Il richiamo, ovvero la seconda dose, dei vaccini a mRNA di Pfizer e Moderna può slittare a 42 giorni. Lo aveva comunicato il Comitato tecnico scientifico tramite una circolare e il Lazio è la prima regione ad applicare questo suggerimento. Lo scopo è intuibile: ottimizzare le risorse a disposizione e cercare di immunizzare quante più persone possibili in breve tempo, seppur parzialmente. E se hai ricevuto il primo inoculo con AstraZeneca? Lo stesso documento prevede che tu possa proseguire con quel farmaco, che resta – è bene ribadirlo – un vaccino sicuro ed efficace.
Come ormai saprai, il secondo appuntamento per il vaccino di Pfizer viene fissato dopo 21 giorni dalla prima iniezione, mentre per Moderna sono 28. Ora il Cts ha dato parere favorevole all'allungamento del tempo che intercorre tra le due, portandolo fino a 42 giorni.
La decisione è arrivata dopo aver valutato diversi fattori, tra cui naturalmente l'efficacia. Il ritardo infatti non pregiudica il raggiungimento di un'immunizzazione completa, mentre con la prima iniezione è già stata dimostrata una percentuale di copertura pari all'80%. Alta, dunque, pure in mancanza del richiamo.
"In uno scenario in cui – si legge – vi è ancora necessità nel Paese di coprire un elevato numero di soggetti a rischio di sviluppare forme gravi o addirittura fatali di COVID-19, si configurano condizioni in cui è opportuno dare priorità a strategie di sanità pubblica che consentano di coprire dal rischio il maggior numero possibile di soggetti nel minor tempo possibile".
Trattandosi di un parere tecnico scientifico, non era una disposizione obbligatoria da attuare immediatamente su tutto il territorio nazionale. La prima regione a recepirla è il Lazio, che proprio ieri lamentava l'esaurimento delle dosi di Comirnaty, prodotto da Pfizer.
A partire dagli appuntamenti fissati per lunedì 17 maggio, dunque, i richiami verranno effettuati a 35 giorni. Mentre rimarranno a 28 nel caso di Moderna. In caso fossi interessato dallo spostamento, verrai avvisato per tempo con un messaggio.
Rimane, però, una porzione di popolazione per la quale lo slittamento della seconda dose potrebbe diventare un problema serio. Stiamo parlando dei pazienti oncologici, peraltro tra i più esposti al rischio di complicanze da Covid-19.
"I pazienti oncologici in trattamento attivo, in particolare, devono essere vaccinati con la seconda inoculazione entro 21 giorni – ha dichiarato Francesco Cognetti, presidente della Federazione degli oncologi, cardiologi e ematologi (Foce). – Le evidenze scientifiche infatti dimostrano che questi soggetti estremamente vulnerabili hanno meno probabilità rispetto alle persone sane di sviluppare una risposta anticorpale dopo la prima dose del vaccino prodotto da Pfizer e dovrebbero avere la priorità della seconda dose entro tre settimane".
La richiesta quindi è che la circolare non venga estesa anche a queste persone, in modo da garantire il massimo livello di protezione a chi è più a rischio ricovero o addirittura di decesso.
Nel documento viene menzionata anche la questione della seconda dose di AstraZeneca. I dubbi sono sorti in seguito alle notizie di eventi avversi gravi, ovvero trombosi, sviluppati soprattutto da donne al di sotto dei 60 anni e dell'annuncio che la somministrazione di questo vaccino sarebbe stata indicata per uso preferenziale agli over60.
Il Cts chiarisce però che chiunque abbia ricevuto la prima dose senza manifestare reazioni gravi, possa ricevere la seconda in sicurezza e indipendentemente dalla fascia d'età.
"Sulla scorta delle informazioni a oggi disponibili sull’insorgenza di trombosi in sedi inusuali (trombosi dei seni venosi cerebrali, trombosi splancniche, trombosi arteriose) – spiega – associate a piastrinopenia, riportate essersi verificate solamente dopo la prima dose del vaccino di AstraZeneca, i soggetti che hanno ricevuto la prima dose di questo vaccino senza sviluppare questa tipologia di eventi, non presentano controindicazione per una seconda somministrazione del medesimo tipo di vaccino. Questa posizione potrà essere eventualmente rivista qualora dovessero emergere evidenze diverse nelle settimane prossime venture, derivanti in particolare dall’analisi del profilo di sicurezza del vaccino nei soggetti che nel Regno Unito hanno ricevuto la seconda dose".
Fonte| Ministero della Salute