
Stanchezza cronica, encefalomielite mialgica o sindrome da fatica cronica: sono tanti i nomi che potresti avere sentito per descrivere un disturbo molto complesso, caratterizzato da una spossatezza di cui si ignorano le cause precise ma che non ti abbandona mai, condizionando molti aspetti della tua vita quotidiana.
Se sei sempre stanco senza un perché e non ti senti riposato nemmeno dopo aver dormito potresti soffrire di questa sindrome per cui, purtroppo, non esistono attualmente né test in grado di diagnosticarla né terapie per risolverla definitivamente.
Si può parlare di sindrome da stanchezza cronica quando la sensazione di fatica costante dura per almeno 6 mesi ed è accompagnata da alcuni sintomi che potrebbero farti pensare a un’influenza, come mal di gola o dolori muscolari. In altri casi, il disturbo può associarsi anche ad altre malattie di vario tipo, come la mononucleosi o il diabete.
In Italia la stanchezza cronica colpisce 200-300.000 persone (circa lo 0,5% della popolazione), ma al di là dei numeri è una sindrome che non dovresti sottovalutare: tra le sue complicazioni ci sono anche depressione, isolamento sociale e problemi di relazione, sia nella sfera personale che sul lavoro. Si tratta di una condizione che ti debilita sia a livello fisico che mentale e per questa ragione è bene che tu la conosca meglio.
La sindrome da stanchezza cronica, nota a livello internazionale come Chronic Fatigue Syndrome o CFS, è un disturbo che si manifesta con una fatica persistente della durata di almeno 6 mesi, una sensazione che può diventare altamente invalidante e impedirti di svolgere al meglio diverse attività.
Solitamente le persone tra i 20 e i 50 anni sono quelle più colpite dall’encefalomielite mialgica, che è più frequente nelle donne. Se non rientri in queste categorie, però, non abbassare la guardia: la fatica cronica può manifestarsi in chiunque, persino nei tuoi bambini, per questo è importante non ignorare i possibili segnali di un disturbo che peraltro potresti faticare a riconoscere. L'assenza di test specifici, i sintomi in comune con altre patologie e la poca conoscenza riguardo alle cause rendono infatti questa sindrome particolarmente difficile da diagnosticare.
Eppure, se guardiamo bene le statistiche, capirai che non stiamo parlando di una malattia rara: l’incidenza stimata infatti è tra lo 0,4% e l’1%, anche se sono molte di più le persone che affermano di soffrire di affaticamento cronico, una condizione per certi versi simile alla sindrome di cui ti sto parlando ma meno intensa e meno invalidante.
Il segnale principale della sindrome da stanchezza cronica è uno stato astenico permanente. Se questa parola ti risulta nuova, devi sapere che astenia significa semplicemente una sensazione di esaurimento fisico, come se avessi appena dovuto sostenere una fatica molto importante e ora le tue batterie fossero completamente scariche.
Come ti ho anticipato, la comunità scientifica non è ancora riuscita a determinare le cause esatte della sindrome da stanchezza cronica. Al momento, quindi, si può parlare di fattori che possono favorire il disturbo, magari agendo anche assieme. Vediamo insieme i principali:
Il senso di fatica costante, che continui a sentire anche dopo il riposo e che peggiora dopo uno sforzo minimo, è il segno principale della sindrome da stanchezza cronica, un disturbo piuttosto difficile da riconoscere che a volte può essere confuso con la sonnolenza o la mancanza di motivazione.
Non esistendo test specifici, si arriva alla diagnosi della fatica cronica dopo aver escluso altre malattie, grazie anche ad alcuni sintomi che affiancano la stanchezza persistente e assomigliano a quelli di un’influenza, pur presentandosi in modo cronico. Ad esempio, la sindrome si può manifestare con:
Se avverti questi disturbi insieme alla sensazione di fatica prolungata di cui ti parlavo, allora dovresti parlarne subito con il tuo medico, poiché i sintomi che abbiamo appena visto potrebbero essere provocati anche da altre patologie che in alcuni casi si associano proprio alla stanchezza cronica. Sto parlando di:
Esattamente come per i test diagnostici, attualmente non esistono terapie specifiche per curare definitivamente la sindrome da stanchezza cronica. Se sei affetto da questa condizione puoi comunque considerare alcuni approcci terapeutici, ma è giusto che tu sappia che si tratta di rimedi non sempre efficaci.
La terapia cognitivo-comportamentale consiste in una sessione di psicoterapia che ha lo scopo di aiutarti a riconoscere i sintomi della stanchezza cronica e accettare la condizione in cui ti trovi, favorendo un atteggiamento positivo che può aiutare la guarigione.
Un altro possibile approccio terapeutico è quello basato sull’esercizio graduale, che prevede lo svolgimento di attività fisica con un’intensità e una durata che aumentano mano a mano. Ovviamente sarà il tuo medico a concordare con te il tipo di allenamento da fare e come variarlo nel tempo, ma lo scopo è quello di tenerti in movimento per evitare un peggioramento dei sintomi della sindrome da fatica cronica.
Ti ho parlato di isolamento sociale e depressione come possibili conseguenze della stanchezza persistente: in questi casi, il tuo medico potrebbe prescriverti dei farmaci antidepressivi. Se invece la sindrome ti provoca forti dolori muscolari e articolari, probabilmente ti prescriverà degli antidolorifici.
Qualsiasi sia la terapia scelta, i sintomi della stanchezza cronica dovrebbero attenuarsi con il tempo e potrebbero addirittura scomparire completamente entro circa 5 anni dalla comparsa dei primi segnali. In ogni caso, ricordati che il disturbo può avere un decorso ciclico e ripresentarsi, quindi se hai superato la sindrome una prima volta e conosci già questa condizione, fai attenzione alla sintomatologia e scegli insieme al tuo medico le strategie più adatte per ridurre al minimo le ripercussioni sulla tua vita quotidiana.
Fonti| Osservatorio sulle malattie rare; Istituto superiore di sanità; MSD Manuals
(Modificato da Alessandro Bai il 22-7-2020)