Solo zone rosse o arancioni, a scuola fino alla prima media e spostamenti limitati: le nuove misure dal 7 al 30 aprile

Il premier Mario Draghi ha firmato il nuovo decreto legge di aprile. Fino alla fine del mese tutta Italia sarà in zona arancione o rossa, a meno che a partire dal 20 aprile i dati non consentano riaperture. Novità anche sul fronte vaccino, ora obbligatorio per tutto il personale sanitario.
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Kevin Ben Alì Zinati 1 Aprile 2021
* ultima modifica il 01/04/2021

Un altro mese senza zone gialle, con la possibilità di riaprire dove la curva epidemiologica sarà in discesa, studenti che ritornano sui banchi e niente spostamenti nei territori rossi. Tra novità e conferme, il premier Mario Draghi ha firmato il nuovo Decreto Legge che ci guiderà attraverso l’emergenza sanitaria nelle prossime settimane. Le restrizioni sono state approvate dal Consiglio dei Ministri nella serata di mercoledì 31 marzo ed entreranno in vigore dopo i tre giorni di festività pasquali, quindi da mercoledì 7 fino a mercoledì 30 aprile.

Zona gialla

La prima novità introdotta dal nuovo decreto firmato da Draghi riguarda i colori delle Regioni. Dal 7 aprile fino alla fine del mese tutto il Paese sarà in zona arancione o in zona rossa: non ci sarà, insomma, nessuna zona gialla.

Il decreto, però, prevede una revisione della situazione dopo due settimane dalla sua entrata in vigore, quindi dal 20 aprile: se dall’analisi dei dati e dei monitoraggi regionali un territorio dovesse avere una curva epidemiologica favorevole, una diffusione del virus più contenuta e un buon numero di vaccinazioni somministrate, in particolare alla popolazione anziana e fragile, potrà tornare al primo livello di rischio.

In sostanza, se un Regione in arancione avrà dei dati da zona gialla, ci tornerà, riaprendo dunque bar e ristoranti, cinema e teatri.

Scuola

Se ti ricordi, in conferenza stampa, il premier Draghi aveva spiegato che se la curva epidemiologica avesse lasciato anche un piccolo spazio di manovra, questo sarebbe stato usato per la scuola. E così è stato.

Il nuovo decreto legge riporterà sui banchi gli studenti fino alla prima media anche in zona rossa. Nei territori arancioni, invece, sarà in classe il 50% degli alunni fino alla terza media e delle superiori.

L’altra novità introdotta dal decreto è che, rispetto a quanto avvenuto finora, i governatori delle Regione non potranno emanare ordinanze più restrittive per chiudere le scuole. Che, quindi, resteranno aperte.

Spostamenti

Non troverai grosse sorprese in fatto di spostamenti. Il decreto vieta ancora gli spostamenti tra le Regioni a meno che non siano motivati da lavoro, salute e necessità.

Nelle zone rosse non potrai far visita a parenti o amici, fatta eccezione per i tre giorni di Pasqua. Ti sarà possibile se ti trovi in zona arancione, sempre però all’interno del tuo comune di residenza.

Bar e ristoranti

Qui c’è poco da fare: bar e ristoranti tengono le serrande abbassate. Restano possibili l'asporto fino alle 18 e la consegna a domicilio fino alle 22 e solo per i ristoranti. Come ti ho spiegato prima, una possibile soluzione per queste attività sono le valutazioni che il Governo farà a distanza di due settimane dal 7 aprile: se i dati lo permetteranno, nelle zone che da arancioni torneranno gialle bar e ristoranti potranno riaprire.

Stesso discorso per quanto riguarda palestre, piscine, teatri, cinema e musei. Se a metà mese dovessero riapparire le zone gialle, il Governo potrebbe valutare la riapertura con le norme che già conosci: ingressi solo con prenotazione e capienza limitata.

Seconde case

Per quanto riguarda le seconde case, più che il decreto legge dovrai consultare le ordinanze della tua Regione.

Il testo approvato mercoledì 31 marzo ti permette di raggiungere la tua seconda casa, anche in zona rossa, a patto però che il governatore del tuo territorio non l’abbia vietato.

In Campania, Puglia e Liguria, per esempio, è vietato sia per i non residenti che per i residenti, in Valle d'Aosta, Alto Adige, Trentino, Toscana Sardegna potrai raggiungere la seconda casa solo se sei un residente mentre per entrare in Sicilia ti servirà necessariamente un tampone negativo effettuato 48 ore prima dell’arrivo.

Pasqua

Cosa potrai o non potrai fare a Pasqua te l’ho già spiegato qui: in sostanza dal 3 al 5 aprile tutta l’Italia sarà in zona rossa e non potrai quindi uscire da casa e nemmeno uscire dal tuo comune.

Eppure, c’è un piccolo spazio di manovra perché in questi tre giorni sarà consentito spostarsi per andare a trovare amici o parenti, con delle restrizioni: potrai muoverti una sola volta al giorno, dentro la tua Regione e al massimo in due persone più i minori di 14 anni conviventi.

A Pasqua e Pasquetta potrai svolgere attività motoria o sportiva ma sempre nei pressi di casa tua, all’aperto e in forma individuale.

Vaccino al personale sanitario

L’altra grossa novità arriva sul fronte vaccinazione per il personale sanitario. Negli ultimi giorni avrai sentito spargersi voci e polemiche, ora però il decreto mette le cose in chiaro: chiunque lavori in una struttura sanitaria, che sia medico, infermiere, operatore sociosanitario, farmacista, dipendente amministrativo di Rsa e studi privati dovrà effettuare il vaccino anti-Covid.

Se qualcuno dovesse rifiutarsi, il decreto prevede la sospensione dello stipendio per un tempo congruo all'andamento della pandemia: la sospensione potrà comunque durare, al massimo, fino al 31 dicembre del 2021 e nel momento in cui si raggiungerà l‘immunizzazione di massa o si registrerà un calo importante della diffusione del virus, la sanzione verrebbe revocata.

In più, è stato introdotto una sorta di “scudo penale” per chi somministra il vaccino: in caso di lesioni o di decesso di un paziente dopo l’inoculazione della dose, la responsabilità penale è esclusa “per i delitti di omicidio colposo e di lesioni personali colpose commessi nel periodo emergenziale, allorché le vaccinazioni siano effettuate in conformità alle indicazioni contenute nel provvedimento di autorizzazione all’immissione in commercio e alle circolari pubblicate sul sito istituzionale del Ministero della salute relative”.

Fonte | Governo

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