Sla, un prelievo di saliva permetterebbe una diagnosi precoce: l’importante scoperta italiana

Una ricerca che apre una prospettiva già definita “storica”: un esame non invasivo potrebbe rivelare la presenza di un marcatore della malattia e permettere di cominciare subito una terapia per rallentarne la progressione. Lo studio è stato realizzato dall’Irccs Fondazione Don Gnocchi e dall’Istituto Auxologico Italiano, e finanziato dal Ministero della Salute.
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Giulia Dallagiovanna 25 Giugno 2020
* ultima modifica il 23/09/2020

La Sla, cioè la Sclerosi laterale amiotrofica, è una malattia neurodegenerativa per la quale ancora non esiste una cura. È cioè una di quelle patologie che conosciamo troppo poco e per la quale ogni piccolo passo avanti nella ricerca è già una conquista. Ma quello a cui sei davanti oggi è stato definito addirittura "storico". E riguarda la diagnosi. Al momento infatti non esistono esami specifici, ma si procede per esclusione: si prendono in esame tutte le malattie che possono provocare manifestazioni simili, fino a quando non rimane solo questa. Un team di ricerca tutto italiano ha però elaborato un prelievo di saliva che potrebbe accorciare tempi e procedure. Per ora è ancora solo una prospettiva futura, più che una realtà, ma intanto i primi risultati dello studio sono stati pubblicati su Scientific Reports.

Innanzitutto, i ricercatori sono riusciti a individuare un possibile biomarcatore della Sla nella saliva, analizzando campioni prelevati da 49 pazienti. Tra questi, 19 erano affetti da Sclerosi laterale amiotrofica, 10 da Alzheimer, 10 da Parkinson, mentre i restanti erano tutti sani. Per esaminarli hanno fatto ricorso all'innovativa tecnica Raman, che prevede l'utilizzo di un laser per studiare questo tipo di campioni complessi. "Si tratta di una tecnica non distruttivaha spiegato Marzia Bedoni, alla guida del Laboratorio di Nanomedicina e Biofotonica clinica (Labion) dell'Irccs Fondazione Don Gnocchi di Milano, – che dà risposte in tempi brevi, non richiede particolari condizioni per l'esecuzione della misura e può essere effettuata con una minima preparazione del campione".

Il vantaggio sarebbe quello di arrivare più rapidamente a identificare la presenza della malattia in una persona e quindi a poter cominciare subito con trattamenti ad hoc, nella speranza di rallentarne il più possibile la progressione. Ti ricordo infatti che la Sla porta a una progressiva paralisi dei muscoli del corpo, fino a bloccare anche la respirazione e a indurre una morte per soffocamento. Una patologia insomma che fa davvero molta paura.

Una diagnosi precoce consente di cominciare prima i trattamenti e provare a rallentare la progressione della Sla

"La possibilità di utilizzare un semplice e non traumatico prelievo di saliva per definire un biomarcatore diagnostico per la Sla rappresenta un'opportunità di rilevanza storica – ha commentato Vincenzo Silani, professore ordinario all'università Statale di Milano e direttore dell'Unità operativa di Neurologia e Laboratorio di Neuroscienze dell'Irccs Istituto Auxologico Italiano – La metodologia utilizzata ha richiesto un'attenta messa a punto iniziale, ma poi è stata dirimente nel definire uno spettro diversificato nella Sla rispetto ai controlli sani e rispetto ad altre patologie ugualmente invalidanti come Alzheimer e Parkinson".

Lo studio è stato condotto dall'Irccs Fondazione Don Gnocchi e dall'Istituto Auxologico Italiano, e finanziato dal Ministero della Salute.

Fonte| "Human salivary Raman fingerprint as biomarker for the diagnosis of Amyotrophic Lateral Sclerosis", pubblicato su Scientific Reports il 23 giugno 2020

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