha 11 anni e con il suo papà voleva celebrare nel migliore dei modi gli ultimi momenti prima della campanella, con una gita avventurosa al Lago delle Lame, nel comune di Rezzoaglio in Val d’Aveto, lì dove la Liguria si incontra con l’Emilia-Romagna.
Avrebbero fatto un po’ di trekking e si sarebbero persi per qualche ora nella natura, a fare a gara a chi avrebbe trovato il fungo più grande.
Eppure la giornata si è conclusa con un volo in ospedale e un intervento di quattro ore per reimpiantare un dito amputato. Ma andiamo con ordine.
La gita lacustre tra padre e figlio stava andando nel verso giusto finché Marco non si è fatto male. I funghi li avevano scovati ma mentre ne pulivo appena raccolto, il coltetelo gli è sfuggito dalla mano. È successo tutto in una frazione di secondo, la lama ha corso veloce lungo la pelle e ha finito per è amputargli un dito. Precisamente il terzo della mano sinistra.
Il papà di Marco ha chiamato subito il pronto intervento e nel giro di pochi minuti l’elisoccorso è piombato sopra le loro teste, prelevando il piccolo e trasportandolo al Pronto Soccorso dell’ospedale Gaslini di Genova.
Constatata l’amputazione del dito dopo trauma da coltello e confermata la possibilità di tentare un reimpianto dell’arto, Marco è stato portato in sala operatoria, dove è rimasto per le successive quattro ore e mezza.
I chirurghi del Gaslini hanno prima ricostruito le strutture scheletriche e tendinee per poi riconnettere i piccoli vasi e nervi, cioè quelle strutture che garantiscono l’afflusso di sangue e la sensibilità al polpastrello e il cui calibro è inferiore a 1 millimetro.
Al termine dell’intervento, il dito di Marco aveva ripreso la sua vascolarizzazione e il ragazza stava bene. Negli occhi aveva già la prossima avventura con papà.
Fonte | Ansa