Si può essere allergici al sole?

La risposta è sì, ma bisogna precisare che la parola fotoallergia comprende una serie di disturbi e malattie della pelle, che molto spesso hanno carattere transitorio. Come ogni allergia, si tratta di una reazione esagerata del sistema immunitario. Il rimedio? Evitare l’esposizione al sole e nel caso rivolgersi a un medico.
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Federico Turrisi 24 Luglio 2019
* ultima modifica il 24/09/2020
Con la collaborazione del Dott. Mario Cristofolini Medico specialista dermatologo

Che bella cosa na jurnata ‘e sole. Ma non per tutti. Per alcune persone l'esposizione al sole può rivelarsi un'autentica tortura. Sono gli "allergici" al sole. Le virgolette sono d'obbligo, perché non è proprio corretto parlare di allergia al sole nel senso di malattia cronica. Si tratta di una reazione eccessiva del sistema immunitario, come tutte le allergie. In questo caso di fronte alla luce del sole. Ma le cosiddette reazioni fotoallergiche sono per fortuna condizioni passeggere, nella maggior parte dei casi.

Soprattutto non si può parlare di allergia al sole (o di fotoallergia, o ancora di fotodermatosi) tout court perché sotto l'ombrello di questa definizione si ritrovano una moltitudine di patologie e disturbi della pelle, molto spesso non facili da diagnosticare con esattezza. La più diffusa è la dermatite polimorfa solare. C'è poi l'orticaria solare, la prurigo attinica, la fitofotodermatosi, il lupus eritematoso, la rosacea e così via. La lista è lunghissima, trattandosi di un capitolo estremamente vario, oltre che assai complesso. Vediamo meglio, in sintesi, di che cosa stiamo parlando.

Cause dell'allergia al sole

"Perché è toccata proprio a me?". Prima di prendertela con la malasorte, devi sapere che in molti casi la causa dello scatenarsi di una reazione fotoallergica è sconosciuta. In altri è favorita dall'assunzione di particolari medicinali, in altri ancora da sostanze fotosensibilizzanti che applichiamo sulla nostra pelle. Nel dettaglio, le cause della fotoallergia possono essere determinate da un:

  • Fattore genetico: le reazioni sono causate da una malattia genetica preesistente, come può essere lo xeroderma pigmentoso oppure l'albinismo, che non fornisce in maniera adeguata una fotoprotezione naturale;
  • Fattore esterno: in questo caso i responsabili sono determinati farmaci che stai assumendo (possono essere di vario tipo, dagli antidepressivi agli antibiotici) oppure i cosmetici (lozioni dopobarba, creme, profumi eccetera). Queste sostanze vengono dette fotosensibilizzanti perché possono dare origine a reazioni avverse se ti esponi ai raggi ultravioletti del sole. Nel caso delle fitofotodermatosi le eruzioni cutanee si manifestano se prima vieni a contatto con particolari specie vegetali (come per esempio la pastinaca sativa, la ruta o il bergamotto) e poi ti esponi alla luce solare;
  • Fattore sconosciuto: sotto questa categoria rientrano tutte le cosiddette fotodermatosi idiopatiche. Quindi, dermatite polimorfa solare, orticaria solare, prurigo attinica e via discorrendo. L'organismo riconosce un'anomalia a livello della pelle dovuta all'esposizione al sole e attiva le difese immunitarie. Ma il motivo per cui ciò accade non è chiaro.

Sintomi dell'allergia al sole

Varietà di disturbi uguale varietà di sintomi. Un tratto in comune a tutte le fotodermatosi sono le eruzioni cutanee: macchie, bolle, vesciche che spuntano sulla tua pelle a seguito dell'esposizione alla luce solare. Nella quasi totalità dei casi sono associate a rossore e prurito. Le zone più colpite sono ovviamente quelle più esposte ai raggi ultravioletti del sole, e quindi spalle, petto, collo e braccia in particolare. I sintomi possono comparire dopo pochi minuti dal momento in cui ti metti a prendere il sole, ma può capitarti che si manifestino anche dopo 24 o 48 ore, come nel caso della dermatite polimorfa solare.

Diagnosi dell'allergia al sole

Se sulla tua pelle compaiono macchie o puntini e sospetti una reazione fotoallergica, rivolgiti a un medico. Spesso basta una visita dermatologica per arrivare alla diagnosi e attraverso l'anamnesi si ricostruiscono gli eventi che hanno preceduto e scatenato la reazione (per esempio, sei venuto a contatto con qualche erba fotosensibilizzante), insieme ad altri fattori di rischio (assumi medicinali particolari, hai una pelle particolarmente predisposta a questo tipo di reazioni e così via) . Ci sono poi test più specifici come:

  • esame del sangue: per escludere la presenza di un lupus eritematoso;
  • biopsia cutanea: viene prelevato un piccolo pezzo di pelle per essere esaminato in laboratorio;
  • test di fotosensibilità: una piccola zona di pelle viene esposta a una quantità controllata di luce ultravioletta per verificarne la reazione: se dopo l'esame appaiono i sintomi tipici della fotodermatosi, la diagnosi è confermata.

Trattamento dell'allergia al sole

Niente panico, tranquillo. Se non ti esponi alla luce solare (condizione indispensabile per guarire), le eruzioni cutanee spariscono spontaneamente nell'arco di poco tempo, due o tre giorni. Per esempio, la dermatite polimorfa solare non ha bisogno di farmaci. Di solito. Nei casi più problematici devi ricorrere a farmaci antistaminici o cortisonici per ridurre la reazione allergica, sempre sotto il controllo di un medico.

Un'alternativa che ti potrebbe proporre il medico è la fototerapia preventiva: prima che arrivi l'estate, ti puoi sottoporre per alcune settimane, in ospedale o in centri specializzati, a un’esposizione controllata e periodica a dosi crescenti di raggi ultravioletti così da "abituare" la tua pelle ed attenuare la reattività alla luce solare.

Mi raccomando, evita i rimedi naturali e affidati alla medicina. Il rischio è infatti di aggravare la tua condizione se ricorri a creme o pomate, che magari contengono proprio sostanze fotosensibilizzanti, quelle cioè che possono scatenare la reazione fotoallergica. Insomma, sarebbe autolesionismo allo stato puro.

Il parere dell'esperto

Sull'argomento abbiamo sentito il parere del Dottor Mario Cristofolini, medico specialista dermatologo, ex Primario dell'Ospedale Santa Chiara di Trento, Presidente dell'Istituto G.B. Mattei per la ricerca termale:

"Quello delle allergie al sole è un capitolo vasto e molto complesso. Tutti noi reagiamo all'esposizione solare in modo diverso, in primis perché abbiamo fototipi diversi. I disturbi possono essere comuni ed è quindi bene non sottovalutarli. Una reazione fototossica causata da un agente fotosensibillizante non è un'eventualità così rara. Basta stendersi su un prato, venire a contatto con un tipo di erba fotosensibilizzante e poi prendere il sole senza protezione. Nel caso dovessero presentarsi i sintomi di una reazione fotoallergica il rimedio è uno e uno solo: evitare l'esposizione al sole. E se il disturbo continua o desta preoccupazione, bandire ogni tipo di improvvisazione e rivolgersi a un medico sempre."

Fonte | Humanitas

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