Smettere di fumare fa bene. Bella scoperta, starai pensando. In realtà, quello che a volte si dimentica di precisare è quali e quanti benefici apporti al nostro corpo non accendersi più nessuna sigaretta. Uno di questi è la riduzione del rischio di essere affetti da artrite reumatoide: una malattia infiammatoria autoimmune che erode le articolazioni, fino ad arrivare a impedire alcuni movimenti o a renderli davvero molto dolorosi. Su Ohga ti avevamo già spiegato come fare yoga 5 volte a settimana possa ridurne i sintomi o come una delle cause risieda anche nello smog. Da un nuovo studio emerge che anche il fumo è un fattore di rischio e che abbandonare questa cattiva abitudine riduce le probabilità in modo davvero drastico.
L'artrite reumatoide è una patologia che colpisce soprattutto le donne, ed è proprio su di loro che il team di ricerca del dipartimento di Reumatologia, Immunologia e Allergie dell'Università di Boston si è concentrato. Gli autori dello studio hanno preso in esame 230.732 donne, delle quali 1.528 presentavano questo disturbo cronico. All'interno di questo ristretto gruppo, il 63% era sieropositivo, mentre il restante 37% risultava sieronegativo. Non presentava cioè il fattore reumatoide, anche se è possibile che emerga in futuro.
Fra le persone che non avevano questo problema, invece, chi aveva smesso di fumare già da una trentina di anni, riportava il 37% di rischio in meno di presentarlo in futuro rispetto a chi aveva detto addio all'ultima sigaretta solo cinque anni prima dell'esperimento. E naturalmente, il divario aumentava fino al 47% rispetto a donne non fumatrici. Oltre a una riduzione delle probabilità, però, quello che mostrano queste cifre è come il beneficio aumenti di anno in anno in modo visibile.
In poche parole, questi dati sono la conferma che è sempre il momento giusto per gettar via il pacchetto e per godere degli effetti positivi di uno stile di vita sano e senza fumo.
Fonte| "Impact and timing of smoking cessation on reducing risk for rheumatoid arthritis among women in the Nurses’ Health Studies" pubblicato su Arthritis Care & Research, il 21 febbraio 2019